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La poetica del paradosso temporale, ad Ancona una grande mostra dedicata al Maestro Bruno d’Arcevia

La poetica del paradosso temporale, ad Ancona una grande mostra dedicata al Maestro Bruno d’Arcevia

ANCONA – Da oggi (mercoledì 10 febbraio) presso la Pinacoteca Civica di Ancona sarà possibile visitare la mostra “Bruno d’Arcevia, la poetica del paradosso temporale” curata da Antonio Luccarini e organizzata dal Comune di Ancona e dall’Associazione Culturale Marche Atipica con il sostegno della Regione Marche. La mostra è visitabile dal lunedì al giovedì dalle 16 alle 19 e il venerdì dalle 10 alle 19. La mostra non sarà visitabile nel weekend, come disposto dall’ultimo DPCM.

Un percorso espositivo di 36 opere che coprono il periodo dal 1973 al 2016, provenienti da collezionisti privati italiani e arricchito da una proiezione che documenta il grande affresco realizzato da Bruno d’Arcevia sul catino absidale della cattedrale di Noto in Sicilia, opera che ha catalizzato l’attenzione della stampa internazionale e l’interesse di personalità di spicco come il principe Alberto di Monaco.

“La Pinacoteca di Ancona ha tra i suoi compiti quello di raccontare alla Regione lo straordinario Novecento marchigiano – afferma l’Assessore alla cultura Paolo Marasca – e la mostra dedicata a Bruno D’Arcevia vuole suscitare ampie riflessioni intorno all’arte moderna figurativa e non, grazie alla più rilevante figura del movimento neo-manierista che è stato un episodio significativo dei numerosi movimenti sorti con grande impeto e consapevolezza dal ’68 in poi”.

Scrive Antonio Luccarini citando dei passaggi del testo in catalogo:

“Più che una semplice esposizione questa di Bruno d’Arcevia qui in Pinacoteca è quasi un allestimento. Non c’è luogo più suggestivo per far dialogare le sue opere con quelle che hanno fatto bello, e che continuano a farli, il nostro territorio. Ora dobbiamo pensare che il protagonista dell’operazione pittoriche di Bruno d’Arcevia è il tempo. Come intellettuale militante l’artista riesce a dare una direzione forte alla sua azione che è impegnata, militante appunto. Viene da una terra che ha combattuto la resistenza. Era ventenne quando il mondo si incendiava ai furori e ai sogni del ’68, e da lui che era imbevuto di storia e di analisi storica era chiaro il riferimento al passato, ma il tema temporale che Bruno aveva in mente quando era giovano era sicuramente il futuro. Bruno però ha sempre mantenuto vigile l’occhio sulla realtà, ha capito che il centro della sua produzione non doveva essere la realtà così com’era nelle sue contraddizioni storiche col suo passato e le sue tracce, quello che doveva avvenire nella sua prassi pittorica era la stessa storia dell’arte, il passato dell’arte, non più la realtà ma la rappresentazione della realtà così come si era evoluta. E la storia dall’arte ha dei momenti fatali e forse la nuova maniera, quella del Bronzino e di altri, diventa il punto di partenza di questa soggettività che indaga e interpreta.

Bruno d’Arcevia può essere preso come un nostalgico, un pittore passatista che rimpiange quello che è andato perduto, insegue il mito di una tradizione calpestata e offesa??

No, se c’è una nostalgia all’interno del suo percorso è la nostalgia della visione, di quando l’arte sapeva accendersi in funzione di un processo che era di conoscenza, di rivelazione, di purificazione spirituale: era arte pura, libera da ogni soggezione, da ogni moda, da ogni ismo, la nostalgia di quella pluralità di sensi, di significati, di operazioni recondite sotto la buccia pesante di una realtà opaca. Ecco tutto questo è Bruno.

Il visitatore nelle varie collocazioni di questa bellissima Pinacoteca, avrà la possibilità di vedere il dialogo nei confronti del mare magnum del passato, percorso il lungo e in largo: è partito dalla Nuova Maniera ma poi in realtà è andato avanti, ha percorso tutte le tappe della storia dall’arte con tantissime citazioni. E’ come un regista che deve affrontare un nuovo allestimento dovendosi servire di pezzi del passato, non seguendo l’antico copione ma andando avanti, dimostrando che freccia del tempo non è unidirezionale, è un ostacolo superato, si va avanti e indietro, si prende e si guarda ovunque. Perché all’Arte è tutto permesso”.

Orari della mostra:
Lunedi / Giovedì ore 16.00-19.00.
Venerdì ore 10.00-19.00

Info e prenotazioni:

Telefono 071 2225047 museicivici.ancona@gmail.com
oppure compilare il modulo: https://forms.gle/ES7ZsCJFBdiUUCdN9

 

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