EVENTIIN PRIMO PIANOSENIGALLIA

Già raccolte a Senigallia 750 firme per ripristinare lo striscione dedicato a Giulio Regeni

Già raccolte a Senigallia 750 firme per ripristinare lo striscione dedicato a Giulio Regeni

SENIGALLIA – Dalla Rete per la pace subito di Senigallia riceviamo:

“Il 19 febbraio, giorno precedente all’avvio del processo a carico dei quattro agenti dei servizi segreti dell’Egitto accusati di aver rapito, torturato e ucciso Giulio Regeni, abbiamo lanciato su change.org la raccolta firme come sostegno alla richiesta di rivedere sulla facciata del Palazzo comunale di Senigallia lo striscione con la scritta “Verità per Giulio Regeni”, senza dimenticare che tenere desta l’attenzione su Giulio non è soltanto un fatto emozionale, ma una questione strettamente connessa con l’andamento del processo.

“Il 20 febbraio scorso, infatti, davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma, erano chiamati a comparire il generale Sabir Tariq e i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. I quattro sono imputati per il reato di sequestro di persona pluriaggravato; al solo Magdi Ibrahim Abdelal Sharif è contestato anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato.

“Erano otto anni che aspettavamo questo momento”, hanno commentato i genitori di Giulio; “finalmente speriamo che il processo possa partire”. Giusta preoccupazione, perché quel martedì in aula c’erano loro, ma non gli imputati – assenza dovuta alla mancata collaborazione dell’Egitto di Al Sisi che non ha provveduto a notificare i quattro agenti gli atti che li avvisavano dell’udienza”.

“La circostanza aveva messo subito il processo su un binario morto. Con le eccezioni preliminari sollevate, poi, i difensori dei quattro agenti chiedevano che fosse dichiarata la nullità del decreto che dispone il giudizio, con l’argomento che lo Stato italiano non ha giurisdizione per poter procedere fuori d’Italia.

“Tutto questo prima dell’intervento della Corte Costituzionale che invece ha stabilito che si può procedere. “Nei casi di tortura, ha dichiarato la Corte, quando lo stato straniero non collabora, il processo si può tenere senza le notifiche”.

“Speriamo, insomma, di avere un processo giusto contro chi ha fatto tutto il male del mondo a Giulio” – ha commentato l’avvocato Alessandra Ballerini, legale assieme al collega Giacomo Satta dei genitori di Giulio Regeni.

“Appuntamento dunque alla prossima udienza, che si terrà lunedì 18 marzo e ve ne riferiremo.

“In questo momento siamo a 750 firme ed il nostro obiettivo è di arrivare a 1000 per dare maggiore sostegno e visibilità a questa iniziativa che vuole tenere alti in Città i valori democratici di rispetto della Legge e del senso di Umanità, in questo caso anche nei confronti delle giovani e dei giovani che vivono e lavorano all’estero, ma che riguardano in senso più ampio il diritto spesso negato a regolare la nostra vita secondo gli ideali di verità e giustizia.

“Rinnoviamo quindi l’appello alla cittadinanza che voglia sottoscrivere la proposta di ripristino e di sostegno della memoria intorno a Giulio Regeni, e al Sindaco di fare la sua parte nell’accoglierla come desiderio e volontà di molti senigalliesi.

“La raccolta continua online sul sito di change.org al questo link:  https://chng.it/HpYLPxQjFw

“Aiutaci a raggiungere questo obiettivo firmando e chiedendo di firmare: ti terremo al corrente dei passi successivi”, conclude la Rete per la pace subito di Senigallia.

 

QS – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.quisenigallia.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *