CENTROIN PRIMO PIANOL’INTERVENTOPOLITICA

Da più di 40 anni a Senigallia si parla delle casse di espansione sul Misa

Da più di 40 anni a Senigallia si parla delle casse di espansione sul Misa

Luigi Alberto Weiss: “Un tempo incredibile per una questione fondamentale per la vita cittadina”. “La siccità dei mesi scorsi ha “cementificato” il corso dei fiumi, rendendo impossibile l’assorbimento di eventuali piogge”

di LUIGI ALBERTO WEISS

SENIGALLIA – I progetti per le strutture necessarie a fronteggiare eventuali alluvioni, come quelli delle casse di espansione sul fiume Misa a Senigallia, sono in discussione da oltre quarant’anni.

Un tempo incredibile per una questione fondamentale per la vita cittadina. Un tempo scandaloso se si pensa che sono serviti solo pochi mesi, nella medesima realtà, per costruire due grandi centri commerciali (tra l’altro entrambi a ridosso di due fiumi, uno dei quali è appunto il Misa).

Chi ha governato le diverse amministrazioni pubbliche coinvolte hanno sempre rinviato la decisione definitiva sulle casse di espansione e messo tutto in secondo piano per non compromettere soprattutto gli eventuali consensi elettorali di gruppi, comitati, associazioni superficialmente schierati su posizioni puramente accademiche, degne al più di qualche convegno di esperti che non per una soluzione operativa al problema.

Responsabilità di governo certo, ma lo stesso di coloro che, dall’opposizione, è sempre stato pronto a dare man forte a ogni critica, senza preoccuparsi molto della loro fondatezza, degli effetti e badando sempre a qualche vantaggio politico. I risultati sono tragicamente sotto gli occhi di tutti, purtroppo.

Per tutti poi appare ridicolo e ipocrita tentare una giustificazione affidandosi all’immagine da “albero degli zoccoli” della realtà, con un territorio che non può più contare sui contadini che un tempo pulivano i fossi, regolavano torrenti, tagliavano la vegetazione lungo le sponde dei fiumi. Questi contadini non esistono più perché nelle campagne non vive e non lavora più nessuno.

La manutenzione del territorio va fatta dagli Enti pubblici, con interventi costanti, mediante tecniche moderne che tengono conto dei mutamenti ambientali anche potenziali; la siccità dei mesi scorsi ha “cementificato” il corso dei fiumi, rendendo impossibile l’assorbimento di eventuali piogge.

Parallelamente a ciò occorre incoraggiare la formazione dei giovani nel settore della tutela e salvaguardia ambientale, tanto per la progettazione quanto per l’esecuzione. Non tutti debbono diventare esperti informativi o influencer.

 

QS – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.quisenigallia.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *