Controlli anti-Covid della Guardia di Finanza nelle palestre di Senigallia
Controlli anti-Covid della Guardia di Finanza nelle palestre di Senigallia
Oggi i finanzieri si sono recati al Palazzetto dello Sport del Campo Boario, sede storica della Pallavolo Senigallia. Roberto Paradisi: “Esprimo il mio plauso ai militari per la professionalità, l’educazione e la sensibilità dimostrata”
SENIGALLIA – La Guardia di Finanza ha ripreso i controlli anche nelle palestre per verificare il rispetto delle vigenti normative in materia di Covid.
Ed oggi i finanzieri hanno fatto delle verifiche in alcuni impianti sportivi di Senigallia. I militari si sono presentati nel pomeriggio al Palazzetto dello Sport del Campo Boario, sede storica della Pallavolo Senigallia (oggi chiusa, improvvisamente, al pubblico dall’Assessorato allo Sport del Comune di Senigallia, con danni enormi al movimento).
Ovviamente era tutto perfetto, perseguendo la US Pallavolo Senigallia, prima società sportiva della provincia di Ancona, in primo luogo l’obiettivo della salute e della sicurezza dei propri atleti. Ed i protocolli vengono abitualmente rispettati in termini rigorosissimi.
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno controllato soprattutto i super green pass dei giovani atleti e dei loro allenatori.
“Esprimo il mio plauso ai militari della Guardia di Finanza per la professionalità, l’educazione, la sensibilità dimostrata in controlli di questo genere”, ha dichiarato Roberto Paradisi, direttore tecnico della US Pallavolo Senigallia e consigliere regionale della Fipav.
“Un controllo rigoroso e puntuale ma fatto in punta di piedi e nella evidente consapevolezza di entrare in un “tempio” di purezza giovanile con ragazzi quadrati, impegnati nell’agonismo e volontari sociali dello sport.
“Ma debbo anche esprimere la mia amarezza – ha sempre affermato Roberto Paradisi, uomo di legge e di sport – nel constatare che questo Governo lascia fuori da questi luoghi di purezza, alternativi allo sballo giovanile, ragazzi minorenni colpevoli solo di avere genitori che hanno legittimamente deciso di non farli vaccinare. Il nostro rigore nel non poterli fare entrare è pari solo alla grande delusione per chi, a livello nazionale (come a livello locale), non riesce a comprendere il valore culturale dello sport”.
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