Ostra ha la possibilità di realizzare un museo con i vecchi strumenti dei falegnami
Ostra ha la possibilità di realizzare un museo con i vecchi strumenti dei falegnami
Una variegata raccolta degli attrezzi della famiglia Verzolini – storici artigiani locali – donata al Comune
di GIANCARLO BARCHIESI
OSTRA – Nel 2002 il professor Patrizio Manoni ha pubblicato su «Il Colore», edito da Arreghini di Portogruaro, la storia di una famiglia di falegnami di Ostra, evidenziando una curiosa iniziativa di uno di loro.
“Il sibilo della sega elettrica, il rimbombo dei colpi di martello, l’odore acre della colla, quello forte e penetrante del legno non ci sono più. Ad Ostra, un paese delle colline marchigiane, i Verzolini hanno abbassato le saracinesche; così una famiglia di artigiani del legno ha posto fine alla sua attività di mobilieri.
Questa ha avuto inizio nel primo decennio del Novecento, quando Gaetano Verzolini, il capostipite della famiglia, compie le sue prime esperienze come apprendista in una falegnameria. Una quindicina di anni dopo, Gaetano costituisce una società con Mazzanti e Figini; la società si allarga nella prima metà degli anni Trenta, quando si aggiungono altri due soci: Angelo Sbriscia e Filiberto Stefanelli.
Ma ben presto l’attività si interrompe, perché Gaetano deve andare, nel 1937, nei territori dell’Impero, come semplice manovalanza. E solo nel dopoguerra, siamo nel 1946, che Gaetano inizia l’attività in proprio. Arrivano i figli: il primo è Mario, poi Norberto, Guido e per ultimo Renato; ora che la famiglia è aumentata si può costituire la ditta “Gaetano Verzolini e figli“.
Da questo momento, quando, avviata la “Ricostruzione”, gli italiani pensano alla realizzazione di antiche aspirazioni, fra cui la casa, i Verzolini arredano le abitazioni di quasi tutte le famiglie di Ostra. Le richieste della nuova Italia si indirizzano verso i mobili in serie, ma i Verzolini sono pronti ad offrire nuove e personali idee per l’arredamento e a rispondere a tutte le richieste con praticità ed eleganza, con pazienza e sapienza; l’arredo è duraturo nel tempo, per la qualità del materiale e per la “linea” dei mobili che resta valida anche con il passare degli anni.
Alla morte del padre Gaetano, nel 1972, la ditta assume la denominazione di “Fratelli Verzolini” fino al 1993 e, infine, dal 1993 al 1998, la denominazione assunta è “Mobili e Restauro Verzolini Renato“. Nel 1998 anche l’ultimo delle due generazioni di Verzolini cessa di lavorare. Ora sono tutti in pensione. Ma nei locali della falegnameria, nei laboratori, lo spirito dell’artigiano è ancora presente:
Renato, il più giovane della famiglia, l’ultimo a lasciare l’attività, ha inteso esprimere la passione per il lavoro svolto per tanti anni attraverso la raccolta di strumenti di lavoro degli artigiani di Ostra. I vari attrezzi, grandi o minuti, ordinati ed esposti nei locali dell’ex ebanisteria, invitano a capire il lavoro di “una volta”, quello artigiano, fatto di amore e pazienza, abilità e pezzi unici. Renato è il curatore del museo, il guardiano dei reperti, il cicerone che guida i visitatori occasionali (più volte gli amici), che mostra la sua raccolta; interviene ogni tanto per spiegare l’uso degli attrezzi, per evidenziare alcune caratteristiche rare o curiose e per citare mestieri scomparsi. Quando ricorda i nomi degli artigiani di Ostra, o racconta episodi lontani, oramai aneddoti, storia di costume dei piccoli centri, il suo viso si illumina, felice, nel ricordare alcuni momenti belli della vita di paese. È questa la vecchia anima dell’artigiano, che esprime così il grande amore per il suo paese: Ostra. Rari, certi mestieri vivono ormai solo nella memoria, quella che ricorda anche la civiltà delle riparazioni: un pezzo di stoffa sui pantaloni lisi, stecche nuove agli ombrelli, lame vecchie da arrotare, grappe in ferro alle terraglie rotte, una toppa sulla suola delle scarpe.
Gli anziani del paese, la memoria orale, ci parlano dell’arrotino (che veniva da lontano), dell’ultimo lattoniere-stagnino, della famiglia Sellari, carradori, noti come birocciai (fabbricanti di carri agricoli). Oggi introvabili sono i bottai, i coltronieri (producevano le imbottiture di lana), i cordai (artigiani della corda), i vasai, i tipografi, i fabbri, i sarti, i cappellai. C’è ancora molto da cercare, da trovare, ma Renato è tenace, paziente, appassionato. Sicuramente ogni volta che torneremo in visita al suo museo troveremo un reperto in più, una nuova storia da ascoltare e da godere.”
Così terminava l’articolo di Patrizio Manoni e sono passati vent’anni dalla sua pubblicazione. Renato e i suoi fratelli ci hanno lasciato, ma noi non possiamo dimenticare la disponibilità, specie di Renato, ad accompagnare quanti capitavano nella bottega a una visita al museo. Durante il percorso spiegava il funzionamento dei reperti, domandava al visitatore se conosceva certi oggetti curiosi o poco conosciuti e godeva dello stupore provocato, sorridendo alle ingenuità.
Ora la figlia di Renato, Ombretta, nel tentativo di far risorgere a nuova vita l’esposizione, ha donato la raccolta degli attrezzi al Comune di Ostra. La passione, la competenza, la pazienza e il sorriso di Renato Verzolini non ci sono più, ma speriamo che il museo degli strumenti degli artigiani non vada disperso, ma possa essere offerto presto al pubblico.
Donazione al Comune di Ostra del Museo Verzolini
Per corrispondere alle aspettative dei fratelli Verzolini, autori di un’organizzatissima dotazione di strumenti artigianali, e per dare una coerente attuazione al desiderio di Ombretta, figlia di Renato, di porre al servizio della comunità questa preziosa raccolta, è stata realizzata una catalogazione di tutto il materiale sistemato nelle stanze di proprietà della famiglia.
Ovviamente la parte più copiosa della strumentazione presente attiene all’ambito del mobile, settore in cui, specie dopo la seconda guerra mondiale, Ostra è stata al centro di un’intensa attività e di numerose presenze di appassionati, richiamati dall’annuale Mostra dell’Artigianato e dell’Antiquariato.
Su incarico di Ombretta, la sottoscritta (Gigliola Panni) e Angelica Girolimetti si sono avvalse dell’aiuto di Giuseppe Boschetti e Pasqualino Casci per le foto, Nello Moroni e Lamberto Selvetti per lo specifico settore della falegnameria, tutti preziosi e competenti cultori del loro settore. Inoltre un valido apporto è stato dato da altri storici artigiani di Ostra per approfondire la conoscenza di numerosi strumenti, ormai non più in uso, delle diverse attività tipiche della tradizione del nostro territorio.
La ricca raccolta, già formalmente donata al Comune dalla proprietaria tramite la precedente amministrazione Storoni, consente una coinvolgente immersione nella storia della nostra vita locale, che merita per la sua importanza una vetrina idonea, capace di essere fruita facilmente da tutti coloro che per curiosità o per interesse spenderanno un po’ del loro tempo alla scoperta di mestieri antichi ma ancora ricchi di fascino.
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