Per rilanciare l’Ospedale di Senigallia servono fatti, non promesse
Per rilanciare l’Ospedale di Senigallia servono fatti, non promesse
SENIGALLIA – Ormai ne sono consapevoli tutti: la sanità senigalliese sta attraversando un momento difficilissimo. Il pronto soccorso dell’Ospedale è allo sbando, con file interminabili di pazienti durante tutta la giornata (in qualche circostanza c’è perfino chi entra nel primo pomeriggio ed esce all’alba). E, nei giorni scorsi, è stato anche inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Ancona, sulla scorta di una lettera di tutti i medici che vi operano.
La dialisi estiva per i turisti resta ancora chiusa e chi ne ha bisogno viene indirizzato a Falconara, in una clinica convenzionata. La Cardiologia è passata da 20 a 10 posti letto, con 2 medici in meno. Tagli anche in Nefrologia, dove gli 8 posti letto sono diventati 4. Altri tagli anche a Medicina dove si è passati da 44 a 32 posti letto, a Chirurgia (da 35 a 20 posti), ad Ortopedia (da 30 a 14).
Ma non finisce qui. L’Otorino non opera più ed i pazienti sono dirottati a Fabriano; l’Oculistica è stata trasformata in un ambulatorio; la Gastroenterologia è passata da 11 a 5 posti letto. Mancano inoltre medici, infermieri ed il declassamento generalizzato è ormai sotto gli occhi di tutti, nonostante l’impegno e la professionalità del personale. Otto reparti, infine, sono senza primario.
Ed a Senigallia, invece di prendere provvedimenti per rilanciare un ospedale che deve essere al servizio della seconda città della provincia di Ancona e di un vastissimo comprensorio, si continua a parlare, a discutere, ad andare avanti con delle passerelle politiche ritenute inutili dai più.
E mentre oggi, a porte chiuse, in una sala semi vuota, si svolgeva il Consiglio Grande sulla sanità, alla presenza del presidente della Regione Luca Ceriscioli e di quello che viene indicato come il suo successore, il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, in piazza è scattata la protesta. La protesta di chi non accetta più una sanità pubblica nell’abbandono. La protesta di chi chiede una sanità migliore che non deve, necessariamente, passare attraverso il privato. E questo, una volta, a ripeterlo continuamente, erano proprio gli esponenti della sinistra. Quella sinistra che oggi, a Senigallia – e non solo – sta facendo di tutto per penalizzare quel che resta della sanità pubblica.
“Gli esperti in chiusure, Ceriscioli e Mangialardi – ha commentato Francesco Baldelli, vice presidente nazionale dell’Anci e responsabile nazionale autonomie locali di FdI – mettono il lucchetto al Comune di Senigallia per parlare, in solitudine, dei prossimi Ospedali da chiudere, in un Consiglio comunale a porte chiuse”.
“La libertà è partecipazione”, cantava Gaber, ma il duo Mangialardi/Ceriscioli – ha aggiunto Francesco Baldelli – preferisce chiudersi nelle segrete stanze del Comune di Senigallia, dove è stato convocato il cosiddetto consiglio grande.
“Nel Comune governato per 20 anni dallo stesso Pd, si parla di Sanità e lo si fa a porte chiuse, in barba al principio di partecipazione, oggi mortificato con il pretesto del Covid.
“D’altra parte – ha sempre detto Francesco Baldelli -, il duo Ceriscioli-Mangialardi è più esperto di chiusure che di aperture e partecipazione. Si pensi ai 13 ospedali chiusi nelle Marche (tra questi Cagli, Fossombrone, Sassocorvaro) o agli ospedali di Fano, Pergola e Urbino che, insieme a quello di Senigallia (dove è sindaco lo stesso Mangialardi), sono stati depotenziati e smantellati dal partito dello sciagurato duo.
“Noi siamo invece qui, in mezzo alla gente per difendere il nostro territorio, i nostri ospedali e il Diritto alla Salute dei cittadini!”.
Il Consiglio Grande è stato organizzato da Maurizio Mangialardi come momento di approfondimento e analisi sulla gestione dell’emergenza Coronavirus e sulle prospettive del presidio ospedaliero senigalliese, che nei mesi della crisi sanitaria è stato tra quelli classificati Covid positivo e ha contribuito a salvare molte vite umane.
Voluto dal sindaco Maurizio Mangialardi e dal presidente del Consiglio comunale Dario Romano, il Consiglio Grande ha visto anche le relazioni del governatore Luca Ceriscioli e del direttore dell’area vasta 2 Alessandro Marini.
“Abbiamo voluto questo Consiglio Grande – ha affermato il sindaco Mangialardi – la cui convocazione era stata peraltro votata all’unanimità dal Consiglio comunale, per dare alla nostra comunità un’occasione di confronto e partecipazione al fine di comprendere i risvolti della grave crisi sanitaria dei mesi scorsi. Una crisi che ha colpito molto duramente le Marche e che ha visto il nostro ospedale e il suo personale in prima linea su scala regionale per fronteggiare una situazione senza precedenti”.
