C’è bisogno di un archivista in Comune: la proposta dell’Associazione di Storia Contemporanea
C’è bisogno di un archivista in Comune: la proposta dell’Associazione di Storia Contemporanea
SENIGALLIA – Di ritorno da Tolentino, dove ha dedicato un’intera giornata al canale europeo Arte per un’intervista sul bicentenario della morte di Napoleone e sul trattato di pace siglato il 19 febbraio 1797 in quella città (il cui valore storico risiede nel fatto che per la prima volta nella storia della sovranità temporale dei papi un pontefice, nella circostanza Pio VI, venne costretto sotto il peso della sconfitta militare a cedere gran parte dei suoi domini), il prof. Marco Severini, docente di Storia dell’Italia contemporanea presso l’Università di Macerata e presidente dell’Associazione di Storia Contemporanea, fa il punto su una questione delicata che riguarda il patrimonio archivistico pubblico senigalliese.
“Il nostro Comune – sottolinea il contemporaneista – dispone di un Archivio storico particolarmente ricco, composto da diversi fondi, che necessita di un archivista responsabile”.
Si tratta davvero di una indifferibile urgenza sia perché attraverso le carte archivistiche transita la storia di un’intera comunità sia poiché questo è un patrimonio collettivo che, in quanto tale, va messo a disposizione, con professionalità e competenza, della cittadinanza.
L’Archivio, intitolato al compianto professor Renzo Paci (1928-2007), insigne modernista dell’ateneo maceratese, è ora suddiviso in due sedi (Biblioteca Antonelliana e Palazzetto Baviera) e conserva documenti prodotti sia dal Comune di Senigallia, sia da altri enti o da privati: oltre alla documentazione riguardante l’amministrazione comunale, corrispondente a importanti frangenti storici (Antico regime, sec. XV-1808; Regno d’Italia napoleonico-Restaurazione, 1809-1860; Postunitario, 1861-2008; Ufficio tecnico comunale, 1734-1974; Stato civile e anagrafe, 1865-1965), esso comprende pergamene, statuti, decreti, atti amministrativi e molto altro ancora. Il fondo archivistico comunale è consultabile da parte degli utenti e – aggiunge il prof. Severini – “negli ultimi anni, anche dopo le riaperture, abbiamo trovato massima collaborazione da parte della struttura ospitante, constatando però la gravissima assenza di un archivista professionista inserito nell’organico comunale. Bisogna prendere atto che, con la crescita di una città, si sviluppano necessità e funzioni culturali di nuovo impatto che vanno tenute indebita considerazione, non possono più essere rinviate né assegnate a personale che non abbia la richiesta preparazione in materia”.
Chi conosce la storia di Senigallia, sa che la figura dell’archivista è fondamentale per conoscere e tutelare il patrimonio, orientare gli studiosi, accogliere chi per la prima volta accede alla documentazione presente in questo importante luogo. “E poche città della regione possono vantare una storia così ricca e affascinante come quella di Senigallia. Dal momento che dispone di un Archivio così importante, l’Amministrazione deve individuare un suo competente responsabile”. L’Archivio non è soltanto il luogo di conservazione dei documenti, ma anche l’insieme dei documenti prodotti o acquisiti durante lo svolgimento della propria attività dagli uffici dello Stato, enti pubblici, istituzioni private, ma anche da famiglie e persone fisiche.
Tra le carte di famiglie note va segnalata la presenza dei fondi dei clan Baviera, Augusti Mercuri Arsilli, Grossi, Solazzi, Mercuri, Mastai, Malvezzi, Gabrielli, e altro ancora. “Gli storici dell’Associazione di Storia Contemporanea, ma anche altri studiosi, sia cittadini sia provenienti da altre località, si rivolgono costantemente alla Biblioteca Antonelliana per consultare questi e altri fondi cosicché la presenza di un archivista professionista è ormai indispensabile”. L’Associazione si rivolge pertanto all’Amministrazione comunale affinché risolva il prima possibile questo problema che si trascina da troppo tempo.
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