Giuseppe Santoni: “A Trecastelli la privacy impedisce la ricerca storica”
Giuseppe Santoni: “A Trecastelli la privacy impedisce la ricerca storica”
di GIUSEPPE SANTONI*
TRECASTELLI – Sono rimasto molto perplesso: le notizie anagrafico-storiche che riguardano i caduti durante le due guerre, i cui nomi figurano sulle epigrafi dei monumenti di Trecastelli, sono tutelate dalla privacy.
Sì, è proprio così! Per l’Ufficio di Stato civile del Comune di Trecastelli le notizie anagrafiche che riguardano i caduti sia militari che civili morti durante le due guerre mondiali sono tutelate dalla privacy, nonostante siano trascorsi 104 anni dalla fine della prima guerra e 77 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Questo perché, secondo i funzionari dell’anagrafe, sono entrate in vigore nel 2018 le nuove norme europee di tutela della privacy, per cui non si deve più tenere conto della vecchia normativa, secondo cui bastavano 70 anni per rilasciare informazioni storico-anagrafiche.
E non solo: si dubita anche della dichiarazione fatta dal richiedente per fini di studio storico, come se spettasse agli impiegati inquisire e mettere in dubbio le finalità e la legittimità della richiesta fatta in fede della parola del richiedente e come se a Trecastelli, e non solo, non fossero in molti a sapere che il sottoscritto prof. Giuseppe Santoni si dedica da tempo a questo tipo di ricerche e le pubblica sia in monografie sia in diverse riviste storiche di carattere regionale.
I fatti si sono ripetuti più volte in passato, ma vengo al caso più recente.
L’11 giugno scorso si è tenuto a Trecastelli un piccolo convegno storico all’aperto per commemorare il partigiano Giuseppe Grossi ucciso dai nazi-fascisti il 9 giugno 1944 sul tetto della propria casa posta sotto il castello/municipio di Ripe. Al termine del convegno ho fatto omaggio al relatore dr. Ruggero Giacomini, noto studioso storico della Resistenza nelle Marche, di una copia della mia ricerca «Ripe 1943-1945 – La Liberazione», scritta a scuola 25 anni fa e riedita dal cav. Giovanni Minucci di Roma a sue spese nel 2017, perché l’aveva trovata molto corrispondente ai suoi ricordi personali di quando era ancora un bambino di 9-10 anni che viveva nel paese di Castel Colonna durante il passaggio del fronte.
Trascorso qualche giorno, il dr. Ruggero Giacomini, non avendo il mio indirizzo di posta elettronica, mi inviava tramite l’Associazione ANPI di Trecastelli una e-mail di ringraziamento. Nella mail, tra le altre cose, si diceva colpito per «il notevole numero di caduti civili durante la guerra a Ripe» e mi faceva notare una certa “discrepanza” tra l’elenco dei Caduti civili a Ripe riportato dal mio libro e quello nella lapide ai caduti della guerra, di cui allegava il seguente link alla foto (www.pietredellamemoria.it/wp-content/uploads/2017/03/2017-03-14_00-50-10.jpg).
Aggiungeva che «Il libro fornisce le circostanze della morte di alcuni di loro, soprattutto legate al passaggio del fronte. Sarebbe anche interessante conoscere le circostanze degli altri, forse annotate nei registri di anagrafe (modesto suggerimento per il proseguimento della Vs ricerca!) […] Nell’archivio del comune dovrebbe esserci traccia di quando sono state collocate le lapidi, con le ragioni di quei nomi, ma pare che il Sindaco apprezzi poco la ricerca storica e non voglia permetterne la consultazione. È un peccato, anche per la ricerca regionale».
Forte di questi suggerimenti procedevo a fotografare l’epigrafe ed elaboravo una tabella (vedi allegato) in cui a fianco dei nomi scritti sulla lapide ho messo delle note sulla fonte storica consultata, cioè i registri parrocchiali di Ripe. Così ho riscontrato che effettivamente nel mio elenco mancavano alcuni nominativi scritti sul marmo del monumento.
