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A Senigallia vaccinazioni ancora al PalaPanzini

A Senigallia vaccinazioni ancora al PalaPanzini

Possibile che, in una grande città, non si riescono a trovare alternative all’unico vero impianto sportivo locale? Le due società di pallacanestro, che prendono parte ai campionati di serie B, sono costrette ad emigrare. Il sindaco deve chiedere spiegazioni al presidente della Regione. Le alternative praticabili

di ELPIDIO STORTINI

SENIGALLIA – La città è priva di adeguati spazi dove poter svolgere attività sportiva. Tanto che le società locali si trovano spesso in difficoltà. E questo avviene in quanto l’impianto più recente – il PalaPanzini – ha più di quarant’anni. Figuriamoci gli altri.

Eppure, ogni volta che si presenta un problema, a Senigallia, vengono unicamente presi in considerazione gli impianti deputati allo sport. Come se in città non ci fosse la disponibilità di altre strutture, anche pubbliche.

Da martedì, anche a Senigallia, si ricomincia con le vaccinazioni anti-Covid (70-79 anni) ed ancora una volta l’Asur ha scelto il PalaPanzini.

Come prima conseguenza le due società senigalliesi (maschile e femminile) di pallacanestro si ritrovano senza “casa”. Ed entrambe – non dimentichiamolo – prendono parte ai campionati nazionali di serie B.

Per carità – diciamolo chiaramente -, le vaccinazioni sono fondamentali, anzi, indispensabili per la ripresa di una città – e di un Paese – da troppo tempo semi-paralizzati. Ma non è certo indispensabile utilizzare necessariamente, per le somministrazioni, un impianto già occupato per svolgere attività motoria.

Anche perché, a Senigallia, di spazi disponibili ce ne sono davvero tanti. Basterebbe guardarsi intorno. Cosa che, però, non è stata probabilmente fatta come sarebbe stato giusto.

Ad iniziare dalla stessa Rotonda a Mare, emblema della città, all’Hotel Marche con i suoi ampi locali, fornito per giunta di doppi ingressi. Due strutture, come tante altre, “a disposizione” dell’Amministrazione comunale.

E poi ci sono altri locali resi, in questi giorni, disponibili proprio per effettuare le vaccinazioni. Tra questi la discoteca Megà e la palestra del distaccamento cittadino dei Vigili del fuoco.

A quanto sembra la discoteca (chiusa a causa della pandemia da più di un anno) sarebbe stata scartata in quanto distante dal centro di Senigallia. Difficile, invece, comprendere le motivazioni per le quali non è stata presa in considerazione la palestra del Vigili del fuoco, visto che si trova alle porte della città. Tra l’altro, in questo caso, secondo quanto si è appreso, c’era perfino la disponibilità, da parte dei responsabili del distaccamento, di allestire un tendone all’esterno.

Tante soluzioni alternative, quindi, tutte scartate. Ma da chi? Chi deve prendere queste decisioni? Chi non accetta le indicazioni del sindaco?

Senigallia vuole ripartire. E per ripartire ha bisogno di tutto e di tutti. E, soprattutto, ha bisogno di programmazione. Quella programmazione che sembra mancare. Almeno in questo delicatissimo momento.

Per continuare la loro attività il Basket 2000, che partecipa al campionato femminile, molto probabilmente si dovrà spostare a Marotta, mentre la Pallacanestro Senigallia, che prende parte al torneo maschile, dovrebbe trasferirsi a Pesaro.

Tutto ciò potrebbe essere considerato giusto in una città che non offre alternative. Mentre, a Senigallia, di alternative – valide – ce ne sono davvero tante. Ma il sindaco ha già comunicato, ai responsabili delle due società di pallacanestro, che dovranno lasciare libero il PalaPanzini.

Ma, forse, sarebbe stato meglio, prima di prendere questa decisione, che il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, avesse telefonato al presidente della Giunta regionale, Francesco Acquaroli, proponendo delle soluzioni alternative (altrettanto qualificate). E, sicuramente, se ne sarebbe trovata una adeguata. Anche perché bisogna cominciare a ricordare – ed a sottolineare – che Senigallia non è un borgo di periferia (con tutto il rispetto, ovviamente, per i borghi, anche quelli più piccoli) ma una delle principali città delle Marche. E, quindi, anche per questo, meritevole di considerazione ed attenzione. Ad ogni livello.

Anche perché tutti sanno bene che le vaccinazioni non termineranno in settimana, ma proseguiranno nei prossimi mesi. Per cui occorrerebbe incominciare a riflettere, pensando sia al presente, sia al domani.

Ed il PalaPanzini – diciamolo chiaramente – non può e deve restare l’unica soluzione praticabile.

 

 

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