Che impresa essere donna, alla Rotonda partecipato confronto per la presentazione del libro di Gianluca Goffi
Che impresa essere donna, alla Rotonda partecipato confronto per la presentazione del libro di Gianluca Goffi
SENIGALLIA – La Rotonda a Mare di Senigallia ha ospitato la presentazione del libro “Che impresa essere donna” di Gianluca Goffi, organizzata dalla libreria Mondadori Bookstore di Senigallia.
“Il libro “Che impresa essere donna” – ha detto l’autore Gianluca Goffi – presenta un’indagine sugli squilibri che ritardano ancora la piena partecipazione femminile ai percorsi lavorativi e imprenditoriali, in un’era in cui le nuove tecnologie hanno innescato nuove dinamiche nei processi di generazione del valore.
“Circa 800 sono state le donne occupate marchigiane che hanno risposto a domande sui loro percorsi lavorativi, la vita familiare e domestica, la cura dei figli, l’assistenza agli anziani. Tutti aspetti che sono risultati fondamentali per decidere il tipo di partecipazione al mercato del lavoro o quale forma di impresa realizzare per dare espressione alla convinzione che il lavoro dà autonomia, riconoscimento, sviluppo di sé in relazione agli altri: quello delle donne porta altro lavoro a donne e uomini in un circuito virtuoso di valorizzazione di risorse culturali e sociali oltre che economiche. Il mercato del lavoro femminile è caratterizzato da più incerte prospettive di carriera, salari minori, segregazione occupazionale, elevata mobilità durante tutto l’arco della vita lavorativa.
“Per le donne occupate, conciliare lavoro e impegni famigliari è estremamente complicato, anche a causa della carenza ed ai costi dei servizi per l’infanzia e per gli anziani. Nonostante il 65% delle rispondenti lavori meno di 30 ore settimanali e il 42% non abbia figli conviventi, il tempo da riservare a sé stesse è ridotto a poco più di niente. Si pensi infatti che il 62% riesce a dedicare a sé e ai suoi interessi meno di 5 ore settimanali, l’89% meno di 10 ore settimanali.
“La donna è impossibilitata, causa la doppia presenza nell’organizzazione del lavoro familiare e professionale, a conciliare i tempi di lavoro con tutti gli altri tempi della vita, per sé, la formazione, il riposo, il tempo libero. In copertina vi è appunto l’immagine stilizzata di mia madre, Anna Maria Simonetti (a cui il libro è dedicato), passata a miglior vita da oltre quattro anni, in quanto simbolo della donna che si fa in quattro — mamma, moglie, casalinga, lavoratrice — senza in pratica avere tempo per sé. Il tema conciliazione va posto non solo in termini di pari opportunità, ma soprattutto di qualità della vita, avendo a che fare con il concetto stesso di benessere della donna.
“Il libro – ha concluso Gianluca Goffi – si propone di dare risposte e indicazioni concrete per le policy in grado di valorizzare risorse nascoste, conoscenze inespresse, propensioni da dispiegare.
“L’Italia è un Paese in cui restano irrisolti alcuni fondamentali aspetti che non solo influiscono negativamente sulla qualità dell’occupazione femminile, ma che impediscono alle donne la partecipazione al mercato del lavoro, creando nella società forti elementi di disuguaglianza”, ha detto, nel portare i saluti dell’Amministrazione comunale, il vice sindaco Maurizio Memè.
“Lo scopo di questo volume – ha aggiunto Memè – è quello di orientare le azioni di policy ed è questa la ragione per cui noi come Amministrazione Comunale, da sempre molto sensibili a questo tema, ci sentiamo coinvolti attivamente, stimolati dal progetto dell’autore Gianluca Goffi”.
“È molto importante per un territorio come quello marchigiano – ha invece dichiarato Luciano Orlandini, Console regionale dei Maestri del Lavoro Marche – analizzare le condizioni delle donne occupate, visto che la componente femminile risulta fortemente penalizzata nel mercato del lavoro rispetto a quella maschile. I Maestri del Lavoro dei Consolati Regionale e Provinciali delle Marche collaborano con il dott. Gianluca Goffi da oltre un decennio sia negli incontri Scuola–Lavoro che nei vari Convegni, da noi organizzati. Nel rivolgere un sentito ringraziamento all’Autore per il suo lavoro di ricerca, esprimiamo l’auspicio che quest’opera possa costituire un importante contributo alla realizzazione di politiche concrete, atte a valorizzare i talenti e le capacità delle donne marchigiane, offrendo loro opportunità per conciliare i tempi della vita e della famiglia, con quelli del lavoro”.
Per Rossana Berardi, dell’Università Politecnica delle Marche. Direttrice della Clinica Oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona “La presenza delle donne nei centri decisionali del lavoro e della politica è ancora esigua. Nel mio settore, solo il 15% dei direttori di strutture di oncologia in Italia sono donne. Perché? Non credo ci sia un solo elemento che penalizzi la carriera: da un lato abbiamo il retaggio culturale, dall’altro la considerazione che noi donne abbiamo del nostro ruolo, i nostri impegni familiari, le priorità che diamo alla vita.
“Talvolta al “gender gap” si associa il “confidence gap”, quella sindrome di Hermione che ci porta ad essere vincenti a scuola ma poi perdenti sul lavoro, a causa di quel provare inadeguatezza e di quel tendere all’eccellenza che ci fa sentire sicure solo quando siamo perfette, spostando inevitabilmente nel tempo i traguardi. Come fare per superare questi gap? Non c’è una formula magica – ha sempre detto Rossana Berardi -, ma personalmente credo fortemente nel potere di far rete, sia nella professione che a casa”.
Per Giovanni Dini, Direttore del Centro Studi CNA Marche “Le Marche sono una regione a forte connotazione imprenditoriale femminile. La componente femminile dell’imprenditoria ha limitato la diminuzione del numero di imprese per effetto della crisi. La maggiore tenuta delle imprese femminili rispetto al resto delle imprese in Italia è più evidente nel manifatturiero.
“L’analisi per settori indica che le imprese femminili sono più diffuse nelle attività che più di altre richiedono rapporti interpersonali e competenze relazionali (sanità e assistenza sociale, istruzione, servizi di alloggio e ristorazione), mentre la femminilizzazione delle imprese resta modesta in settori chiave del terziario avanzato (informazione e comunicazione, attività professionali scientifiche e tecniche) e nelle attività manifatture“.
“Dobbiamo cambiare alla radice l’approccio sociale e culturale che è alla base delle discriminazioni di genere favorendo un sistema di valutazione professionale e di formazione che abbandoni vecchi stereotipi non solo ingiusti ma che inficiano lo sviluppo produttivo del Paese. Per questo CGIL CISL e UIL – ha affermato Claudia Mazzucchelli, Segretaria Generale della UIL Marche – hanno promosso la ricerca scientifica sul lavoro femminile nelle Marche, realizzata da Gianluca Goffi che ringraziamo per il grande lavoro svolto, ora racchiusa nel suo libro. Pensiamo non ci sia un unica soluzione ma la concorrenza sinergica di azioni combinate: contrattazione nazionale e di secondo livello, un welfare moderno adeguato ai bisogni e soprattutto una cultura del valore della persona che permei tutti gli spazi del nostro vivere, reali e virtuali“.