Visto che a Trecastelli non è possibile effettuare una ricerca d’archivio, come consigliato dal dr. Giacomini, perché gli archivi storici non sono stati resi fruibili al pubblico per motivi discutibili, nonostante che siano stati riordinati e catalogati 20 anni fa dalla Soprintendenza archivistica regionale, ho perciò consegnato di persona la tabella all’ufficio anagrafe.
Qualche giorno dopo ho fatto la stessa operazione per i caduti della 1ª guerra mondiale del monumento ai caduti di Castel Colonna per altre ricerche che sto conducendo.
Mi sono sentito rispondere che non è possibile procedere nella ricerca perché i nominativi sulle epigrafi (pubbliche) sono coperte da privacy, che io non sono al corrente che è cambiata la normativa, come già detto in precedenza, ed altre scuse.
Queste cose mi sono state dette nonostante che, nel mese di novembre scorso, qualche giorno dopo il convegno storico tenutosi per la ricorrenza del centenario del cambio del toponimo da Tomba di Senigallia in Castel Colonna, io abbia mandato all’Ufficio Protocollo una e-mail, diretta al Sig. Sindaco del Comune di Trecastelli e all’Ufficio anagrafe dello stesso Comune – evidentemente ignorata o non girata agli interessati – contenente il Regolamento del Garante della Privacy (Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 12 del 15 gennaio 2019) e intitolato: Regole deontologiche per il trattamento a fini di archiviazione nel pubblico interesse o per scopi di ricerca storica pubblicate ai sensi dell’art. 20, comma 4, del d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101 – 19 dicembre 2018.
Le Regole deontologiche sono consultabili al seguente link: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9069661#1 e, tra l’altro, tali norme prevedono chiaramente lo scopo storico (art. 2) e ristabiliscono la prassi dei settant’anni (art. 10, comma 2), che in particolari casi può scendere anche al di sotto.
Insomma, a mio avviso, il Comune di Trecastelli non fa parte della Repubblica Italiana, perché applica norme a sé stanti non previste dallo Stato italiano. Si tenga presente che, il Portale Antenati del Ministero della Cultura, dove sono consultabili gli Archivi per la Ricerca Anagrafica, messi a disposizione della consultazione libera on line, ha messo in rete l’enorme patrimonio documentale di interesse anagrafico e genealogico – in particolare, atti di stato civile, liste di leva e ruoli matricolari – conservati negli Archivi di Stato italiani, documenti indispensabili per condurre ricerche sulla storia familiare e degli individui, ma anche di grande interesse per la ricerca storica, genealogica, demografica e per le scienze sociali.
Altre città hanno risposto alle mie richieste. Qualcuna come la lontana Bolzano, ha risposto già il giorno dopo, altre nel giro di qualche giorno come Ancona, Arezzo e Senigallia, altre nello spazio massimo di 15 giorni come Milano e Firenze.
Sono rimasto perciò molto perplesso e deluso dal comportamento anomalo dello Stato civile del Comune di Trecastelli. Mi chiedo, e lo chiedo pure al sindaco Sig. Marco Sebastianelli – che non ha mai risposto alle e-mail che gli ho inviato in passato anche tramite PEC (Posta Elettronica Certificata, che ha il valore legale delle Raccomandate postali) dell’Associazione ANPI – come mai il comune di Trecastelli, che ha avuto la superbia di farsi denominare Città di Trecastelli, si comporti in modo tanto dissimile dalle altre città italiane.
Forse è il caso di declassare Trecastelli da città ad agglomerato sparso, come si chiamano i nuovi comuni nati per aggregazione o per fusione delle precedenti municipalità, o addirittura chiamarlo semplicemente villaggio, cosa che sarebbe più rispondente alla realtà dei fatti che si riscontrano.
*Professore – storico
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Professore lei ha assolutamente ragione. Mi dispiace che il comune di Trecastelli (dove purtroppo risiedo anche se continuo a considerarmi di Monterado) sia così poco sensibile nei confronti di richieste d’interesse storico come la sua.