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“Vogliamo una città da abitare non da evacuare ad ogni temporale”

“Vogliamo una città da abitare non da evacuare ad ogni temporale”

Presa di posizione di Spazio Comune Autogestito Arvultura – Senigallia; Potere al Popolo – Senigallia/U.P.-Marche; Brigate di Solidarietà Attiva; Alterego – Fabbrica dei Diritti; Brigate Volontarie per l’Emergenza Marche sulle tortuosità burocratiche del processo di ricognizione

SENIGALLIA – Il 27 ottobre migliaia di senigalliesi e di abitanti della valle hanno consegnato il modulo b1 nella speranza di poter iniziare il percorso di ripristino danni e richiesta di rimborsi.

“Nelle ultime due settimane, come Asterix e Obelix nel tempio dei folli, ci siamo, quindi, avventurati nelle tortuosità burocratiche del processo di ricognizione. Aiutati dall’avvocato Riccardo di AlterEgo Fabbrica dei Diritti che ci ha guidato nella due giorni di autotutela legale del 22-23 ottobre – si legge in una nota diffusa da Spazio Comune Autogestito Arvultura – Senigallia; Potere al Popolo – Senigallia/U.P.-Marche; Brigate di Solidarietà Attiva; Alterego – Fabbrica dei Diritti; Brigate Volontarie per l’Emergenza Marche -, abbiamo iniziato la compilazione della modulistica scoprendo che oltre al danno, la beffa: dichiarazioni ambigue, linguaggio farraginoso, informazioni contraddittorie, richieste e tempistiche impossibili.

“Ai fini della ricognizione ESSENZIALE PER STANZIARE I PRIMI FONDI NECESSARI PER LA RICOSTRUZIONE viene chiesto ad esempio al privato cittadino di fare delle stime sia dei danni che dei costi di ripristino. Una responsabilità immensa, che per molti si è tradotta in consulenze a pagamento o in stime irrealistiche e forfettarie. Ma se i soldi sono pubblici e l’emergenza è collettiva, nazionale, perché la responsabilità di valutare il danno subito è la nostra? Perché l’amministrazione non ha inviato tecnici pubblici, esperti del settore, a tutela del privato cittadino e della collettività?

Le assurdità non finiscono qui: una lettura poco attenta della sez 9 avrebbe potuto far perdere a tanti affittuari il contributo di autonoma sistemazione, dichiarando di rinunciare al CAS a favore di questa prima e provvisoria azione di indennizzo. Anche in questo caso, la totale deresponsabilizzazione delle istituzioni nell’indirizzare la persona di fronte a scelte così complesse (richiedere il contributo, rinunciare al caso) a cui si aggiunge la nebulosità del percorso di ricostruzione, non facilita di certo la compilazione. Soprattutto per coloro che sono ancora in attesa dei risarcimenti dovuti dal 2014.

“L’ordinanza regionale prevedeva l’assenza di personale incaricato per le stime o l’ambiguità di fondo di alcune delle affermazioni contenute nel modulo? No, anzi. In situazioni simili come per il terremoto del centro-Italia, la presenza di esperti del settore è stata garantita. E allora il problema è ancora una volta politico, non tecnico. Come la scelta di adeguare il sistema di allerta e di attivare i piani nazionali di mitigazione e adattamento.

“Come se non bastasse anche le risposte dell’Amministrazione comunale a banali chiarimenti sugli allegati sono risultate contraddittorie. A volte le foto andavano inviate, altre volte non servivano. Chi degli addetti aveva ragione? Il problema non è l’allegato ma l’asimmetria informativa, così come le tempistiche ridotte all’osso e le ambiguità sottese. Perché chi ci rimette in questo contraddittorio ad armi impari non è chi valuta, ma chi viene valutato.

“Di fronte all’obbligo di rimboccarci le maniche e spalare il loro fango, di nuovo, non rimane che un’opzione: organizzarsi. La riserva inserita da tante e tanti, tra le foto del disastro del 15 settembre, dice proprio questo. Assumetevi le vostre responsabilità, mandate personale qualificato e ridateci quanto ci spetta: ricostruzione, prevenzione, messa in sicurezza.

“Questo è solo l’inizio, continueremo a stare in allerta di fronte alle mancanze e all’abbandono delle istituzioni, vicini ai comitati e agli abitanti della valle.

“Vogliamo una città da abitare non da evacuare ad ogni temporale. Per qualsiasi necessità – conclude la nota – scriveteci a: supplegalealluvione@outlook.it

 

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