Fondazione Città di Senigallia, il Consiglio di Stato bacchetta Regione e Comune
Fondazione Città di Senigallia, il Consiglio di Stato bacchetta Regione e Comune
Per la mancata trasmissione dei documenti riguardanti la nomina di Canafoglia. Mangialardi e Romano: “Gli opportunismi e le negligenze della destra rischiano di essere pagate care da dipendenti, ospiti, famiglie e imprese”
ANCONA – Arriva come un fulmine a ciel sereno la nota inviata il 2 novembre dal Consiglio di Stato alla Regione Marche e al Comune di Senigallia dove si lamenta la mancata trasmissione degli atti, necessario a valutare il ricorso presentato da alcuni consiglieri di Senigallia contro la nomina dell’avvocato Corrado Canafoglia a commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia.
L’organo di rilievo costituzionale fa sapere che, qualora Regione e Comune non provvedano in tempi brevi a ottemperare ai loro obblighi, procederà comunque a trattare l’istanza cautelare depositata dai ricorrenti sulla base degli elementi da loro forniti.
“È davvero grave e irresponsabile – affermano i capigruppo del Partito Democratico Maurizio Mangialardi e Dario Romano – che Regione Marche e Comune di Senigallia, a distanza di mesi dalla presentazione del ricorso non abbiano ancora trasmesso al ministero della Sanità la documentazione necessaria al Consiglio di Stato a giudicare il caso. Non sappiamo se le motivazioni di Acquaroli e Olivetti rispondano a criteri di opportunità politica, ovvero alla volontà di tutelare Canafoglia allontanando di mesi il giudizio del Consiglio di Stato su quella stucchevole nomina, oppure se si tratti semplicemente dell’ennesima negligenza amministrativa. Fatto sta che questo monito del Consiglio di Stato certifica non solo la mala amministrazione dei governi della destra, ma forse anche la loro inconfessabile consapevolezza circa l’opacità del percorso che ha portato l’avvocato Canafoglia alla guida della Fondazione Città di Senigallia”.
“Ciò che è peggio però – accusano Mangialardi e Romano – è che i danni più seri Acquaroli e Olivetti li stanno causando al personale della Fondazione, agli ospiti della Rsa e alle loro famiglie, nonché alle imprese che lavorano con l’ente. Infatti, la spada di Damocle che continua a pendere sulla legittimità della nomina di Canafoglia sta pregiudicando il corretto funzionamento della Fondazione, dato che gli atti deliberati dal commissario straordinario, almeno fino al pronunciamento del Consiglio di Stato, rischiano di essere invalidati qualora venisse accolto il ricorso. E con essi le operazioni eseguite dal commissario stesso in questa specie di interregno che va avanti da mesi”.
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