Campanile dopo l’alluvione: “Il sindaco fa la vittima, invece è il momento di essere propositivi”
Campanile dopo l’alluvione: “Il sindaco fa la vittima, invece è il momento di essere propositivi”
di GENNARO CAMPANILE*
SENIGALLIA – Nel primo Consiglio comunale post alluvione sarebbe stato auspicabile un atteggiamento diverso da parte del Sindaco. Ci si aspettava un resoconto dettagliato della situazione attuale e dello stato delle infrastrutture, un po’ di numeri, l’indicazione delle linee operative impartite, un incoraggiamento ai cittadini, qualche indicazione sulla “visione” che ha l’Amministrazione di dx sulla gestione futura del territorio.
Invece niente di tutto questo ma una lamentela continua sulle inadempienze degli altri o del sistema, nessuna autocritica ed un po’ di autocelebrazione nel ricordare le tante mail/pec inviate a tutti (un Sindaco che si limita alla burocrazia è un Sindaco a metà).
Che il sistema d’allerta regionale abbia fatto flop è una certezza come pure che è una stupidaggine sostenere (comunicato della Regione) che l’evento di due settimane fa capiti ogni mille anni, trasformando un parametro tecnico di probabilità in uno di frequenza.
E’ anche vero però che in due anni l’Amministrazione di Olivetti non ha migliorato nulla: ha abolito i Dirigenti in grado di assumersi responsabilità di ruolo (ed le conseguenze per i cittadini si vedranno proprio in questa occasione), con i comuni della vallata Misa/Nevola ha condiviso la promozione turistica ma non la protezione civile (sic!), non ha preso una decisione una in direzione opposta rispetto al passato sulla gestione del territorio, nella sua squadra annovera anche chi 20 anni sosteneva a squarcia gola una zona artigianale tra il Pianello d’Ostra (disastrata) e Bettolelle, non ha potenziato nessuna delle iniziative esistenti per avvisare la popolazione del disastro imminente, non ha migliorato il sistema di allerta sms. Tralasciamo poi il diniego iniziale a chiamare l’Esercito per aiutare la popolazione per mancanza di necessità (doppio sic!).
Ad oggi poi la viabilità nel centro storico non è stata ancora adattata alla chiusura del Ponte Garibaldi (si potrebbe invertire il senso di marcia di via Pisacane e di via Cavallotti lato sud) rendendo difficile l’accesso alle attività economiche.
Il Sindaco poi ha fatto riferimento più volte alla precedente alluvione (rottura degli argini ma non esondazione in città) per tacitare l’attuale minoranza che in quegli anni governava Senigallia. Riferimento incauto perché Ostra, di cui Olivetti è stato sindaco dal 2010 al 2015, è stata tra i Comuni più colpiti dall’alluvione: potrebbe rassicurare i senigalliesi sulla sua lungimiranza indicando che cosa ha fatto per mitigare/ridurre l’esondazione del Misa a casa propria, ridurre la portata di acqua a valle, implementare un sistema di allerta locale dal momento che ha ricordato che “l’acqua non va in sù”. Anche il Presidente Bello per Ostra Vetere, che si trova nella stessa situazione, dovrebbe essere chiamato a rapporto.
In Consiglio Comunale il Sindaco Olivetti ha detto “basta”. Forse intende spezzare il coacervo di interessi che ruota intorno alla cementificazione? Sì, parliamoci chiaro, perché di interessi ce ne sono tanti: quelli del proprietario terriero che si arricchisce con il passaggio da agricolo ad edificabile, quelli dei costruttori-intermediari-professionisti, quelli del Comune che aumenta le entrate con gli oneri di urbanizzazione, quelli dei privati a cui viene dato il permesso di ricavare vani sotto il livello del fiume per garage trasformati spesso in tavernette se non in mini-appartamenti.
La sua “visione” si ferma alla passività delle vasche di espansione (la cui efficacia il Consigliere di Maggioranza Schiavoni ha demolito nella attuale progettazione) o pensa ad un parco fluviale del Misa che oltre alla mitigazione del danno trasformi il fiume da mostro in risorsa? Insieme ai comuni della vallata pensa di organizzare un servizio di allerta e di protezione civile territoriale dal momento che a Senigallia si concentrano tutte le precipitazioni dell’entroterra? Pensa di rispolverare il progetto di avviso sonoro di pericolo imminente elaborato dagli uffici subito dopo l’alluvione del 2016? Proporrà incentivi consistenti per l’abbandono delle aree fluviali? Non ha detto nulla, in perfetto stile olivettiano. Forse sanno qualcosa gli Assessori o i Consiglieri di maggioranza ma tutti hanno taciuto (come sempre).
Per la prima volta si è sentito il Sindaco parlare di unità di intenti. Era ora! Per l’ospedale non l’ha fatto e non ha raccolto mai l’invito di Amo di Senigallia a fare massa critica insieme alle Minoranze, ai Consiglieri regionali senigalliesi, ai Comitati. Non l’ha fatto neanche per la Fondazione che è messa male, malissimo. Non l’ha fatto quando ha accettato che Bello imponesse un Regolamento Consigliare che stende una pioggia di cloroformio sulle assisi. Se ora si è rinsavito sarebbe un bene ma occorrono i fatti e non solo le parole. Senza fatti e proposte concrete si tratta solo di opportunismo politico.
Noi dobbiamo convivere con il Misa, è una certezza. Possiamo ridurre o mitigare le conseguenza di eventi estremi fino a ridurle a poca cosa ma non possiamo eliminarle. Come per il terremoto. Quello che non possono fare gli Amministratori pubblici è lamentarsi senza decidere oppure non prendere decisioni giuste per il bene collettivo ma impopolari per qualche categoria. Una cosa condividiamo: occorre dire basta agli interessi individuali ed ora governa la destra. I senigalliesi due anni fa hanno scelto di essere governati da Olivetti e dalla destra: spetta a loro fare il primo passo ora.
*Capogruppo AmoSenigallia
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