Una busta con veleno per topi inviata all’avvocato Canafoglia

Il commissario della Fondazione Città di Senigallia: “Un atto che non ferma la nostra azione di risanamento”

SENIGALLIA – Ieri è stata recapitata una busta anonima al commissario straordinario della Fondazione “Città di Senigallia”, avvocato Corrado Canafoglia (nella foto), presso la sede dell’Ente.

La busta, indirizzata al commissario, aveva al suo interno due bustine contenenti veleno per topi.

“Al di là del fatto di per sé deprecabile, la gravità del gesto – si legge in una nota diffusa dalla Fondazione Città di Senigallia – sta nel fatto che le bustine erano rotte ed il veleno era sparso nella busta che le conteneva.

“Tale modalità di inoltro ha comportato che i dipendenti dell’Ente, che gestiscono la posta in entrata, siano venuti in contatto con il veleno, per fortuna senza conseguenze per la loro salute.

“Ricordiamo che già lo scorso anno l’avvocato Canafoglia, unitamente a tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, poi dimissionario della Fondazione, ricevette una lettera anonima minatoria.

“È difficilmente comprensibile questo atto, ma se si tenta di fermare anche con siffatti gesti l’azione commissariale di risanamento, del ripristino della legalità e della trasparenza amministrativa dell’Ente, obiettivi indicati nella nomina conferita dalla Giunta regionale, ci si metta il cuore in pace, posto che il commissario – si legge sempre nel documento diffuso dalla Fondazione – procederà senza alcuna esitazione e con lui tutti i dipendenti che hanno compreso la gravità della situazione e la necessità del commissariamento.

“Si è provveduto a depositare querela contro ignoti. È singolare che un siffatto gesto avvenga a pochi giorni di distanza dall’iniziativa “Porte Aperte”.

“Si ribadisce che tali situazioni – conclude la Fondazione Città di Senigallia – non intaccano minimamente l’assistenza agli ospiti che resta di altissima qualità, anzi l’attività commissariale e la professionalità di tutti i dipendenti sono mirate a migliorarla ulteriormente”.

 

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