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“Costretti a bloccare il progetto per l’adozione dei cani sequestrati a Trecastelli”

“Costretti a bloccare il progetto per l’adozione dei cani sequestrati a Trecastelli”

L’Associazione Amici Animali Odv ha chiesto un incontro all’Asur di Ancona, per avere chiarimenti ed eventuali rassicurazioni sulla effettiva pericolosità della Brucella Canis

TRECASTELLI – Dall’Associazione Amici Animali Odv di San Paterniano di Osimo, riceviamo un interessante e chiarificatore contributo in seguito al sequestro di 859 cani in un allevamento di Trecastelli:

“Sono apparse su alcune testate giornalistiche alcune notizie relative alla situazione dell’allevamento di Trecastelli, sequestrato ormai 20 giorni fa, e agli sviluppi relativi la gestione delle adozioni.

“Riteniamo doveroso far chiarezza sulle inerenti problematiche emerse nei giorni scorsi, probabilmente poco conosciute ai tanti cittadini che ci contattano, per adottare uno degli sfortunati 859 cani, ancora rinchiusi nell’allevamento sequestrato.

“Le Associazioni già da tempo stavano elaborando un progetto, se pur complesso, che avrebbe potuto alleviare le sofferenze di buona parte dei cani, iniziando le procedure di adozione attraverso il contatto dei tanti che si sono offerti per adottarli e la ricerca di strutture e soluzioni compatibili con la grave e complessa situazione.

“Ricordiamo che i cani sono sotto sequestro da parte della Procura della Repubblica di Ancona, che nell’allevamento è in atto il più grande focolaio d’Europa di Brucella canis, che le competenze burocratiche, veterinarie e di salute pubblica sono di esclusiva competenza del Servizio Veterinario dell’ASUR della Regione Marche, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale e del Ministero della Salute.

“Giova inoltre ricordare, per comprendere appieno la difficile situazione, che i cani sequestrati sono ancora formalmente di proprietà dell’allevatore, che non sono stati ancora sterilizzati tutti e che l’unica certezza che abbiamo sull’estensione del contagio è che sicuramente circa 140 cani sono positivi, mentre per gli altri circa 700 non sono stati resi noti i risultati dei test.

“I volontari delle Associazioni hanno quindi ricevuto dal Servizio Veterinario dell’ASUR la documentazione necessaria per la cessione in adozione degli stessi, partendo dai cani positivi e sterilizzati. Dopo aver quindi letto tale documentazione si è compresa l’enorme difficoltà nel far adottare i cani, causa le controindicazioni espresse dall’Istituto Zooprofilattico e l’oneroso percorso veterinario che il cane deve comunque compiere, anche se negativo al test.

“Per questo motivo, per la salvaguardia della salute umana e animale e per gli evidenti rischi di diffusione del batterio insiti nella procedura di adozione, abbiamo sospeso l’elaborazione del progetto e abbiamo chiesto un incontro all’ASUR di Ancona, per avere chiarimenti e eventuali rassicurazioni sulla effettiva pericolosità della Brucella Canis. A tutt’oggi non abbiamo ricevuto risposta.

“Le Associazioni sono composte da volontari che dedicano il loro tempo libero alla difesa dei diritti degli animali, ad alleviare loro le sofferenze e a cercare di trovare una famiglia che li adotti. Tutto questo con grande dedizione e sacrificio, ma non possiamo né vogliamo sostituirci alle strutture pubbliche che hanno responsabilità previste per Legge e che hanno strumenti, risorse, personale e competenze che le Associazioni non hanno.

“Quando queste strutture pubbliche vorranno incontrarci per esaminare le problematiche senza reticenze e senza la sgradevole sensazione di essere indicati come i responsabili delle mancate adozioni, noi saremo sicuramente presenti.

“Continueremo a seguire la vicenda e a chiedere agli organi preposti di fare tutto quanto in loro potere per risolvere la situazione, nella consapevolezza che non possono essere i volontari delle Associazioni, da soli, a risolvere un così grave problema. Non si doveva di certo arrivare alla situazione attuale e le Autorità pubbliche dovranno, seppur con censurabile ritardo, fare tutto quanto in loro potere per porvi rimedio.

“Il nostro più grande ringraziamento va invece alla Procura della Repubblica di Ancona e ai Carabinieri Forestali, che con grande competenza e professionalità hanno fatto luce su una situazione gravissima per troppo tempo rimasta nell’ombra”.

 

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