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E’ morto Sergio Mencarelli, il più grande campione del pugilato senigalliese

E’ morto Sergio Mencarelli, il più grande campione del pugilato senigalliese

SENIGALLIA – Un altro grave lutto ha colpito lo sport senigalliese. E’ morto Sergio Mencarelli, sicuramente il campione più grande del pugilato locale. Una boxe spumeggiante, una tecnica eccelsa, un grande carattere.

Sergio Mencarelli è stato campione italiano fra i dilettanti e, nello stesso anno, ha anche conquistato il titolo mondiale militari. Un solo cruccio: non aver partecipato – come avrebbe meritato – alle Olimpiadi di Città del Messico.

I funerali si svolgeranno domani (venerdì) alle ore 9 nella chiesa del Portone.

Qui sotto pubblichiamo il ricordo di Sergio Mencarelli dello storico senigalliese Paolo Pizzi, pubblicato nel libro “Sport e sportivi nella Senigallia del 900”.

Che spettacolo le Olimpiadi di Roma del 1960! Al diciottenne Sergio Mencarelli, tra gli sport olimpici, piace la boxe e va alla palestra Vignoli dove trova Leonello Mazzanti, meglio conosciuto come “Gramaccin”, felice perché tanti giovani, fin troppi, vogliono fare pugilato. Comunque, alcuni abbandonano perché? prendere pugni fa male, ma Sergio non molla e tutte le sere, dopo il lavoro, alle 19 corre in palestra ad allenarsi sotto la guida di Leonello.

Piccolo e magro, motivato e pronto ad apprendere, Sergio è un peso mosca che ben presto si impone vincendo il titolo regionale di categoria che gli consente l’accesso ai Campionati Nazionali di Roma; vinto il titolo italiano a Genova è chiamato di nuovo alle armi dopo il servizio di leva per essere aggregato alla squadra di pugilato che dovrà partecipare ai Mondiali Militari di Trieste.

Nei tre mesi che precedono questa competizione, la sua vita giornaliera è quella dell’atleta professionista: al mattino corsa, poi un po’ di pallacanestro o pallavolo, e il pomeriggio in palestra a “sudare”.

Di questi sacrifici verrà però ripagato pienamente perché si aggiudicherà tutti e tre gli incontri mondiali dei pesi mosca sconfiggendo prima un avversario spagnolo, poi un ivoriano e, infine, nella finale per il titolo, uno statunitense: Sergio Mencarelli è Campione del Mondo Militari dei pesi mosca.

Nella fase che poi seguirà nel ritorno alla vita civile, Sergio disputerà circa 150 incontri ma, di questi, solo una decina a Senigallia.

Ad Agropoli Sergio combatte per il titolo italiano del Centro Sud; il pubblico in sala è molto caldo, fa un tifo feroce contro il pugile senigalliese, ma lui rimane sordo ad ogni insulto: ascolta soltanto la voce di Silverio Gresta, diventato suo manager allenatore, che gli viene dal suo angolo; alla fine dell’incontro, si ritiene che Sergio spetti la vittoria ma, inaspettatamente, il verdetto è a favore del suo avversario, Amato, benché per 8 riprese il punteggio risultasse a favore di Mencarelli. Mistero!!! Ma forse neanche tanto. Fatto sta che il sogno di aggiudicarsi il titolo si infrange, e tanto più amaramente quanto più Sergio aveva già battuto agevolmente Amato a Salerno qualche tempo prima.

Gresta ad Agropoli per questo verdetto così apertamente ingiusto diventa una furia e rivolge all’arbitro parole durissime che gli costeranno una squalifica di sei mesi comminatagli dalla Commissione Disciplinare. Unica consolazione di quel disgraziato match l’incasso della borsa dell’incontro che, seppur con l’amaro in bocca per l’ingiusto verdetto, viene a dare un po’ di respiro alle finanze del club pugilistico senigalliese dove Gualtiero Donninelli e Raoul Spaccialbelli, dirigenti appassionati, devono fare sempre i conti con le scarse risorse economiche.

