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Dopo l’alluvione la Cisl sollecita un intervento complessivo di rigenerazione territoriale e sociale

Dopo l’alluvione la Cisl sollecita un intervento complessivo di rigenerazione territoriale e sociale

SENIGALLIA – Grazie agli interventi degli ospiti dottor Giovanni Bonprezzi direttore della Caritas di Senigallia, del dottor Maurizio Mandolini, coordinatore Ats8, del dottor Marco Sebastianelli, sindaco del Comune di Trecastelli è stata fatta, su iniziativa della Cisl, una riflessione ed un’attenta disamina sulle emergenze sociali create dalla tragica alluvione del 15 settembre.

Un tessuto sociale ancora lacerato, che vive nell’angoscia di quella terribile giornata e nella paura dei continui allarmi per rischio inondazione. Per questo occorre velocemente usare strumenti innovativi emergenziali per affrontare, con una visione sistematica, la messa in sicurezza del territorio. Non servono singoli interventi ma un intervento complessivo di rigenerazione territoriale e sociale.

Con le conclusioni di Sauro Rossi, segretario generale della Cisl Marche, l’invito a coniugare lo sviluppo sostenibile con l’attenzione al sociale ed il riconoscimento ineludibile dei principi di solidarietà e sussidiarietà.

La Cisl Senigallia continuerà a confrontarsi con tutti i protagonisti sociali e territoriali per definire la strada per uscire dall’emergenza. Siamo consapevoli dell’importanza di generare una visione progettuale e programmatoria di azioni e investimenti per il rilancio del territorio.

QS – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.quisenigallia.it

Un pensiero su “Dopo l’alluvione la Cisl sollecita un intervento complessivo di rigenerazione territoriale e sociale

  • GIORGIO BECCI

    per i senigalliesi la messa in sicurezza può avvenire solo con il rinforzo e l’innalzamento degli argini ed il controllo periodico delle valvole di ritegno nelle fognature, onde evitare la loro funzione di vasi comunicanti, nel tratto che va da Via Tevere alla foce ed in seconda battura anche l’escavo del fiume.
    Tutte le altre opere sono sì importanti ma non risolutive in quanto, se all’interno in poche poche cadono 200 mm. di acqua come a settembre, non c’è vasca che può contenere il flusso.
    p.s.: speriamo che il Ponte Garibaldi non sia sia costruito con le sponde chiuse senza feritoie, come il Ponte degli Angeli perché allora, non oso pensare dove potrebbe arrivare l’onda di ritorno…………….

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