CRONACAIN PRIMO PIANOSERRA DE' CONTI

Angela Lenoci: “Il Parlamento deve riformare con scrupolo l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro”

Angela Lenoci: “Il Parlamento deve riformare con scrupolo l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro”

Ci ha scritto la zia di Giuseppe, lo studente morto a 16 anni – a febbraio 2022 – in un incidente stradale a Serra de’ Conti. “Chiediamo agli organi inquirenti di fare piena luce anche sulle altre figure aziendali che lo avevano preso in carico”

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta:

“Gentile direttore, Le scrivo a cuore aperto. Sono Angela Lenoci, zia del giovane Giuseppe Lenoci, lo studente morto a 16 anni in un incidente stradale mentre stava partecipando a un progetto di alternanza scuola-lavoro, a febbraio del 2022, a Serra de’ Conti, nelle Marche.

“La tragica vicenda è sfociata in una indagine penale il cui sviluppo più recente è l’iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Ancona, riguardante il titolare della ditta di termoidraulica presso cui il nostro adorato Giuseppe svolgeva lo stage. Per l’imprenditore l’accusa è omicidio colposo. Il suo nome si aggiunge all’altro indagato, vale a dire il conducente del furgone, al quale si contesta l’omicidio stradale.

“La nostra famiglia è grata al magistrato inquirente per l’impegno profuso nell’accertare le responsabilità dell’accaduto, non solo per il nostro legittimo desiderio di verità ma perché l’attenzione della Legge verso il dramma di Giuseppe deve servire a evitare che simili fatti si ripetano, e in particolare a sollecitare il Parlamento a riformare con scrupolo l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro.

“In questa ottica – che, mi creda, rifugge decisamente da ansie giustizialiste né tanto meno forcaiole -, attraverso la Sua autorevole testata giornalistica, noi familiari di Giuseppe chiediamo agli organi inquirenti di fare piena luce anche sulle altre figure aziendali che avevano preso in carico lo studente mio nipote e che eventualmente avallarono o autorizzarono la sua trasferta su un cantiere a 120 chilometri dalla stessa sede aziendale.

“La mia famiglia e io, infatti, non riusciamo ancora a capire la necessità imprescindibile della trasferta per un minorenne che non era un apprendista né il classico “ragazzo di bottega” ma uno studente coinvolto in una esperienza sostanzialmente di pre-pre-orientamento professionale. Con stima”. (Angela Lenoci)

 

 

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