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Giorgio Sartini: “Il gattile, questa realtà sconosciuta a Senigallia”

Giorgio Sartini: “Il gattile, questa realtà sconosciuta a Senigallia”

di GIORGIO SARTINI*

SENIGALLIA – In questi giorni sui giornali si parla dell’imminente trasferimento del “gattile” da Via Camposanto Vecchio al bosco di Topolino a Cesanella.

Purtroppo per i nostri amici animali a Senigallia, non esiste un gattile degno di questo nome perché quello così chiamato in via Arceviese, tanto per intenderci  dove c’era il canile sanitario a fianco dell’ex-mattatoio, non risponde ai requisiti previsti dalla Legge Regionale nr. 10/1997 e il gattile di via Camposanto Vecchio, erroneamente chiamato tale, in realtà è una colonia felina di grosse dimensioni che gestisce, per molti degli animali presenti, principalmente gatti con patologie molto gravi.

Questa struttura sopperisce, grazie alla determinazione delle animaliste volontarie che vi operano, alla mancata realizzazione da parte della nostra Amministrazione di un’OASI FELINA.

Chiedo scusa ai lettori perché ora mi addentrerò nel dettaglio della normativa vigente.

Nella L.R. 10/1997 il gattile è stabilito dall’art. 14 quater:
1. I gattili devono essere realizzati in edifici diversi dai rifugi per cani e devono prevedere almeno i seguenti reparti separati tra loro;
a) per il ricovero dei cuccioli da svezzare o in attesa di adozione;
b) per la degenza di animali con patologie diverse dalle malattie infettive;
c) per animali con infezioni cutanee;
d) per animali con altre patologie infettive.
2. La gestione dei gattili è strettamente connessa con quella delle oasi e delle colonie feline; i Comuni singoli o associati devono prevedere forme di coordinamento tra le medesime, anche stipulando apposite convenzioni con le associazioni di volontariato iscritte nel registro di cui alla 
L.R. nr. 15/2012.

Perché la Legge prevede che la gestione dei gattili deve essere strettamente legata alle Oasi Feline e poi alle colonie?

Perché molto spesso, troppo spesso purtroppo, i gatti che giungono ai gattili, una volta risistemati dal punto di vista sanitario, non possono essere più rimessi in libertà in quanto non riuscirebbero a sopravvivere per le amputazioni subite o per gravi patologie che li accompagneranno per tutta la vita.

Per tali motivi la Legge ha stabilito la realizzazione di Oasi da parte dei Comuni o associazioni dei Comuni. Cosa prevede al riguardo la Legge?

Ecco il testo chiarissimo dell’art . 14 ter (oasi feline):

  1. I Comuni singoli o associati devono dedicare ampi appezzamenti di terreno all’accoglienza dei gatti che non possono essere reintegrati nelle colonie per accertati problemi fisici, ovvero per i cuccioli non adottati;
  2. Tali oasi devono essere recintate, servite da energia elettrica e approvvigionamento idrico, dotate di cucce e zone d’ombra e di idonei locali di riparo, anche prefabbricati;
  3. Le spese di mantenimento delle strutture e degli animali, ad eccezione delle cure sanitarie e dei farmaci che sono di competenza dell’ASUR, spettano ai Comuni singoli o associati che le gestiscono in proprio per mezzo di convenzioni con le associazioni di volontariato iscritte nel registro di cui alla L.R. nr. 15/2012.

Troppe le volte che il  Comune ha disatteso di prendersi cura degli animali randagi e ha fatto affidamento solamente sulla capacità organizzativa e sulla volontà delle animaliste.
L’ultimo esempio è la determinazione sconsiderata di trasferire una colonia felina, tra l’altro vietato dalla stessa Legge Regionale nr. 10/1997 che, all’art. 14 comma 1, recita: “La Regione promuove la tutela dei gatti che vivono in libertà. E’ vietato a chiunque maltrattarli e spostarli dal loro habitat; e al comma 2: Si intende per habitat di colonia felina qualsiasi territorio urbano e non, edificato o non, sia esso pubblico che privato, nel quale risulti vivere stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal numero di soggetti che la compongono e dal fatto che sia accudita o meno da cittadini.

Per questo motivo il trasferimento della colonia felina di via Camposanto Vecchio non può essere effettuato; inoltre non è nemmeno logico attrezzare l’area del Bosco di Topolino per il suo trasferimento perché tale lavoro costerebbe, se fatto in modo adeguato, più di quanto l’Amministrazione Comunale può ricavare dalla vendita del terreno comunale dove è attualmente ubicata.
Allora se due più due fa quattro mi chiedo qual è la convenienza per il nostro Comune di spostare questa colonia che le volontarie fino ad oggi con tanti sacrifici e spirito di abnegazione gestiscono a beneficio dei nostri amici a quattro zampe?

Nel nostro programma a pag. 14 trattiamo la realizzazione di un parco canile-gattile secondo quanto è doveroso per i nostri amici e compagni animali, nel rispetto delle disposizioni vigenti.

*Candidato a consigliere comunale per la Lista Civica ‘SENIGALLIA BENE COMUNE’ per PAOLO MOLINELLI SINDACO

 

 

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