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Troppe carenze nel Consultorio di Senigallia, le donne del Pd chiedono di far chiarezza

Troppe carenze nel Consultorio di Senigallia, le donne del Pd chiedono di far chiarezza

SENIGALLIA – In questi giorni si parla dei Consultori e di come sono cambiati, delle lunghe attese per una visita ginecologica, di scarsa prevenzione, di meno risorse per la salute della donna.

Le donne del gruppo di lavoro del PD Disuguaglianze e Diritti Civili, hanno ritenuto opportuno informarsi su come era il Consultorio ed hanno intervistato una sua ex colonna portante, il dottor Carlo Girolametti (nella foto) che le ha aiutate a capire ciò che si sta perdendo.

La legge numero 405 del 29 luglio 1975 definisce i Consultori come servizi sociosanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari. Costituiscono un importante strumento per attuare gli interventi previsti a tutela della salute della donna, nell’arco dell’intera vita, nell’età evolutiva, nell’adolescenza, nelle relazioni di coppia e familiari, nella gravidanza e nella menopausa.

Il Consultorio a Senigallia nasce così tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, sull’onda dei movimenti femministi dell’epoca. Inizialmente erano luoghi di incontro in cui si affrontavano i problemi delle donne con l’aiuto di psicologi ed assistenti sociali. Le consulenze ostetriche e ginecologiche, quando richieste, venivano effettuate dal personale sanitario dell’ospedale e ginecologi in convenzione. Per le donne rappresentavano un porto sicuro, con professionisti motivati a cui rivolgersi nelle fasi più delicate della loro vita. Erano gli anni in cui si iniziava a parlare proprio nei consultori di contraccezione e di tutela di maternità responsabile, sfidando pregiudizi e tabù dell’epoca.

Dal 2000 il Consultorio venne funzionalmente integrato nel Dipartimento Materno-Infantile, tanto che si attuarono due Protocolli operativi tra ospedale e territorio per l’assistenza alla gravidanza fisiologica e per la Ivg. Ciò ha garantito due risultati importanti:  percorsi assistenziali condivisi e netta riduzione delle IVG ripetute. Questo perché il Consultorio dovrebbe essere una realtà funzionalmente integrata nel  Dipartimento Materno- Infantile con il reparto di Ostetricia/Ginecologia e Pediatria . “Dovrebbe” perché non sempre ciò accade. A Senigallia era così.

Nel  Consultorio è stata grande l’attenzione alla fase post IVG, seguendo tutte le donne  che affrontano quel difficile momento anche  nella successiva scelta di contraccezione. Su questo aspetto era stata presa una decisione forte ed importante da parte del personale sanitario del Consultorio. Aiutare la donna ad individuare il metodo contraccettivo più adatto alle sue esigenze, al fine specifico di ridurre le interruzioni di gravidanza specialmente le ripetute. Questo era l’obiettivo.

Così il Consultorio di Senigallia era diventato il punto di riferimento, nella Provincia di Ancona, per ciò che attiene alla contraccezione. A Senigallia si  hanno  a disposizione tutti i metodi contraccettivi riconosciuti, dai vari tipi  di pillola, agli impianti sottocutanei e a tutte le varietà di spirali. Tutti gratuitamente, eccetto la pillola.

Molto importanza veniva data all’attività di consulenza  offerta alle giovani donne e alle adolescenti sulla contraccezione, con la presenza di una ginecologa donna capace di mettere a proprio agio le ragazze e discutere con loro di prevenzione, contraccezione ed altri argomenti che troppo spesso non si affrontano in famiglia; il Consultorio era riuscito anche ad avere accesso nelle scuole, soprattutto nelle medie inferiori, per poter parlare in maniera chiara e precisa di sessualità responsabile.

La nostra è sempre più spesso una società multietnica e questo imponeva come necessaria la presenza di alcune mediatrici interculturali, presenti in Consultorio su richiesta.

Di alto livello, poi, il lavoro svolto dalla équipe delle ostetriche, che offrivano un efficiente servizio di consulenza telefonica a 360 gradi, anche e non solo per dare rassicurazioni e consigli utili ma per svolgere un prezioso filtro all’attività ostetrico/ginecologica ambulatoriale. Ottimo il corso di preparazione al parto organizzato e offerto da loro a tutte le gestanti. E nonostante il numero delle ostetriche fosse inferiore ad altre realtà regionali, avevano un  numero di  prestazioni eseguite (pap test   tamponi vaginali e attività di consulenza) nettamente superiore ai consultori limitrofi.

Al Consultorio di Senigallia, per queste specificità, era stata riconosciuta dall’Asur, una Unità Operativa Semplice di assistenza ambulatoriale alla gravidanza fisiologica.

