Le dinamiche del potere di cinque secoli fa in un bel romanzo di Alessandra Selmi
Le dinamiche del potere di cinque secoli fa in un bel romanzo di Alessandra Selmi
di FABRIZIO CHIAPPETTI
SENIGALLIA – Le dinamiche del potere di cinque secoli fa – fatte di astuzie, alleanze, veleni e tradimenti – non sono tanto diverse da quelle di oggi. Solo che i potenti del Rinascimento ci hanno lasciato anche opere grandiose, che ammiriamo ancora. È il pensiero di Alessandra Selmi, autrice del libro “Le origini del Potere” (Editrice Nord, 2020), presentato a Senigallia durante “Il Solenne Ingresso”, la rievocazione storica dedicata all’epoca dei Della Rovere.
Editor di professione, e scrittrice per passione, Selmi debutta nel genere del romanzo storico con un volume incentrato su Giuliano Della Rovere, meglio conosciuto col nome pontificale di Giulio II. Circondata dalle mura roveresche, che fanno bella mostra di sé nei giardini della scuola Pascoli, l’autrice si è emozionata all’idea di sentirsi “dentro” alla propria opera.
Complici di questa immersione letteraria: la coppia ducale, formata da Giovanna Da Montefeltro e Giovanni Della Rovere, e il cardinale-vescovo della Senigallia di allora Marco Vigerio, che hanno accompagnato l’evento con i loro magnifici costumi. “Le origini del Potere”, a sua volta, è un libro sontuoso, ben documentato sul versante della ricostruzione storica, e al contempo affascinante nello sviluppo narrativo, che rende la lettura assolutamente scorrevole.
Ma soprattutto ha il merito di aver strappato la figura di Giulio II dallo stereotipo del papa guerriero, tramandato dai manuali. Ne risulta, al netto dell’invenzione romanzesca, la riscoperta di un autentico protagonista della storia europea, che ha lasciato un segno immenso del proprio passaggio terreno: Roma non sarebbe quella che conosciamo senza le trasformazioni urbanistiche avviate sotto il suo regno, per non parlare del mecenatismo che portò nella Città Eterna i capolavori di Raffaello e Michelangelo.
Il libro si chiude con l’elezione al soglio di Pietro, avvenuta nel 1503. C’è da augurarsi che all’autrice non manchi l’audacia di mettere mano al seguito della saga, narrando gli eventi formidabili che contrassegnarono il decennio successivo. La fortuna, come insegna il Poeta, sicuramente l’aiuterà.