Rodolfo Piazzai: “La Giunta del cambiamento penalizzando lo sport discrimina le fasce più deboli”
Rodolfo Piazzai: “La Giunta del cambiamento penalizzando lo sport discrimina le fasce più deboli”
di RODOLFO PIAZZAI*
SENIGALLIA – In questi giorni sui media locali si è acceso un dibattito, a volte molto acceso ed aspro, in merito alla scelta dell’Amministrazione comunale riguardo alle quote definite per le società sportive per l’utilizzo delle palestre. Se valutiamo dal punto di vista meramente economico, a prima vista la scelta fatta può sembrare ineccepibile e segno di una amministrazione oculata che vuole far quadrare i conti.
In base all’aumento dei costi si aumentano le quote di partecipazione delle società, in proporzione alle ore di utilizzo. Bisogna però considerare che le società sportive navigano tutte in cattive acque, specialmente oggi che con la pandemia hanno visto ridursi tantissimo le entrate sia per la riduzione delle quote dei ragazzi che partecipano, sia per la importante riduzione delle sponsorizzazioni, secondaria al periodo di grave crisi economica che stiamo vivendo.
Un aumento dei costi per le società si traduce o nell’impossibilità a continuare chiudendo l’attività, o ad un aumento delle rette per i ragazzi che partecipano, quindi un maggior carico per le famiglie. Se questo rappresenta un disagio per le famiglie “benestanti” che “possono pagare” diventa un carico insostenibile per i tanti giovani che provengono da famiglie con gravi problemi.
Chi lavora con i ragazzi che provengono da situazioni di difficoltà economica e sociale, trova nella collaborazione con le società sportive uno strumento preziosissimo per il reinserimento di questi ragazzi. Lo sport, soprattutto se di squadra, fornisce l’opportunità di sperimentare una sana aggregazione, con una preziosa formazione a sani principi di impegno, collaborazione e rispetto delle regole.
Anche alle ultime Olimpiadi abbiamo potuto applaudire tanti campioni che, provenendo da situazioni di emarginazione e degrado sociale, hanno raccontato come lo sport abbia rappresentato per loro la strada per sollevarsi da situazioni estremamente difficili ed emarginanti. Per tutti lo sport ha una valenza sociale, ma soprattutto per chi vive in difficoltà spesso rappresenta la via per un riscatto sociale e il reinserimento in una vita sana.
Un aumento delle rette comporta da una parte la possibilità di chiudere società che non riescono ad affrontare anche un minimo aumento dei costi, ma sicuramente la esclusione di molti giovani già in difficoltà, con un aggravamento della loro situazione. Questo, nel breve e lungo tempo, si tradurrà inevitabilmente in un aumento del costo sociale, frutto di questo provvedimento. Se la voce di bilancio “sport” può avere un beneficio da questa scelta, i costi ricadranno sul capitolo di “bilancio” dei servizi sociali.
Come ci ha abituati a vedere questa maggioranza, anche in questo caso siamo di fronte all’ennesimo esempio di chi, spacciandosi per difensore del cambiamento e del “buon governo”, compie in realtà scelte fatte senza un minimo di visione globale e senza una idea di città vivibile, ma soprattutto fatte sulla pelle dei più deboli, di coloro che non hanno voce e avrebbero invece bisogno di interventi sempre più adeguati.
*Consigliere comunale Partito democratico – Senigallia
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