La chiesa di San Bonaventura merita una visita in quanto racchiude pregiati pezzi d’arte
La chiesa di San Bonaventura merita una visita in quanto racchiude pregiati pezzi d’arte
di GIANCARLO BARCHIESI
SENIGALLIA – Ancora nel territorio di Senigallia, tra le verdeggianti campagne, a ridosso dei confini con Ostra, ma da sempre sotto la giurisdizione parrocchiale di Santa Croce in Ostra, sorge la Chiesa di San Bonaventura.
Il Serafico Dottore San Bonaventura, grande teologo e filosofo italiano del XIII secolo, fu il massimo esponente agostiniano nel medioevo; fu anche generale dell’ordine dei francescani; cardinale e delegato del Papa al Concilio di Lione. Di questo Santo ricordiamo in particolare l’opera mistica “Itinerarium mentis in Deum”.
L’attuale Chiesa è una costruzione ex-novo e risale al 1906, come è attestato in un piccolo quadretto conservato in sacrestia. “A Dio Ottimo Massimo – Demolita la Chiesa vecchia pericolante nel luogo e nelle dimensioni stesse, fu eretta la nuova, anche questa dedicata al Serafico Dottore San Bonaventura, per cura dell’Arciprete Parroco di Santa Croce Don Luigi Benni e col concorso gratuito dei Contadini di queste Contrade. Appena terminata, la Chiesa fu solennemente benedetta dal Rettore della medesima, Don Francesco Maria Agostinelli, con licenza del Vescovo Diocesano Mons. Tito Maria Cucchi, la mattina del 10 giugno 1906″. Attualmente la Chiesa viene officiata saltuariamente.
Tra i pezzi d’arte ricordiamo, sopra l’altare maggiore, l’immagine della Madonna della Misericordia, mentre alle pareti laterali le statue di San Antonio Abate e San Vincenzo Ferreri, quest’ultima venerata in Santa Croce sino al 1934.
Dell’antico edificio ecclesiale costruito tra la fine Seicento l’inizio del Settecento dalla N.F. Gherardi di Montalboddo rimane indubbia memoria nelle visite parrocchiali di alcuni Vescovi: Giovanni Domenico Paracciani (1714/1717), Bartolomeo Castelli (1724/1733), Rizzardo Isolani (1734/1742) e Bernardino Honorati (1777/1807). Come nella campana che porta la data del 1822.
Va infine ricordato anche che anticamente questa zona faceva parte delle “Ville Franche”.
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