L’Aps Novum: “Ecco come stanno i contagiati Covid”
L’Aps Novum: “Ecco come stanno i contagiati Covid”
SENIGALLIA – “L’ultimo anno della vita di tutto il mondo è stato contrassegnato dalla diffusione del Covid 19, dalla paura per noi e per il prossimo”. E’ quanto affermano Francesca Mancinelli, Caterina Rinaldi, Claudio Piersimoni, Egidio Cardinale, Giorgio Sartini dell’Aps Novum di Senigallia.
“Giornate scandite dalla cronaca continua del numero dei contagi, dall’indice RT e di occupazione delle terapie intensive. Il tutto accompagnato da immagini di queste ultime, seguite dal numero di morti, zone di ogni colore, libertà concesse, libertà tolte. Qualche piccola intervista fatta a chi è stato ricoverato a lungo, chi è riuscito a salvarsi dopo un’agonia che sembrava non finisse mai.
“A questo si aggiunge la telecronaca, del vaccino, iniziata subito, ancor prima di capire come potesse essere curato questo virus. Le teorie sulle terapie, ne abbiamo ascoltate tante, ed ancora oggi rappresentano la cosa più importante per combattere questo virus, che colpisce indipendentemente dalla fascia d’età.
Ma cosa ci dicono oggi i dati dei positivi?
“Dal grafico che ne sintetizza i dati ufficiali – aggiungono Francesca Mancinelli, Caterina Rinaldi, Claudio Piersimoni, Egidio Cardinale, Giorgio Sartini dell’Aps Novum di Senigallia -, vediamo che poco più del 5% dei positivi ha bisogno di ricovero e può diventare critico. Ad oggi abbiamo avuto notizie e testimonianze a non finire solo di questo 5%.
“Togliendo dal calcolo il 57% dei positivi che non ha alcun sintomo, cosa succede al restante 38%? O meglio cosa succede al rimanente 43%? Come sta? Come viene curato? Siamo in grado di ridurre quel 5%, che anche se sebbene possa apparire numericamente irrilevante, è in grado di mettere in ginocchio il sistema sanitario e l’intera vita sia umana che economica del nostro (e non solo) paese? Come si è riorganizzata la medicina territoriale per assistere e curare coloro che ne hanno bisogno?
Noi di Novum ci chiediamo questo da diversi mesi, e abbiamo chiesto alle istituzioni informazioni a riguardo per capire se e come funzionano le cose.
“Ci è stato detto che in questo – si legge sempre nella nota -, il nostro territorio regionale è abbastanza eterogeneo, che ci sono zone più o meno coperte in maniera efficace dal servizio che è stato creato, ad hoc, ovvero l’USCA. Medici che, attivati dal medico di base, si occupano dei malati di Covid, i quali essendo in quarantena presso le proprie abitazioni, e non potendo uscire per usufruire delle visite e delle cure che normalmente si avrebbero per qualsiasi altro tipo di patologia, vengono visitati e curati a domicilio. Anche se questo prima veniva fatto dai medici di base stessi. Chi in passato, con sintomi influenzali o similari, non si recava dal proprio medico a farsi visitare, o se impossibilitato perché anziano, veniva visitato a domicilio? Oggi questo sembra non si possa più fare, o perlomeno, viene fatto sporadicamente o solo da un piccolo numero di medici di famiglia. Ma cosa più importante, indipendentemente da chi sia ad occuparsi dei malati di Covid, le cose funzionano? Tutti coloro che ne hanno bisogno, sono assistiti? Riesce L’USCA ad arrivare a tutti? Sappiamo con certezza che la risposta alle ultime due domande è NO.
“La certezza ci viene data sia da numerose testimonianze raccolte a Senigallia e in Regione, sia dalla richiesta di attivazione di terapie domiciliari che si sta verificando nelle Marche, e che è già stato avviato in altre regioni, come in Abruzzo e Piemonte.
“Richiesta che proviene non solo da cittadini come noi, ma anche da medici del SSN, spesso in prima linea, che vedono arrivare pazienti nei pronto soccorso e nei reparti, in condizioni di malattia troppo avanzata a causa del protocollo “tachipirina e vigile attesa” usato da medici di medicina generale, su indicazione nazionale, e dove la visita e presa in carico dell’USCA, non è mai arrivata.
“Anche per questo noi dell’APS Novum – concludono Francesca Mancinelli, Caterina Rinaldi, Claudio Piersimoni, Egidio Cardinale, Giorgio Sartini – abbiamo aperto la petizione online utile a raccogliere firme, da inoltrare alle autorità competenti, per le attivazioni di terapie domiciliari e di protocolli mirati per la cura di quel 43% di pazienti che ne hanno bisogno, e soprattutto perché il 5% che rappresenta persone con bisogno di ospedalizzazione, diminuisca il più possibile, favorendo così il netto miglioramento del sistema sanitario e di riflesso quello economico”.
“Per chi non lo avesse fatto, qui sotto, il link della petizione da firmare online.
https://www.ipetitions.com/petition/aggiornamento-del-protocollo-delle-cure
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