Senigalliese condannato per aver attaccato nel 2015 l’allora candidato sindaco Roberto Paradisi
Senigalliese condannato per aver attaccato nel 2015 l’allora candidato sindaco Roberto Paradisi
di ELPIDIO STORTINI
SENIGALLIA – Condanna definitiva per il senigalliese Riccardo De Amicis che, con ingiurie, allusioni infondate e veri propri attacchi alla sfera morale e professionale dell’avvocato Roberto Paradisi (nella foto) al tempo candidato a sindaco, aveva contribuito a riscaldare il clima della campagna elettorale del 2015.
Dopo la conferma in appello della condanna (il Gip di Ancona lo aveva condannato in primo grado alla pena di 800 euro di multa, pagamento delle spese legali e risarcimento danni all’immagine del noto professionista senigalliese per 5 mila euro), il De Amicis – che alle ultime elezioni si è poi candidato con la Lega – aveva fatto ricorso in Cassazione, patrocinato dall’avvocato Corrado Canafoglia, sostenendo la legittimità degli attacchi sotto il profilo della “critica politica”.
Il ricorso è stato dichiarato “totalmente inammissibile” dalla Suprema Corte che ha condiviso pertanto la decisione sferzante della Corte di Appello di Ancona che, tra le altre cose, aveva scritto: “E’ evidente che espressioni come ‘pijetela ander c…’ non possono trovare spazio nell’ambito della dialettica politica”.
Inoltre, la Corte aveva chiarito che l’esimente del diritto di critica non sussiste quando l’agente “manipoli le notizie o le rappresenti in modo incompleto in maniera tale che ne risulti stravolto il fatto“ in riferimento alla suggestione sul “condannato in via definitiva” operata allora dal De Amicis sui social in relazione alla vicenda di una multa amministrativa per circolazione in zona a traffico limitato.
“Risulta pacifico – scriveva la Corte – che Paradisi non ha subito condanne penali. Non possono quindi considerarsi lecito esercizio del diritto di critica politica i post in cui il nominativo della persona offesa viene associato ai cosiddetti candidati impresentabili in quanto pregiudicati”.
L’avvocato Roberto Paradisi difeso dalla collega Genny Giuliani e, in Cassazione, dall’avvocato Mirco Minardi, ha espresso soddisfazione non tanto per il provvedimento di condanna quanto “per il punto fermo messo dalla magistratura sui confini inderogabili della critica politica. Io vivo di critica politica – ha commentato l’attuale portavoce di Unione Civici Marche – e ritengo che la critica anche aspra debba andare di pari passo ed essere funzionale alla formulazione di proposte e progetti. L’attacco becero, volgare, allusivo e rancoroso quale quello che ho subito durante la mia candidatura a sindaco per il centro-destra appartengono ad una deriva di inciviltà politica a cui non dobbiamo abituarci”.
E se ancora il risarcimento non risulta corrisposto, l’avvocato Paradisi ha confermato di volere andare fino in fondo e di voler devolvere la somma per progetti finalizzati alla difesa integrata delle donne e delle vittime vulnerabili.
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