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Nuovi ostacoli per l’allungamento del molo di Levante

Nuovi ostacoli per l’allungamento del molo di Levante

Dopo le numerose osservazioni la Provincia ha corredato l’istruttoria tecnica con una serie di obiezioni

di LEONARDO BADIOLI

SENIGALLIA – La Commissione comunale che a partire dalle 9:00 di martedì 23 marzo prossimo si occuperà dei lavori per la mitigazione del rischio alluvionale nel centro abitato di Senigallia, si annuncia già come un incontro a nervi scoperti.

Non solo perché mai, da che si ricordi, c’era stato in città un così forte pronunciamento di docenti e professionisti conoscitori della questione idraulica sulla questione, ma anche perché nel frattempo è già successo qualcosa che mette in discussione parti non secondarie nel programma dei lavori che sta in testa a Consorzio di Bonifica.

Il lavoro – si ricorderà – era articolato in quattro azioni dal Consorzio ritenute risolutive: il rifacimento del ponte ex – II Giugno; il dragaggio dell’ultima parte del canale Misa; l’allungamento del molo di levante; la realizzazione a mare del ponte della ferrovia di uno scolmatore delle acque di piena in direzione del porto.

Conclusa in qualche modo la prima, il dragaggio trova subito un ostacolo sul malinteso se le acque dell’ultimo tratto siano da considerarsi di competenza idraulica o marittima: questione niente affatto insignificante se consideriamo che nel primo caso i fanghi vanno smaltiti a terra e nel secondo – sempreché non inquinati – in mare, per costi ben differenti. A ogni buon conto la Finanza ha fermato tutto e si resta in attesa di una soluzione definitiva dell’amletico dubbio.

Ma la notizia che scuote l’impianto progettuale del Consorzio è quella del 12 marzo scorso: la Provincia non respinge il progetto ma decreta la sua assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale e correda l’istruttoria tecnica di una serie di obiezioni piuttosto nutrite e consistenti. Questo anche in seguito alle osservazioni che tecnici senigalliesi avevano fatto pervenire.

Non resta che il canale scolmatore sul quale comunque versano le critiche, tra le altre, di due docenti universitari entrambi senigalliesi: il tutto nella considerazione che per non avere la città allagata bisogna scolmare a monte e non a valle.

La critica allo scolmatore del Consorzio mette in gioco anche una serie di considerazioni numeriche circa la portata di piena sotto il ponte rifatto: quelli portati dal Consorzio risulterebbero non esatti, e tali da condizionare negativamente l’efficacia dello scolmatore.

Insomma nervi scoperti nella prossima Commissione: i nuovi fatti, poi, rendono particolarmente importante che non solo i titolari delle opere vengano sentiti, ma anche le opinioni di quelli che le hanno avversate.

QUI SOTTO l’istruttoria tecnica della Provincia

Verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale

Proponente: Consorzio di Bonifica delle Marche

Esito dell’istruttoria

Alla luce dell’istruttoria effettuata, delle osservazioni e dei contributi istruttori pervenuti, non è possibile escludere la presenza di potenziali impatti significativi e negativi del progetto rispetto allo specifico contesto, che pertanto necessitano di approfondimento in sede di valutazione di impatto ambientale.

Sin dalle prime fasi dell’istruttoria è emersa la complessità della valutazione dell’opera, considerata e con riferimento alla sua localizzazione e con riguardo alla potenzialità di produrre impatti significativi sul contesto. Tale consapevolezza è stata alimentata dalla scarsa definizione progettuale del manufatto, dall’assenza di elaborati circa il suo inserimento materiale e paesaggistico e dalla parzialità delle valutazioni effettuate dal proponente riguardo agli impatti da esso indotti.

L’iter istruttorio ha definitivamente evidenziato, anche alla luce dei contributi istruttori e delle osservazioni pervenute, che l’intervento non sia meramente riconducibile ad una “opera di canalizzazione e regolazione dei corsi d’acqua” ma debba essere inquadrato quale opera di natura composita, dove coesistono aspetti di natura fluviale, marittima e portuale.

Considerata la numerosità degli approfondimenti necessari e la loro rilevanza in termini di possibili effetti ambientali, anche significativi e negativi, si ritiene necessario che il progetto venga analizzato nell’ambito di un processo istruttorio di dettaglio e partecipato, proprio della Valutazione di impatto ambientale.

In particolare, l’istruttoria ha evidenziato i seguenti elementi di criticità, illustrati nel dettaglio al paragrafo 4 del presente documento istruttorio, da superare in sede di VIA:

1.Le importanti incongruenze e approssimazioni circa le dimensioni fisiche del progetto non consentono di considerare attendibile la valutazione degli impatti e soddisfatta la finalità del medesimo.

2.In merito alla concezione di insieme del progetto, il proponente non ha motivato la scelta progettuale di intervenire con opere a valle del centro abitato di Senigallia piuttosto che con opere idrauliche a monte del territorio da salvaguardare e proteggere, queste ultime in generale più efficaci in termini di riduzione del rischio per la popolazione e per i beni nel complesso del sistema fluviale, soprattutto in caso di rischi provenienti da monte.

Le motivazioni delle scelte operate in fase di progettazione (tipologia, localizzazione, finalità) dovranno pertanto essere supportate da una analisi comparativa di livello territoriale più ampia rispetto a quella operata dal progetto in esame.

3. Per alcune tematiche ambientali sono necessari approfondimenti, in carenza dei quali non è possibile escludere potenziali impatti ambientali significativi e negativi. A tal riguardo si fanno propri i contributi di ARPAM di cui al paragrafo 3.1.

4.Il progetto non è chiaramente inquadrabile nel demanio fluviale, in quello marittimo e/o nel complesso dell’impianto portuale, con la conseguenza che esso non è univocamente riconducibile alle rispettive previsioni degli specifici strumenti pianificatori.

5.Il progetto, nonostante la sua particolare localizzazione alla foce del fiume Misa, in zona costiera e in adiacenza al centro storico di Senigallia, non ha in alcun modo affrontato la tematica dell’insistenza in aree di rilevante sensibilità, con particolare riguardo all’inserimento paesaggistico dell’opera.

Occorre sviluppare la tematica della presenza o meno del vincolo paesaggistico di cui all’art. 142 comma 1 lettera a) e lettera c) del D.Lgs. 42/2004 e la valutazione degli aspetti paesaggistici. L’approfondimento paesaggistico dovrà necessariamente relazionarsi con quello prodotto a suo tempo per il progetto dell’ampliamento del porto di Senigallia.

6.Il progetto considera l’intervento un’opera marittima, trascurando lo studio di natura idraulica. E’ pertanto necessario che il proponente affronti l’interferenza tra le dinamiche fluviali e costiere e analizzi il trasporto del sedimento sotto l’azione combinata di correnti fluviali e onde di mare, per dimostrare che l’opera proposta soddisfi effettivamente le finalità del progetto, non produca piuttosto fenomeni contrari, quali la sedimentazione lungo il canale o l’aumento dei livelli di piena, e non abbia impatti significativi e negativi sul porto e sul litorale.

7.Dovrà essere valutata ed approfondita l’interazione e l’efficacia dell’opera in oggetto rispetto al complesso degli altri interventi previsti o in corso di realizzazione nel tratto terminale del Misa.

 

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