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Il 2 giugno a Senigallia presidio contro la guerra, per la pace subito

Il 2 giugno a Senigallia presidio contro la guerra, per la pace subito

SENIGALLIA – Facciamo festa perché il 2 giugno 1946 (ovvero tredici mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, il più disastroso conflitto della storia dell’umanità) nacque, per volontà del popolo e con libere elezioni, la Repubblica italiana. Nello stesso giorno venne eletta l’Assemblea Costituente, che il 22 dicembre 1947 (ovvero due anni e otto mesi dopo la fine della stessa guerra) approvò la Costituzione della Repubblica italiana, che recita:

Articolo 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli

e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;

consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;

promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Il seguente è un passo dell’intervento alla Costituente di Ugo Damiani, rappresentante del Movimento unionista italiano, pronunciato l’8 marzo 1947:

«La guerra, questa follia, questo crimine che sempre ha perseguitato nei secoli l’umanità – perché l’umanità è stata sempre lontana, ed è ancora lontana, da quella forma di civiltà che sia veramente degna dello spirito umano – noi vogliamo eliminarla per sempre, e quindi rinunziamo a questi mezzi di conquista, perché riconosciamo che tutti i contrasti, che qualsiasi contrasto, per quanto grave, per quanto aspro, può sempre essere risolto col ragionamento, poiché il ragionamento – dobbiamo riconoscerlo – rappresenta l’arma più poderosa dell’uomo. Noi rinunziamo alla guerra; non vogliamo più sentirne parlare. Vogliamo lavorare pacificamente; non vogliamo più la violenza. E quest’odio alla violenza, questo odio alla guerra sarà appunto l’orientamento nuovo del popolo».

E allora vogliamo che l’articolo 11 venga applicato, che l’Italia si impegni per assicurare la pace e per promuovere le organizzazioni rivolte a questo scopo. Sostenere che la pace si possa raggiungere col riarmo e con la vittoria di uno sull’altro significa essere fuori dalla Costituzione, alimentare la guerra, ignorare il rischio di un esito nucleare del conflitto.

 

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