Era inoltre attivo un ambulatorio ginecologico con colposcopia ed ecografia  per per la prevenzione oncologica delle patologie cervico-vaginali ed endometriali, dove si potevano praticare, in sicurezza, anche biopsie e piccoli interventi.

Informazione, consulenza e trattamento venivano assicurati anche per  un altro momento delicatissimo nella vita di una donna: la menopausa.

Ed oggi qual è la situazione?

Si è assistito, negli ultimi 2/3 anni ad un graduale peggioramento della situazione con cambiamenti pesanti. Anche il Consultorio ha avuto un drastico calo di personale. E carenza di personale vuol dire, sostanzialmente, dover fare delle scelte sui servizi offerti e quali di questi ridurre o tagliare.

Attualmente il Consultorio di Senigallia continua ad offrire un ottimo servizio per l’assistenza in gravidanza, per l’IVG e di prevenzione  con i Pap test.

Ma è venuta meno, per le gravi carenze di personale che si sono registrate, l’attività di consulenza in materia di contraccezione e prevenzione. Non c’è più la mediatrice interculturale. E’ stato chiuso, a dicembre 2020, anche l’ambulatorio per la prevenzione oncologica.

Un dei due  ginecologi dipendenti che è andato in pensione, è stato sostituito solo dopo circa un anno e con un medico a convezione, passando così da 38 ore di presenza a sole 18 (per altro ora la dottoressa incaricata è  in maternità e non sostituita). Di conseguenza qualunque attività non collegata alla gravidanza o alla IVG o ai Pap test è diventata un miraggio, con tempi di attesa insostenibili.

Inoltre, da gennaio 2021, è stata tolta l’Unità Operativa Semplice per l’assistenza alla gravidanza fisiologica. E sebbene ciò non incida sulla qualità del servizio grazie alla competenza della  ginecologa dedicata e delle ostetriche, rappresenta uno schiaffo a Senigallia e al significato che il suo Consultorio aveva acquisito nel tempo.

Nel 2017 il Consultorio di Senigallia era stato individuato come sede sperimentale per l’interruzione farmacologica della gravidanza. Nel 2020 tutto era, quindi, pronto per poter recepire le linee guida enunciate dall’allora Ministro della Salute, Roberto Speranza. L’idea di fondo, di queste indicazioni, era che tutto il percorso per giungere all’interruzione farmacologica (che, ricordiamolo è molto meno invasiva di quella chirurgica) venisse svolto all’interno del Consultorio, anzichè presso la struttura ospedaliera dove ancora oggi viene assunto il farmaco.  La donna, quindi, sarebbe stata seguita in questa scelta, sia prima che durante che dopo, dal solo Consultorio, con un servizio a lei dedicato. Ma la scelta dell’attuale Giunta Regionale (settembre 2020) è stata, invece, di bloccare completamente la possibilità di far gestire ai Consultori la pillola RU486. Quando invece, proprio il Consultorio dovrebbe essere il servizio accreditato per la gestione della interruzione farmacologica. A maggior ragione a Senigallia dove già da almeno 6 anni si era messo a punto un altro Protocollo per la Ivg farmacolgica e si era perfettamente in grado di prendere in carico le donne che avessero fatto  questa libera scelta.

Una considerazione finale da noi donne del gruppo di lavoro del PD “Diseguaglianze e Diritti Umani”  sullo stato attuale del Consultorio. Un profondo dispiacere e rammarico perché tutto il lavoro  fatto nel tempo con  fatica, buona volontà e competenza oggi rischia di fermarsi o andare perso.

Il motivo principale? Si chiama mancanza di personale in primis che si aggiunge ad una attività politica regionale a guida Acquaroli totalmente assente e disinteressata sui temi a difesa dei diritti delle donne.Senza il personale e senza una linea politica è impensabile  di poter continuare ad offrire tutti i servizi di prevenzione  e di tutela della salute e della qualità della vita delle donne che prima si avevano  e venivano offerti.

Ma allora individuato il motivo viene spontaneo chiedersi, perché manca il personale? Di chi è la responsabilità se non di chi attualmente ha la responsabilità dell’Asur (oggi AST) ?  Perché non si sceglie più di investire in questo Settore? È una scelta ideologica? C’è ancora interesse ad intervenire su una situazione anomala che porta le donne ad una attesa di sei mesi per una visita ginecologica? Interessa a qualcuno tornare a parlare di prevenzione? E di considerare la donna protagonista, a prescindere dal  ceto sociale, dalla  religione, dalla età e dal colore della sua pelle? Sarebbe opportuno avere delle risposte a queste domande anziché proporre l’accesso nei Consultori ai volontari del Movimento per la vita.

Le donne vogliono e meritano altro!

 

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