Campanile: “Il lungomare lasciato nell’abbandono, per rilanciare Senigallia non basta la Rotonda”
Campanile: “Il lungomare lasciato nell’abbandono, per rilanciare Senigallia non basta la Rotonda”
di GENNARO CAMPANILE*
SENIGALLIA – La Rotonda a Mare ha un nuovo logo con il quale è stata promossa alla BIT, borsa internazionale del turismo. Il sindaco Olivetti ha presentato il nuovo logo (sarebbe stata una scelta più coinvolgente per la città lanciare un concorso anziché ricorrere all’abituale segretezza) in occasione del 90° anno di costruzione e quale migliore occasione della BIT?
Presentare Senigallia (la Val Mivola, nuovo marchio per la promozione di Senigallia e della vallata, pubblicizzata solo lo scorso anno, è stata battuta alla grande) ha permesso anche di celebrare il grande patrimonio culinario cittadino che può vantare la città con ristoranti stellati, gelaterie e trattorie gourmet, locali in cui si può assaporare la tradizionale cucina di pesce, più o meno povero ma sempre di grande qualità.
I numerosi turisti che sicuramente verranno (pure americani, sembra dalle parole del Sindaco) potranno ammirare il lungomare della movida che va dal porto passando per la rotonda fino al Ponterosso. E partendo dal famosissimo Uliassi passando davanti a tutti i locali più di moda, troveranno (lato mare) tanti quadrati di erbacce spontanee, pieni di trascuratezza, un po’ di rifiuti, oppure terriccio che mette in evidenza l’inciviltà di taluni nostri concittadini.
Ne abbiamo contati circa 100, tanti quante sono le essenze arboree presenti (tra cui le famigerate melie) a cui aggiungere una quindicina di quadrati “chiusi” con cemento. In 30 mesi di gestione del verde targato Campagnolo, la destra senigalliese non è stata capace di provvedere. Non è certo una questione di costo ma di testa. E un bel quadrato di erba selvaggia davanti ad uno dei più conosciuti ristoranti al mondo è sicuramente una bella carta di presentazione. Non sarebbe stato meglio sistemare il tratto di lungomare più frequentato della città rispetto all’installazione di lamine di acciaio di circa 10 cm, pericolose per i bambini ed i pedoni (pure per i ciclisti, spesso anziani, che infrangendo il codice della strada utilizzano il largo marciapiedi per motivi di incolumità personale rispetto al transito nel trafficatissimo Viale Leopardi ) e situate pure davanti agli uffici degli Assessori?
Cento alberelli e cento buchi, a volte in fila indiana, che richiederanno anni per crescere. Alberi e quadrati di erbacce non sono sequenziali (lasciando intendere un piano per dimezzarli) ma hanno una sequenza casuale.
Al Ponte Rosso ci siamo fermati per carità cristiana. Ma gli esponenti della destra senigalliese, frequentatori abituali di alcuni di questi locali, non se ne sono mai accorti?
*Consigliere comunale Senigallia