Gli ambientalisti: “Con l’abbattimento dei pini scompare un altro pezzo importante di Senigallia”
Gli ambientalisti: “Con l’abbattimento dei pini scompare un altro pezzo importante di Senigallia”
SENIGALLIA – Dal Consiglio direttivo del Gruppo Società e Ambiente riceviamo un intervento sui lavori avviati lungo viale Anita Garibaldi.
“30 Maggio 2022: non è una bella data per Senigallia, anche se nel bel mese di maggio, il bel mese delle rose (ma anche della tragica alluvione del 2014…)
“A Senigallia è iniziato l’abbattimento sistematico di decine e decine di meravigliosi pini di 80-90 anni, regno di una ricca biodiversità e che per decenni hanno gratuitamente offerto alla città ombra e ristoro, assorbito anidride carbonica e prodotto ossigeno a beneficio di chi, ad esempio, senza ossigeno perirebbe… l’elegante viale Anita Garibaldi concepito dai nostri predecessori negli anni Trenta del Novecento quale opportuno e piacevole complemento del nuovo quartiere appena nato, non sarà più lo stesso, anche urbanisticamente si tratta di un pezzo importante di città che scompare.
“Quasi certamente la maggioranza dei senigalliesi riteneva questo intervento (preliminare al rifacimento dei sottoservizi, della strada, marciapiedi e chissà quanto altro) assolutamente necessario e non più rinviabile e ora molte persone saranno contente perché la strada non sarà più sconnessa né si temeranno più cadute di alberi, in particolare dei sempre più temutissimi pini…
“Una piccola parte di popolazione invece poneva e si poneva domande ancora del tutto attuali: è proprio necessario abbattere tutti questi alberi di prima grandezza (se ne erano contati più di un centinaio in un sopralluogo personale)? Non esistono soluzioni alternative – in questa epoca così tecnologica ed avanzata in cui tutto sembra possibile – per tentare di far coesistere in questo luogo sicurezza, sopravvivenza e benessere degli abitanti umani, animali e vegetali?
“Tra i più interessati, qualcuno ha tentato di coinvolgere esperti, anche di caratura nazionale, ma nessuno di questi ha ritenuto opportuno “spendersi” per questa “mission”, evidentemente considerata “impossible”… anche se ancora si potrebbe sperare in qualche suggerimento prezioso per il tratto superstite, chissà.
“Non si può dire che l’Amministrazione comunale, supportata dall’Università di Bologna, abbia operato “di nascosto”: ci sono stati numerosi incontri e confronti a cui le Associazioni ambientaliste di Senigallia, compreso il GSA, hanno partecipato; a richiesta è anche stato fornito lo studio preliminare di fattibilità. Ma alla fine il risultato è questo: inesorabili abbattimenti, ora neanche più “solo” tra rotatoria di Via Capanna e incrocio Via Mercantini, ma fino all’incrocio con Viale Matteotti, una vera ecatombe verde.
“Quanti decenni occorreranno per recuperare almeno un po’ di quell’ombra, frescura, aria depurata, benessere che gli storici pini fornivano? E tutta la fauna che ospitavano dove troverà rifugio? Pensando al futuro e dunque alle nuove alberate che verranno messe a dimora, in sostituzione dei pini abbattuti, sarà importante scegliere alberi di dimensioni e specie adeguati tali da essere in grado, nel più breve tempo possibile, di assolvere a quelle funzioni essenziali delle alberature cittadine: ombreggiamento, abbattimento ed assorbimento delle sostanze inquinanti (polveri sottili), attenuazione delle isole di calore e delle alte temperature. La moderna vivaistica ed arboricoltura in questi ultimi anni hanno fatto passi da gigante offrendo innumerevoli possibilità. Basta saper cogliere le opportunità con competenza e lungimiranza.
“I problemi andrebbero valutati e affrontati sotto tutti i punti di vista, ma in questo (come in tanti altri casi e ovunque, non solo a Senigallia) la visione prevalente è sempre quella antropocentrica e immediata… E’ per questo che la pagheremo, la stiamo già pagando in termini di surriscaldamento, di aria inquinata, di carenza di verde (a proposito a che punto è il ripristino della centralina di monitoraggio ambientale promesso ormai 2 anni fa?).
“Ma quando ci arriverà il “conto” non potremo prendercela con nessuno perché, ad essere onesti, la responsabilità sarà nostra, di tutta la collettività locale che in modo attivo o anche solo passivo, ha voluto od accettato che questa fosse la scelta: giusta? sbagliata? I senigalliesi del futuro giudicheranno…”
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