“Dov’è finito il progetto per l’eliporto di Ostra Vetere?”
“Dov’è finito il progetto per l’eliporto di Ostra Vetere?”
L’associazione montenovonostro: “Nel 1983 l’allora lungimirante Amministrazione comunale era riuscita ad ottenere un consistente finanziamento di 30 milioni di lire dalla Protezione civile”
OSTRA VETERE – Dall’associazione montenovonostro riceviamo: “Oh! Insomma. Vi decidete o no a dirci perché il nostro Comune è ancora privo di tendopoli ed eliporto? Nel 1983 l’allora lungimirante Amministrazione comunale (niente a che vedere con quelle successive) era riuscita ad ottenere un consistente finanziamento di 30 milioni di lire dalla Protezione Civile appena costituita e guidata dall’onorevole Zamberletti.
“Per questo aveva subito affidato l’incarico per il relativo progetto per la realizzazione di un’area attrezzata a tendopoli e di un eliporto proprio vicino al paese. Ma appena giunta, la nuova amministrazione di sinistra ha immediatamente iniziato a “sfasciare” tutto quello che ha trovato di buono, annullando quel progetto. E ha poi proseguito anche gli anni successivi, tant’è che è sotto gli occhi di tutti come è ridotto questo povero paese.
“Ma noi insistiamo e vogliamo sapere: perché quei soldi sono stati distratti? Ce lo fate sapere o no? Perché quelle opere, di cui avete privato la nostra comunità, sarebbero indispensabili in caso di forte calamità naturale come i terremoti. Perché qui da noi, ma anche qui d’attorno, i terremoti sono purtroppo di casa e si fanno sentire spesso.
“Ricorre infatti oggi 30 ottobre l’ultimo grave terremoto di cinque anni fa, nel 2016, di cui ancora il paese porta le ferite con la persistente chiusura del monumento più bello e importante di Ostra Vetere, la splendida abbazia neogotica di Santa Maria Annunziata di Piazza tuttora chiusa al culto per i danni che ha subito (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/60945-ostra-vetere-proprio-laggiu-sulla-punta-dello-stivale-ma-loro-non-sentono).
“La mattina di quel 30 ottobre, alle 7:40, si era verificata una scossa di magnitudo 6.5, percepita in gran parte della penisola italiana, addirittura in Austria (nella regione di Salisburgo e in Carinzia) e sulle coste balcaniche, risultando la più forte scossa di terremoto in Italia dal sisma dell’Irpinia del 1980. Il sisma si era originato a 9,4 chilometri di profondità, con epicentro in provincia di Perugia tra i paesi di Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera.
“In seguito si verificarono anche repliche di magnitudo compresa tra 3.5 e 4.8. A Norcia crollò la basilica di San Benedetto e la concattedrale di Santa Maria Argentea; la frazione di Castelluccio, con circa il 60% delle case crollate, venne ampiamente distrutta (https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_del_Centro_Italia_del_2016_e_del_2017).
“Eppure proprio ieri, 29 ottobre 2021, preceduta da un boato, la terra ha tremato nuovamente e seminato paura in tutto l’Alto Adriatico, da Rimini ad Ancona, fino all’Umbria. La paura è stata forte, tanto che oggi, sabato 30 ottobre 2021, tutte le scuole di Fano resteranno chiuse, così come a Montefelcino.
“Ma pare che la storia non ci insegni niente. O meglio, pare che la storia non insegni niente agli amministratori responsabili della gestione comunale negli ultimi 40 anni. Ma noi non dimentichiamo e sappiamo bene di chi è la responsabilità”.
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