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Campanile: “Troppe ombre sulla Fondazione Città di Senigallia”

Campanile: “Troppe ombre sulla Fondazione Città di Senigallia”

di GENNARO CAMPANILE*

SENIGALLIA – Nell’ultimo Consiglio comunale il presidente della Fondazione Città di Senigallia ha presentato un report (definito “1°”, lasciando quindi presagire che ce ne saranno altri) dopo aver effettuato una attività di verifica (due diligence).

Il report è articolato ed è stato accompagnato da una presentazione in stile forense da Canafoglia che ha aperto anche una finestra sugli Orti del Vescovo.

Senza esprimere una critica diretta, il report è particolarmente severo nei confronti della precedente gestione Guzzonato. Si legge infatti “dell’assenza di un controllo di gestione dell’attività dell’Ente, anche basico, che impedisce di monitorare le singole voci di spesa, (…) , i costi di gestione della struttura, la produttività di ogni dipendente (ndr:!!!), la redditività degli immobili ed i flussi finanziari (…) dalla tenuta delle scritture sociali e contabili, tale da non permettere un’immediata, chiara e trasparente comprensione delle questioni affrontate dalle precedenti gestioni ed ancora aperte e/o i cui effetti si producono sull’attuale gestione e su quelle dei prossimi anni (…) dall’assenza di qualsiasi forma di controllo interno ed esterno, ma soprattutto deficitaria di trasparenza amministrativa anche verso l’esterno”.

Insomma, una gestione che sembrerebbe essere stata superficiale ed raffazzonata che chiama pesantemente in causa gli amministratori degli ultimi dieci anni e che meriterebbe un contraddittorio.

Le perdite cumulate degli ultimi cinque anni (circa 4 milioni e mezzo) avrebbero “pesantemente eroso il patrimonio”. Che cosa voglia dire “pesantemente” non è però indicato nel report ed i Consiglieri sono stati lasciati liberi di ricorrere alla propria fantasia.

Considerando che il Tribunale ha riconosciuto un valore di esproprio di oltre sei milioni e mezzo per i terreni utilizzati da Autostrade pari quasi al costo della ristrutturazione delle due palazzine (7 milioni), l’acquisto del Musinf (1,350 milioni) e le perdite di gestione (circa 6 milioni in totale) sono state fronteggiate dal patrimonio della Fondazione e dai soldi ricevuti in più da Autostrade. Se la Cassazione confermerà la restituzione dei 12 milioni ad Autostrade mancheranno all’appello altri 3 milioni rispetto ai 9 accantonati (non in banca ma in finanziarie).

Che fare? Probabilmente occorrerà dismettere la parte di patrimonio non strettamente necessaria (Musinf, terreni, appartamenti, rustici). Il valore di mercato sarà sufficiente?
In caso negativo occorrerà indebitarsi. Considerando che la gestione è in forte perdita chi sarà disponibile a prestare i soldi mancanti quando è probabile che i debiti aumenteranno per effetto della perdita di gestione? Non sono certamente le piccole (ma giustissime) economie indicate da Canafoglia a risolvere la questione. Occorrerà di più, molto di più.

La Fondazione si ritroverà ad avere un consistente patrimonio immobilizzato ma necessario e al tempo stesso non riuscire a pagare i dipendenti/fornitori e allora sì che potrebbe saltare tutto.

Ha ragione quindi il presidente Canafoglia nel concludere il report scrivendo che “nel suo complesso (la situazione) si presenta meritevole di ulteriori approfondimenti”. Più che “meritevole” Amo Senigallia ritiene che sia “necessaria” perché le cifre in ballo sono grosse, il futuro tutt’altro che roseo, il piano di risanamento complesso e non basato solo sui risparmi.

Appena esperiti tutti gli approfondimenti del caso e redatto il bilancio consuntivo e preventivo, Amo Senigallia si augura che i documenti (conto economico e stato patrimoniale) siano trasmessi in Commissione e poi in Consiglio per essere discussi. Si spera presto. Se l’intera cittadinanza è chiamata a raccolta “affinché senta propria la Fondazione stessa e partecipi al suo sviluppo, restando aperti a progetti e proposte che verranno attentamente vagliati” occorre mettere la cittadinanza in condizioni di conoscere come stanno le cose, dati alla mano, senza dimenticare che il ruolo del CA di un ente è quello di fornire soluzioni ai problemi e proporre anche “prospettive”, un ruolo attivo a tutto campo che non si limita alla mera gestione del presente o del passato prossimo.

Un discorso a parte merita l’accenno agli Orti del Vescovo per il quale il presidente Canafoglia riporta le perplessità del CdA per la prosecuzione dell’intervento: nebulosità dell’intero piano di fattibilità economica, problematiche inerenti i garage sotterranei e negozi, validità architettonica della soluzione. “Il nuovo C.d.A. ha fin da subito chiesto una verifica dell’intervento, per ripensarlo diversamente, mantenendolo comunque nell’ambito delle finalità statutarie della Fondazione stessa”. Bene ma la tanto auspicata trasparenza avrebbe richiesto l’indicazione del soggetto a cui è stato affidato il compito ed i tempi previsti per la risposta dal momento che il progetto degli Orti coinvolge diversi enti pubblici e privati, se ne parla da dieci anni e rappresenta la più importante iniziativa urbana del Centro storico dal dopoguerra. E se il Tribunale confermasse il valore del risarcimento, dove troverà la Fondazione i soldi per finanziarlo?

*Consigliere Comunale AmoSenigallia

 

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