Nel giorno del Black Friday esplode la protesta dei giovani dello Spazio Autogestito Arvultùra
Nel giorno del Black Friday esplode la protesta dei giovani dello Spazio Autogestito Arvultùra
SENIGALLIA – Seicento brochure dello Sportello di Mutuo Soccorso (SMS) distribuite in contemporanea davanti ai principali supermercati di Senigallia e uno striscione di dieci metri esposto dal tetto del centro commerciale Conad di Via Abbagnano.
“Una iniziativa comunicativa – si legge in una nota diffusa dallo Spazio Autogestito Arvultùra di Senigallia – nel giorno del BlackFriday per dire che la crisi la devono pagare i ricchi, perché è necessaria una immediata e radicale redistribuzione della ricchezza dall’alto verso il basso della società; per dire che i precari, i non garantiti, gli sfruttati, i lavoratori poveri, i disoccupati vogliono reddito, salute, diritti e salario e non le mancette chiamate ristori del Governo Conte.
L’iniziativa si è svolta in contemporanea anche in altre città delle Marche: Fano, Ancona, Jesi, Falconara, Fabriano, Matelica, Macerata, Civitanova Marche e Porto San Giorgio.
NON SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA.
Amazon + 300%, Facebook +30%, Google +59%, Netflix +64%, Apple +78%, Zoom +355%, Jeff Bezos ha un patrimonio di 193miliardi di dollari, Mark Zuckerberg di 98miliardi, i miliardari italiani hanno aumentato i propri profitti del 31%, di questi, i primi tre sono più ricchi di 6milioni di poveri. Ecco alcuni esempi di chi ha guadagnato sulla pandemia e sulla crisi socio-economica che ne è derivata.
“La crisi sanitaria ed economica per il Covid19 non fa altro che rendere ancora più visibili le enormi disuguaglianze che ci sono nel nostro paese. Pochi ricchi stanno diventando sempre più ricchi. Noi, un pezzo di società con lavori precari, mal pagati o che un lavoro non ce l’ha ci stiamo impoverendo sempre di più.
“Questa crisi – si legge sempre nel documento dello Spazio Autogestito Arvultùra di Senigallia – rende sempre più evidente una cosa, tanto semplice e sotto gli occhi di tutti, ma così difficile da nominare che nessuno ne parla: l’unica soluzione è una vera redistribuzione della ricchezza in questo paese.
Il nostro programma è tanto semplice quanto realistico e sempre più necessario: prendere i soldi dove ci sono e ridistribuirli a chi ogni giorno produce quella ricchezza:
- Tassare i giganti del web che ogni giorno si arricchiscono con i nostri dati.
- Tassare le grandi aziende dei combustibili fossili che si arricchiscono devastando l’ambiente e le nostre città.
- Diritto ad un reddito di base per vivere e non sopravvivere.
- Diritto ad una sanità pubblica di qualità, accessibile e gratuita.
- Tassare i patrimoni e i redditi milionari.
- Diminuire la tassazione per i redditi medi e bassi
- Tagliare tutti i finanziamenti pubblici alla sanità privata che ha il guadagno di pochi e non la salute collettiva come unico scopo.
“Recovery Fund e fondi europei non devono diventare nuovi debiti sulle nostre spalle. Non si esce da una crisi sanitaria entrando in una crisi del debito.
Quello che manca non è la possibilità di farlo, ma la volontà politica di governi passati e presenti, centrali e regionali, italiani ed europei, che pensano di uscire da questa e da altre emergenze mettendo qualche toppa, nella sanità come nell’economia, in un buco di sistema sempre più grande.
“Chi lo può fare – si legge sempre nel documento – non sono i governi, ma noi, un pezzo di società che è stanca di sopportare ogni giorno il ritornello che non c’è alternativa, come se le scelte politiche ed economiche di chi ci governa fossero naturali e non pensate ed attuate da uomini e donne”.
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