Con la nazionale azzurra, guidata dai tecnici Natale Rea e Armando Poggi, Mencarelli partecipa alla preolimpionica in Messico dove vince alcuni incontri, piegato solo dal messicano Delgado, poi medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Tutto in quella circostanza sembra filare liscio ma il suo aumentato peso costituisce un ostacolo e diventa un problema. Dover perdere sette o otto etti per rientrare in categoria non è cosa proprio semplice cosicché i tecnici vorrebbero portarlo alle Olimpiadi di Città del Messico inserendolo nella categoria dei pesi gallo. Sergio però vuole rimanere nei pesi mosca, non accetta il passaggio di categoria, così rimane a casa.

Chiusa la carriera e con essa i sogni, Sergio continua a fare l’imbianchino, un lavoro che non l’entusiasma, ma per lui che ha perso suo padre quando aveva due anni ed è stato allevato con tanti sacrifici dalla madre, rimane fondamentale avere il pane quotidiano.

La boxe, certo, gli ha dato molte soddisfazioni e alla domanda “qual è stata la più grande?” risponde :”La mia risposta conta poco per chi non se ne intende, ma non sono mai stato messo al tappeto”.

Al pugilato Sergio Mencarelli deve anche la costruzione della sua vita familiare. Infatti, in occasione di una trasferta della trasferta della Nazionale pugilistica in Romania, conosce una ragazza del luogo, lui le spedisce qualche cartolina di Senigallia, lei risponde con quelle di Bucarest, poi dalle lettere passano al …. matrimonio e hanno due figli; con la loro nascita, poiché con la boxe non si può mantenere la famiglia, il pennello dell’imbianchino prende definitivamente il posto dei guantoni.

Sergio è stato un uomo appagato e la sua dote di fondo, l’umiltà, ne ha fatto un vero eterno campione per sempre.

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Anche l’Amministrazione comunale è vicina alla famiglia Mencarelli per la morte di Sergio. “Un grande campione di pugilato che negli anni ‘60 ha contribuito ad un eccezionale sviluppo del pugilato senigalliese. I suoi successi nel campionato mondiale militari di pugilato, la sua costante presenza nella nazionale dilettanti di pugilato, la sua presenza alla preolimpica di Città del Messico hanno dato lustro allo sport cittadino a livello internazionale.

“Ma il suo titolo più grande è stata l’umiltà che lo ha sempre contraddistinto. L’Amministrazione comunale – si legge in una nota -porge  le più sentite condoglianze alla famiglia ed agli amici che lo hanno sempre sostenuto nella sua vita sportiva”.

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In serata anche l’Accademia Pugilistica Senigallia si unisce al dolore dei familiari per la perdita di Sergio Mencarelli, noto pugile senigalliese in attività tra gli anni ’60 e ’70.

“Sergio Mencarelli – si legge in una nota – ha portato in alto il nome del pugilato senigalliese vincendo il campionato italiano dilettanti nel 1966 a Genova e, soprattutto il campionato mondiale militare nei pesi mosca. Dopo questa fase Sergio Mencarelli combatterà in altri circa 150 incontri (26 da professionista con il Team Gresta), di cui una decina svolti a Senigallia. Sergio Mencarelli vestì anche la maglia azzurra, guidata dai tecnici Natale Rea e Armando Poggi, nella fase preolimpionica in Messico dove fu piegato solo dal messicano Delgado, laureatosi poi medaglia d’oro olimpica.

“Tutta l’Accademia Pugilistica Senigallia, il presidente, i dirigenti, i tecnici e gli atleti si uniscono al dolore dei familiari. Sergio è stato un grande pugile che ha onorato la città di Senigallia e sarà sempre di esempio per noi dell’Accademia Pugilistica nel portare avanti gli obiettivi con umiltà e sudore. Ciao Sergio”.

Nelle foto: Sergio Mencarelli nel corso della sua attività sportiva; con il maestro dell’Accademia Pugilistica Senigallia, Leonello Mazzanti; con i tecnici della nazionale italiana Natale Rea e Armando Poggi; con il compagno di allenamenti Giorgio Mancinelli ed il manager Silverio Gresta (anche loro, purtroppo, scomparsi); in occasione della conquista del titolo mondiale militari e premiato in Comune, a Senigallia, dall’allora sindaco Giuseppe Orciari

 

 

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