Mangialardi: “Per la struttura sanitaria di Arcevia servono risposte concrete, non vuoti proclami”
Mangialardi: “Per la struttura sanitaria di Arcevia servono risposte concrete, non vuoti proclami”
di MAURIZIO MANGIALARDI*
ANCONA – Con un comunicato imbarazzante, nel quale cerca di difendere l’indifendibile, la ex assessora regionale e oggi parlamentare Giorgia Latini ci informa che la struttura sanitaria di Arcevia avrà “un ruolo importante nella sanità di prossimità”. Non ci dice né con quali risorse, né con quale personale dedicato, né con quali servizi offerti, ma con una pacca sulla spalla garantisce alle comunità della Val Misa e della Val Nevola che sarà proprio così.
Purtroppo per i cittadini, sono e saranno gli atti amministrativi e non le promesse, peraltro generiche e inconsistenti, a decidere del destino di un presidio di eccellenza come quello di Arcevia, formalmente declassato dal PSSR 2023-2025 a “country hospital”, mentre avrebbe dovuto e potuto essere classificato come Casa della Comunità spoke e ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta dotata di 20 posti letto di cui 8 per cure intermedie e 12 di RSA, accogliendo la richiesta esposta a più riprese dal Sindaco Perticaroli.
Il depotenziamento di Arcevia è stato sancito a chiare lettere dal Piano approvato dalla destra, altro che propaganda! Un provvedimento, peraltro, pienamente coerente con il nulla assoluto prodotto dalla Giunta Acquaroli rispetto alle politiche sanitarie per l’entroterra e in particolare per la Val Misa e Val Nevola. Alla ex assessora Latini, che denuncia “la mancata programmazione da parte delle giunte di centrosinistra” (e certamente ci sono state delle mancanze nel passato, non ho problemi ad ammetterlo), vorrei chiedere che cosa ha fatto lei per Arcevia e il comprensorio nei 2 anni e mezzo nei quali è stata amministratrice regionale, prima di fuggire a Roma per andare in Parlamento. Il comunicato stampa di ieri è stato il primo segno di vita… Meglio tardi che mai!
Sempre a proposito di “meglio tardi che mai”, fa sorridere la disponibilità ora dell’assessore alla sanità Filippo Saltamartini a visitare la struttura di Arcevia. Per quale motivo l’assessore ha disertato il consiglio comunale aperto del 1 Agosto, al quale pure era stato invitato, così come il Presidente Acquaroli?
Quella sarebbe stata un’occasione veramente utile di ascolto del territorio. Adesso che i buoi sono scappati dalla stalla, e il Piano è stato approvato, l’eventuale visita non sarebbe altro che una inconcludente gita fuori porta.
Farebbero meglio, l’assessore e tutta la maggioranza, a parlare con i fatti, non con le passerelle. Invece di andare ad Arcevia, li invito e li sfido a calendarizzare come urgente ed approvare nel primo Consiglio Regionale utile dopo la pausa estiva la mozione che ho depositato proprio stamattina nella quale si chiede di modificare il Piano trasformando la struttura di Arcevia da “country hospital” a “casa della comunità”.
Questo sì che sarebbe un gesto concreto, capace di dare risposte a tutta la vallata, anche a Senigallia, nonostante l’assessora Campagnolo sembri non comprendere che il declassamento avrà ripercussioni anche sull’Ospedale di Senigallia, già in grande difficoltà. Forse non coglie la stretta interconnessione tra i servizi sanitari offerti sulla costa e nell’entroterra: d’altronde, non essendosi mai occupata della struttura sanitaria di Arcevia probabilmente non comprende il ruolo di filtro che, se fosse stata riconosciuta come Casa della comunità, avrebbe potuto svolgere.
Rimaniamo in attesa di azioni efficaci: quelle sono le risposte che attendono i cittadini, non proclami vacui e poco seri, che danneggiano innanzitutto la credibilità di chi li scrive.
*Capogruppo del Pd in Consiglio regionale delle Marche
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