“È evidente – ha aggiunto Mangialardi – che questa esperienza ci indica chiaramente la strada da seguire in futuro e le modalità con cui va ripensato il nostro modello sanitario, attraverso la crescita dei servizi e della medicina del territorio, che in questa fase abbiamo sperimentato grazie a tanti medici di base e che ha consentito a Senigallia di essere il primo comune ad attivare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale per curare i malati a domicilio e circoscrivere il numero dei ricoveri in ospedale. L’obiettivo è evitare che un nuovo innalzamento dei contagi torni a mettere sotto pressione le strutture ospedaliere, pregiudicando o limitando il funzionamento delle prestazioni di ricovero previste.
“Ovviamente, in questo quadro, come ho già detto in altre occasioni – ha sempre affermato Mangialardi – , un ruolo fondamentale potrà e dovrà averlo l’ospedale di Senigallia, che ha dimostrato di avere tutte le competenze professionali e umane per rispondere alle esigenze della popolazione, nell’emergenza come nella quotidianità. Certo, servirà un piano di rilancio, ma su questo siamo già al lavoro con la Regione Marche per investimenti mirati al potenziamento del piano occupazionale e l’acquisto di nuove strumentazioni. In questo ambito, abbiamo già predisposto tutto per essere pronti a recepire le risorse che certamente arriveranno dal ministero e dall’Unione europea con progetti concreti”.
“L’obiettivo di questa giornata – ha sottolineato il governatore Ceriscioli – è riflettere assieme su quella che è stata una vicenda epocale con la volontà di riconoscere il lavoro svolto nei mesi più difficili della pandemia, traendo gli insegnamenti e le linee guida per il futuro, ma anche per chiarire scelte che forse si fatica ancora a comprendere.
“Tra queste quella dell’utilizzo delle terapie intensive e semi intensive, che ora tutti sembrano volere. In realtà si tratta di attrezzature utilizzabili solo durante il picco pandemico e averle significa trasformare chi ne dispone in ospedali Covid. Fatto che va limitato il più possibile per preservare la possibilità di avere più strutture capaci di rispondere alle altre patologie, che ovviamente non scompaiono durante l’emergenza sanitaria”.
Soddisfatto anche il presidente del Consiglio comunale Dario Romano: “Un momento di grande democrazia nonostante le difficoltà. Il confronto e la qualità degli interventi hanno permesso di avere una panoramica completa del quadro attuale e delle azioni da mettere in campo per il futuro. Nonostante le tante criticità e difficoltà, la sanità pubblica è il cardine imprescindibile su cui fondare l’assistenza socio sanitaria dei cittadini marchigiani”.
Tra gli interventi in Consiglio comunale anche quello di Rosaria Diamantini, candidata a sindaco di Senigallia, intervenuta in rappresentanza del Partito della Rifondazione Comunista che ha mosso critiche sia al presidente Ceriscioli, sia al sindaco Mangialardi.
“Il problema che affrontiamo oggi – ha tra l’altro detto Rosaria Diamantini -, non è solo quello sanitario, in ballo c’è anche la salute della Democrazia, visto che Lei, presidente Ceriscioli, ha operato per 5 anni in piena autonomia e in totale assenza di ascolto delle parti interessate tranne una, il privato! Ultimo atto di tale modus operandi, dopo comunque una grossissima privatizzazione dei servizi sul territorio regionale, è lo spreco di milioni di euro per un’opera inutile come l'”Astronave” di Bertolaso”.
L’esponente di Rifondazione Comunista si è poi rivolta al sindaco Mangialardi: “Lei che si candida alla Presidenza della Regione, in totale continuità con l’operato del suo partito, a fronte del quale è stato prono, cieco e muto sulla questione “sanità senigalliese”, lasciando compiere al suo collega Pd, qui presente, ogni atto che possa definire il decesso e la chiusura dell’ospedale di Primo livello”.
“Dalla determina di chiusura dell’Utic (ormai 3 anni fa, più o meno) in avanti – ha proseguito l’esponente di Rifondazione Comunista, sempre rivolta al sindaco Mangialardi -, quando si è levata la sua voce? Quando ha sollecitato ed organizzato i suoi concittadini alla lotta? Quando ha difeso il ruolo di una struttura che garantisce non solo i cittadini senigalliesi, ma tutto l’ambito territoriale della Valle del Misa e del Nevola, defraudate negli anni passati di ogni presidio ospedaliero e giorno dopo giorno di quasi tutti i servizi?
“È questa – ha poi proseguito Rosaria Diamantini – la continuità che ha da offrirci?
Cosa pensa di fare in concreto per tutelare la salute dei senigalliesi e di tutto il bacino di competenza? Se dobbiamo basarci su quello che ha fatto ed ottenuto per Senigallia, capisce che è davvero poco credibile una qualsivoglia sua risposta”.
Nel corso del suo lungo intervento Rosaria Diamantini ha poi aggiunto: “A lei Sindaco, che si candida a Presidente della Regione, e al dottor Volpini, oggi consigliere regionale e che si candida a Sindaco di Senigallia, a voi chiedo di assumervi questo impegno:
– il mantenimento dell’ospedale di 1° livello a Senigallia, a garanzia e tutela del diritto alla salute dei senigalliesi e di tutti i cittadini sul suo territorio di competenza, che non vuol dire fare fuori gli altri presidi provinciali”.
QUI SOTTO alcuni video:
GIORGIO SARTINI
PAOLO BATTISTI
MASSIMO OLIVETTI
FRANCESCO BALDELLI
MAURIZIO MANGIALARDI
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