Campanile: “Sul lungomare di Senigallia piante tossiche al posto delle tamerici”
Campanile: “Sul lungomare di Senigallia piante tossiche al posto delle tamerici”
di GENNARO CAMPANILE*
SENIGALLIA – Per decenni le tamerici hanno fatto parte del paesaggio marino senigalliese in entrambi i lungomare. In questi giorni la stampa ha riportato la notizia del loro abbattimento (circa 240 piante) per fare posto ad una nuova essenza, la “Melia” chiamata anche la “pianta del rosario” perché con il duro nocciolo se ne costruivano i grani.
La tamerice è una pianta autoctona (e citata da D’Annunzio ne “La pioggia nel pineto”) mentre il suo sostituto viene dall’estremo oriente (India, Cina meridionale e Australia). Sarà marginale ma non esisteva una pianta del nostro territorio o mediterranea? Già la piantumazione dei pini (importati) ha dimostrato che è stato un errore non utilizzare la flora locale, succederà anche questa volta?
Analizzando le caratteristiche, la scelta appare comunque azzeccata: presenza arborea, resistenza, vigoria, capacità riproduttiva. Persistono però aspetti che sembrano non essere stati valutati (e, se lo sono stati, peggio mi sento)
Nel dettaglio, la corteccia, il fogliame, i fiori e le bacche della pianta hanno una tossicità importante. Sì, tossicità, per le persone e per gli animali domestici. Incredibile, ma vero!
Tetranortriterpene e saponina, presenti nelle varie parti della pianta e soprattutto nei frutti dove la concentrazione è maggiore, sono infatti due potenti neurotossine che, se ingerite, sono altamente velenose. A fine inverno, inoltre, i frutti cadono abbondantemente imbrattando i marciapiedi e rendendoli scivolosi. Per queste caratteristiche la piantumazione non è indicata nelle aree di svago e di frequentazione.
Si trattasse di questi due soli “piccoli” inconvenienti…. E invece no! Ne esiste un terzo.
In condizioni favorevoli di umidità e temperatura, la Melia diventa invasiva comportandosi come infestante negli spazi verdi presenti dall’altra parte della strada (ci vorrebbe la faccina con l’urlo di Munch)
Insomma, scordiamoci di far giocare i bambini nei paraggi, stiamo attenti a portare a spasso gli adorati pet e speriamo di non ingerire casualmente nessuna parte della pianta. Facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi mentre camminiamo. Solo gli uccelli non hanno nulla da temere ma non è granché di consolazione. Ne gioiranno i piccioni urbani e ne guadagneremo in guano (altra faccina di Munch)
Che le tamerici dovessero essere sostituite era auspicabile ma la Giunta di Destra Olivetti-Bello-Liverani non poteva scegliere una tipologia di pianta non tossica? Hanno chiesto una consulenza? Un’opera simile che riguarda un fiore all’occhiello della nostra immagine turistica l’avrebbe di certo richiesta. C’è una relazione che motivi la scelta di tale pianta?
*Consigliere comunale Amo Senigallia
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