“Via delle Oche” di Carlo Lucarelli, aspettando Ventimilarighesottoimari in Giallo con il commissario De Luca
“Via delle Oche” di Carlo Lucarelli, aspettando Ventimilarighesottoimari in Giallo con il commissario De Luca
di LUCA RACHETTA
SENIGALLIA – Il commissario Achille De Luca, partorito dalla penna di Carlo Lucarelli, è quanto di più appropriato da leggere per prepararsi a Ventimilarughesottoimari in Giallo, festival del noir e del giallo civile, che nell’edizione 2021 andrà in scena dal 19 al 26 agosto.
I motivi sono essenzialmente due: il primo è che l’ambientazione delle prime avventure del personaggio di Lucarelli si colloca nel periodo fascista, proprio negli anni in cui il romanzo giallo sbarcava in Italia grazie alla Mondadori e viveva con il regime un rapporto molto travagliato, come viene raccontato nei video “L’ombra del giallo sull’Italia in nero” preparati dalla Fondazione Rosellini per la Letteratura Popolare; il secondo è invece il legame della narrativa di Lucarelli con i temi del giallo civile, come testimonia il romanzo “Via delle Oche”.
Siamo alla vigilia delle elezioni politiche del 1948, il cui esito avrà per l’Italia il valore di una scelta di campo a livello internazionale. Nel clima della Guerra Fredda, richiamata di capitolo in capitolo da citazioni di titoli giornalistici assai eloquenti a tal proposito, si svolge l’inchiesta del commissario De Luca, ora degradato a vicecommissario della Buoncostume per il suo presunto “collaborazionismo” con la polizia fascista e repubblichina. L’indagine, che prende l’abbrivio da un omicidio avvenuto in uno dei tanti lupanari bolognesi di quel tempo e si dipana seguendo il filo di una catena di delitti, viene in alcuni frangenti osteggiata, in altri sostenuta da alcuni alti papaveri della polizia collusi con il mondo della politica, che trovano nella loro professione l’occasione per favorire i propri partiti in un momento così delicato.
A De Luca, però, interessa svelare l’arcano non per tornaconto politico, ma soltanto per amore di giustizia e ossequio alla dignità di una professione che rappresenta tutta la sua vita. Inevitabile, dunque, che, alla fine del romanzo, il povero protagonista, pur vittorioso nella sua ricerca della verità, venga consegnato, ancora una volta, alla condizione di vittima di quel potere che la sua professionalità aveva indotto a rispettare sempre e comunque.
“Il caso non interessa più a nessuno, commissario De Luca. Non sappiamo dove andrebbe a finire ed è stato deciso che sollevare un polverone proprio adesso sarebbe un errore politico. Io non sono d’accordo, ma mi adeguo. Mi dispiace”.
Stava per afferrare la fotografia nella scatola ma De Luca gli afferrò il braccio, appena sopra il gomito, bloccandolo. “Come sarebbe a dire che non interessa nessuno?” ringhiò. “A me interessa… interessa a noi! Siamo poliziotti!”.
Terzo capitolo della trilogia incentrata sulla figura del commissario De Luca (i romanzi precedenti sono “Carta bianca” e “L’estate torbida”, ambientati rispettivamente in età fascista e ai tempi della Repubblica Sociale Italiana), “Via delle Oche” è consigliabile non solo ai cultori del giallo, ma anche agli amanti dei libri redatti con uno stile curato e originale.
L’attenzione ai particolari, di per sé tipica del genere, nella scrittura di Lucarelli va oltre la semplice acquisizione di dati utili alla ricostruzione del caso investigativo e finisce così con l’addentrarsi nei meandri della natura umana che si nasconde dietro le espressioni e i gesti di facciata dei personaggi. E questo viene fatto dall’autore con una lingua scorrevole e puntuale nella scelta del lessico, sebbene lontana da tentazioni minimaliste tipiche di tanta scrittura odierna.
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