CENTROIN PRIMO PIANOL’INTERVENTOPOLITICA

Il Pd di Senigallia: “Siamo dalla parte dei più deboli per contrastare questa brutta pagina di storia che si sta scrivendo”

Il Pd di Senigallia: “Siamo dalla parte dei più deboli per contrastare questa brutta pagina di storia che si sta scrivendo”

Un documento del Partito democratico dopo l’omicidio di venerdì pomeriggio nel centralissimo Corso Umberto I, a Civitanova Marche

SENIGALLIA – “In questi giorni i giornali riportano in prima pagina l’omicidio di Alika Ogorchukwu, il nigeriano disabile ucciso praticamente senza motivo da un giovane italiano a Civitanova Marche”. Inizia così un intervento divulgato questa sera dal Partito democratico di Senigallia.

“Tra giornali, televisioni e social abbondano cronache dettagliate, commenti, riflessioni e illazioni. Di fronte al dramma, assurdo, gratuito e raccapricciante che ha coinvolto Alika, crediamo che sia opportuno essere vicini alla sua famiglia con il sostegno morale e materiale, ma anche analizzare gli eventi e le ripercussioni.

“Purtroppo – aggiunge il Pd di Senigallia – in un paese di 60 milioni di abitanti, trovare una persona violenta, aggressiva, un “Rambo” convinto di risolvere ogni problema, reale o presunto, con la violenza spinta fino alle estreme conseguenze, è un evento drammatico ma possibile.

“Possiamo fare tutte le analisi sociologiche e psicologiche del caso (traumi infantili, condizionamenti sociali, ideologie, influsso dei social, cultura del “diverso” visto sempre come aggressione da cui difendersi, etc.), ma nulla può giustificare un atto come quello che è accaduto a Civitanova. Non si può minimizzare la situazione, occorre dire che si è trattato di un omicidio razziale anche se l’assassino non ha inveito con oltraggi verbali razziali mentre stava uccidendo Alika.

“Questo è  stato un omicidio razziale consumato con una violenza spietata di odio, classismo e mascolinità tossica, propria di una ideologia suprematista.

“Due sono le riflessioni più profonde che ci sentiamo di fare. La prima, già molto analizzata sui media, riguarda tutti coloro che hanno assistito e filmato l’evento senza intervenire. Sicuramente questo fatto fa inorridire, ma rappresenta l’immagine di una parte della nostra società. La mentalità del “non immischiarsi”, “non mi riguarda”, il qualunquismo spinto all’estremo. Anzi, condito dall’impulso di “registrare” il fatto perché “io c’ero”. È quel sentimento per cui ognuno si chiude nel proprio individualismo, nel proprio guscio e non si prende alcuna responsabilità per ciò che accade. È la mentalità dell’ignavia di fronte all’inquinamento, di fronte ai conflitti sociali, ai 18000 migranti morti nel Mediterraneo, all’emarginazione, al bullismo, al razzismo e che porta a non farsi carico di nulla, “spetta a qualcun altro, non a me”. È peggio dell’omertà mafiosa; lì c’è la paura delle ripercussioni contro di sé o la famiglia, qua indifferenza, non sporcarsi le mani. Quanto siamo lontani dall’I care di Milani.

“L’altra considerazione – si legge sempre nel documento del Partito democratico di Senigallia – scaturisce dalla lettura di alcuni commenti sui giornali, ma soprattutto sui social. Fa inorridire leggere come dietro il paravento dei social ci sia chi specula su questi eventi. “Chissà cosa gli avrà detto”; “è colpa dell’immigrazione non controllata”, “ci vuole più polizia perché c’è un problema sicurezza”, “questi extracomunitari devono tornare a casa loro”, “la gente non ne può più perché portano delinquenza”; questi sono i più decenti, ma si leggono cose molto peggiori.

“E questo è sostenuto politicamente da una campagna di alcuni partiti sulla sicurezza, sulla necessità di istituire uno stato di polizia, alimentando ancora di più l’odio per il diverso da noi. Sì è vero, Alika è una vittima, ma se rimaneva nel suo paese non sarebbe morto.

“Questo omicidio è una diretta conseguenza di troppi anni in cui politici, opinionisti, media hanno quotidianamente alimentato forme violente di linguaggio razzista e diversi episodi di razzismo identificando il nero, il migrante, lo straniero, il clandestino, il venditore ambulante, il diverso da noi spesso più debole di noi come un nemico da cui difendersi.

“Dobbiamo essere ben consci del fatto che il razzismo ha provocato  una  lunga scia di sangue in questi anni in Italia ma le verità raccontate si sono spesso basate su giustificazionismi e colpevoli disonestà intellettuali. Ebbene noi non ci riconosciamo in questa parte di Italia.

“Siamo dalla parte di tutti coloro che si fanno carico delle situazioni, che lavorano per l’integrazione e per costruire ponti, siamo dalla parte dei più deboli e dai diversi da noi con la volontà di contrastare  con tutti i mezzi necessari, dalle scuole, ai luoghi di lavoro, alle istituzioni ed alle piazze – conclude il Partito democratico di Senigallia – questa brutta pagina di storia che si sta scrivendo“.

 

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