Chiesto il recupero di alcuni tratti delle antiche mura di Senigallia
Chiesto il recupero di alcuni tratti delle antiche mura di Senigallia
Un gruppo di cittadini si è rivolto al sindaco, all’assessore all’Urbanistica del Comune di Senigallia ed al Soprintendente dei Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche
SENIGALLIA – Un gruppo di cittadini chiede il recupero di alcuni tratti della cortina delle mura urbiche di Senigallia. Lo fa con una lettera inviata al sindaco, all’assessore all’Urbanistica del Comune di Senigallia e al Soprintendente dei Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche.
“Siamo un gruppo di cittadini che ritengono di prioritaria importanza la salvaguardia e la valorizzazione dei monumenti storici della città e in particolare del complesso delle mura cinque/settecentesche, che dovrebbero costituire uno degli elementi identitari della storia e della immagine urbanistica di Senigallia”.
La lettera è stata firmata da Virginio Villani, Attilio Casagrande, Simone Ceresoni, Daniele Genovali, Mario Gentili, Leonardo Giacomini, Giacomo Landi, Claudio Giangiacomi, Marco Lion, Virgilio Marconi, Antonio Minetti, Luciano Montesi, Paolo Negri, Valerio Pasqualini, Roberto Primavera, Alessandro Rossetti, Pietro Sbaffi e Stefano Silvi.
“Oltretutto abbiamo la fortuna di averle ancora in gran parte integre, anche se poco visibili e fruibili, perché nascoste per larghi tratti della loro estensione da edifici, da vegetazione e da quant’altro accumulatosi nel tempo. Anche perché, nonostante il loro indubbio valore monumentale e di immagine, purtroppo si è dedicata sempre scarsa o nessuna attenzione a questo patrimonio.
“Tuttavia – e pochi lo sanno – il circuito delle mura di Senigallia è uno dei pochissimi esempi rimasti di città pentagonale. Al di là di queste doverose considerazioni di carattere generale, con questa nostra lettera vogliamo portare all’attenzione dell’Amministrazione Comunale e delle autorità sovraordinate, nonché dell’opinione pubblica, due interventi possibili per recuperare altrettanti settori del circuito murario, il primo in via Rodi, il secondo lungo via Podesti dietro l’edificio dell’ex Politeama.
“Nel primo caso ci troviamo di fronte all’ampio bastione cinquecentesco del Porto occupato da due grossi edifici, il primo risalente agli anni ’60, il secondo in costruzione iniziato in anni più recenti, che si speravano di più avanzata cultura urbanistica e architettonica.
“Fortunatamente però il camminamento interno delle mura che circonda il primo condominio è stato salvaguardato ed è percorribile e questo rende possibile un progetto che permetta di collegarlo allo spazio retrostante all’edificio in costruzione, creando così un percorso unico lungo tutto il bastione, che ne renda percepibile e visibile la forma completa e ne permetta la riacquisizione almeno parziale da parte dei cittadini.
“Con un ulteriore sforzo poi di immaginazione e di elaborazione progettuale sarebbe anche possibile collegare il bastione al terrapieno all’interno delle mura lungo via Rodi, creando una passeggiata unica da Porta Lambertina al fiume e viceversa. Esiste poi anche un altro settore delle mura, come si è detto, che potrebbe essere restaurato e riacquisito come bene pubblico.
“Si tratta del bastione della Penna, quello per intenderci dove sorge lo stabile dell’ex Politeama. Appare meno integro del precedente, ma ancora identificabile e parzialmente libero. Per quanto riguarda lo spazio esterno alle mura e sottostante l’ex Politeama esiste già un buon progetto di recupero e valorizzazione collegato alla proposta di un vicino intervento di ristrutturazione privata. Il progetto fa proprio quanto previsto dal Piano delle Mura e propone di ridare continuità alla cortina muraria, aprendo un percorso lungo le mura nel tratto che va dall’angolo dell’ex Politeama fino alla rocca, un settore attualmente non visibile e non praticabile perché ricadente all’interno di orti privati e coperto dalla vegetazione spontanea; si tratta appunto dell’area interessata dall’intervento privato di cui sopra.
“Sarebbe questa l’occasione opportuna per dare corpo al progetto di apertura del percorso lungo la scarpa delle mura e al loro restauro. In questo modo si potrebbe rendere visibile con un unico colpo d’occhio tutta la cortina delle mura dall’angolo dell’ex Politeama alla Rocca. “L’ostacolo principale alla realizzazione di questi progetti deriva dal fatto che sia il terrapieno lungo via Rodi, che lo spazio esterno alle mura dietro l’ex Politeama sono di proprietà privata, ceduti dal Comune in tempi in cui non c’era sensibilità e attenzione per le mura in quanto monumento pubblico.
“Ora però in concomitanza con gli interventi di edificazione o ristrutturazione degli edifici ricadenti in queste aree è possibile avviare trattative con i proprietari per la loro acquisizione e dare inizio con coraggio ad una fase nuova di progettualità di ampio respiro, impostando finalmente un modello di recupero delle mura e facendo valere l’interesse pubblico per restituire alla collettività il principale bene monumentale di cui dispone e la principale testimonianza della sua storia dalla ricostruzione roveresca ad oggi.
“Certi della Vostra attenzione rimaniamo in attesa di un cortese riscontro attraverso i normali canali di pubblico interesse”.