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Campanile e la sicurezza di Senigallia: “Mentre Regione e Provincia litigano il Comune resta in silenzio”

Campanile e la sicurezza di Senigallia: “Mentre Regione e Provincia litigano il Comune resta in silenzio”

di GENNARO CAMPANILE*
SENIGALLIA – Nei giorni scorsi si è svolta la II Commissione con all’ordine del giorno gli interventi sul fiume Misa, pericolo costante ogni volta che le piogge cadono copiose. Assente ingombrante il Comune che, seppur ospitante Regione e Provincia, non é stato presente con le figure necessarie.
Conclusione: i tecnici sono in disaccordo sulle soluzioni da applicare tra chi ritiene che si debba evitare che l’acqua arrivi in città e chi ritiene invece che sarebbe meglio pensare al suo deflusso.
Il Comune che cosa pensa? Fedele alla sua impostazione non si conosce che cosa pensi e su che cosa punti. Nel frattempo fondi destinati al Misa sono stati dirottati sull’Esino proprio per la mancanza di una posizione. Senigallia tergiversa ed i soldi vanno da altre parti!
Per Amo Senigallia la soluzione va ricercata in un mix tra le posizioni sul tavolo. Per prima cosa va ridotta la quantità di acqua che può raggiungere la città e quindi ben vengano le vasche di laminazione, una specie di enormi serbatoi naturali in cui dirottare parte dell’acqua di piena. Sono già state localizzate verso Bettolelle e, si dice, i lavori dovrebbero finalmente iniziare in primavera. Sarebbe una bella cosa dal momento che se ne parla da venti anni.
In secondo luogo ponte Garibaldi dovrebbe essere ricostruito a campata unica dato che si trova in pessime condizioni ed è inutile pensare ad interventi di manutenzione (anche se non rappresenta un pericolo da un punto di vista idraulico data la sezione larga dell’alveo). Il ponte sulla ferrovia verrà rifatto (a campata unica) in concomitanza con la velocizzazione della linea; rimane il ponte sulla nazionale che prima o poi dovrà essere rifatto, anche questo a campata unica. A questo punto i detriti portati dal fiume potranno scaricarsi a mare in tutta tranquillità e non ridurre, come ora, la sezione del fiume con rischio di esondazione in città, sezione che si restringe anche da cima dei portici alla fine.
In terzo luogo sarebbe un errore congiungere zona porto e fiume in caso di pericolo. Meglio è allungare il molo di Levante provvedendo a raschiare il fondo per abbassarlo di qualche metro aumentano la sezione di deflusso (contrariamente alla normalità la foce del Misa si restringe invece di allargarsi). Naturalmente non si può pensare di dragare la foce ogni x anni quando è possibile farlo con altri sistemi e da terra trasformando una manutenzione straordinaria in una operazione ordinaria.
Infine occorre tenere pulito l’alveo del fiume e garantire la sicurezza degli argini, la cui rottura è stata la causa dell’ultima e terribile alluvione, abbandonando una volta per tutte una certa impostazione mentale che preferisce una natura selvaggia anche se pericolosa per l’uomo. Se non si è integralisti rispetto della natura e sicurezza degli uomini e delle cose possono coesistere.
Fin qui si tratta di interventi passivi, necessari sicuramente, ma che rispondono solo alla logica di difendersi dal fiume. L’acqua di piena può essere invece anche una ricchezza, anzi, il fiume può essere una risorsa se si progettasse un “parco fluviale” che mettesse insieme natura, turismo, economia, sicurezza. Ma ci vorrebbe una “visione”, un “sogno” che è proprio quello che manca al Sindaco che  nell’ultimo Consiglio Comunale ha ribadito la preferenza al contingente. Ma senza “sogni” oggi non avremmo la complanare o Piazza Garibaldi e forse neanche il Foro Annonario e le tante altre bellezze del Centro Storico o la stessa Rotonda a Mare.
*Consigliere comunale Amo Senigallia

 

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