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Sabato si celebra Dante, tanti i versi del Sommo Poeta dedicati a Senigallia e alle Marche

Sabato si celebra Dante, tanti i versi del Sommo Poeta dedicati a Senigallia e alle Marche

di BARBARA FIORAVANTI

SENIGALLIA – Sabato (25 marzo) è la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri. Diverse cittadine delle Marche, tra cui Senigallia, vantano un legame con il Sommo Poeta, grazie al fatto di comparire nei versi della Divina Commedia.

Gradara si fregia del riferimento più celebre, con la storia d’amore di Paolo e Francesca riportata nel V canto dell’Inferno. È citata anche Fonte Avellana, culla di Pier Damiani, protagonista del canto XXI del Paradiso, insieme al Monte Catria e all’Eremo di Santa Croce.

Il Montefeltro (Inferno, XXVII) è nominato molte volte da Dante, che all’epoca riteneva rappresentasse i colli marchigiani con la rupe di San Leo (Purgatorio, Canto IV), considerato al tempo parte delle Marche.

E poi Fiorenzuola di Focara (Inferno, XXVIII). Vi è, inoltre, una terzina del Paradiso, Canto XXI, che può riferirsi sia a Portonovo che a Loreto. Fano, nel Canto V del Purgatorio è nominata da Jacopo del Cassero, assieme alla definizione più celebre della nostra regione: “se mai vedi quel paese che siede tra Romagna e quel di Carlo, che tu mi sie di tuoi prieghi cortese in Fano”.

Urbisaglia e Senigallia compaiono, in rima tra loro, nel canto di Cacciaguida (Paradiso, XVI), precisamente nei versi 73-78: “Se tu riguardi Luni e Urbisaglia / come sono ite e come se ne vanno / di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, / Udir come le schiatte si disfanno / non ti parrà nuova cosa né forte, / poscia che le cittadi termine hanno”.

La citazione, che riporta l’antico nome della città (Sinigaglia), di cui Dante descrive la decadenza tardomedievale, è il testo dell’epigrafe incisa su una lastra di marmo, che è affissa nelle mura storiche, nei giardini Palazzesi, adiacenti la Rocca Roveresca.

 

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