Aprirsi di nuovo al mondo con il progetto Erasmus dell’Istituto Corinaldesi-Padovano
Aprirsi di nuovo al mondo con il progetto Erasmus dell’Istituto Corinaldesi-Padovano
SENIGALLIA – Mascherine, distanziamento, quarantene, Dad… Vocaboli alieni hanno invaso la quotidianità scolastica, segno di un’epoca in cui normalità ed eccezione hanno scelto di darsi il cambio, come in un bizzarro gioco di ruolo. Viene allora da chiedersi: cosa resterà di questi ultimi due anni? Gli studenti di oggi si percepiranno come la “generazione-pandemica”, “quelli della Dad”, tanto per intendersi, o il ricordo delle traversie sbiadirà al pari di un brutto sogno? Solo il tempo potrà dirlo.
Di sicuro non è mancato l’intento di remare controcorrente per garantire punti fermi e donare, sempre e comunque, un barlume di normalità e rinnovato smalto alla vita della scuola. Il progetto Erasmus “Light my engine!” lo ha testimoniato fino in fondo, essendo giunto a compimento in questi giorni dopo due anni assai complicati.
Schivando mille ostacoli, ha centrato gli obbiettivi che si era prefissato: offrire agli studenti inedite opportunità di mobilità internazionale fra Italia, Spagna e Croazia; riunirli con docenti e coetanei intorno al tema sfidante e attuale della mobilità a basso impatto ambientale; coniugare l’attenzione per il dato tecnico-pratico, la comunicazione in lingua inglese e la carica emancipatoria della scuola, della cultura, del confronto e del viaggio. E proprio un “viaggio in Italia”, classica e ambita tappa del Grand tour, ha suggellato la conclusione di questa bella avventura.
D’altronde, il progetto è stato concepito nel Bel paese da un gruppo di docenti dell’IIS Corinaldesi-Padovano, e questa scuola ne è stata capofila. Così, le delegazioni giunte a Senigallia dalla Spagna e dalla Croazia sono state accolte dalla dirigente Fulvia Principi, dal sindaco Massimo Olivetti e guidate alla scoperta delle ricchezze storico-artistiche del centro cittadino, come Palazzetto Baviera, la Rocca Roveresca e l’area archeologica del Teatro la Fenice. Rispettando gli intenti del progetto, la densa settimana dell’Erasmus ha visto alternarsi attività di carattere culturale a quelle più propriamente tecniche e legate al mondo produttivo: la visita alla meravigliosa città di Urbino ha fatto il paio con quella alla Fiorini Packaging, seguita dai workshop sulla modellazione e la stampa in 3D del componente meccanico di una vettura, dal debate sui vantaggi e gli svantaggi di un motore a basso impatto ambientale e dalla promozione del motore elettrico elaborata da ciascuna delegazione.
Parlando di motori, non poteva mancare un visita al Museo Ferrari di Maranello, l’immersione nella gloriosa storia del “cavallino rampante” e il contatto ravvicinato con le monoposto di Formula 1, favorito anche dallo stimolante workshop che consente agli ospiti di vestire i panni del team che assiste le vetture a bordo pista. Il saluto finale è stato preceduto da una caccia al tesoro per le vie centrali di Bologna: una modalità originale e giocosa per incontrare, ancora una volta, la storia e la cultura.