Maxi investimento di 21 milioni di euro per far crescere la OrtoVerde di Cesano
Maxi investimento di 21 milioni di euro per far crescere la OrtoVerde di Cesano
L’azienda ha progettato di realizzare una moderna cella frigorifera per lo stoccaggio dei prodotti. Ma il Comune di Senigallia non ha ancora concesso l’autorizzazione
SENIGALLIA – C’è preoccupazione, a Senigallia e nel suo comprensorio, per il futuro della OrtoVerde, l’azienda ortofrutticola di Cesano.
E questo avviene dopo il diniego ad un maxi investimento di 21 milioni di euro (in parte finanziati con fondi del Pnrr). Il tutto con inevitabili riflessi, sotto il profilo economico ed occupazionale, per Senigallia ed il suo territorio.
E’ dell’altro giorno la notizia che il MIPAAF ha emanato il decreto di finanziamento, a favore di OrtoVerde, per un contributo a fondo perduto di 8.771.000 euro a valere su un investimento di oltre 21.000.000 di euro per la realizzazione, a Cesano, di fronte all’attuale stabilimento, di una moderna cella frigorifera per lo stoccaggio della merce della società cooperativa, leader in Italia nella produzione e commercializzazione di prodotti surgelati.
OrtoVerde è infatti, come è stato ribadito anche questa mattina dal suo presidente Giampaolo Pettinari, la prima azienda manifatturiera del territorio di Senigallia, con oltre 200 addetti e 50 milioni di fatturato, e l’unica, nelle Marche, ad aver avuto accesso ai fondi per la logistica messi a disposizione dal PNRR.
Si paventa tuttavia il rischio di perdere questa occasione di crescita e sviluppo per l’intera economia agricola regionale a causa di inspiegabili ostacoli burocratici locali, come è stato ribadito questa mattina nel corso di una conferenza stampa nei locali dell’azienda.
Il presidente dottor Giampaolo Pettinari, unitamente ai tecnici ed ai progettisti, ha illustrato l’importante progetto, soffermandosi sulla sua rilevanza per il futuro aziendale. All’incontro hanno preso parte anche la direttrice dello stabilimento Caecilie Hechtel, il responsabile Ferdinando Brefar e l’architetto Nazzareno Petrini.
Nel corso dell’incontro sono state anche approfondite le osservazioni presentate al Comune di Senigallia per rimuovere gli ostacoli al preannunciato diniego all’autorizzazione a costruire una moderna cella frigorifera che metterebbe seriamente a repentaglio il mantenimento dell’intero ciclo produttivo nello stabilimento.
Purtroppo, sempre più spesso, si parla di filiera, di tracciabilità, di salubrità e sicurezza alimentare. Argomenti frequentemente sbandierati e pubblicizzati ma che, in molte circostanze, rimangono solo buoni intendimenti e quasi mai misurabili.
Ci sono tuttavia realtà che, partendo dal basso e dalla convinzione di poter essere presenti sul mercato con prodotti che offrono queste garanzie, possono al contempo rappresentare una risorsa vitale per lo stesso lavoro agricolo e per l’impegno di centinaia di aziende.
Ed è quello che sta portando avanti da quasi un ventennio la società consortile OrtoVerde Scapa – è nata nel 2007 dopo la chiusura della Scac – che, attraverso la cooperativa di produttori di base Cov Alm Op (Cooperativa orticola valli delle Marche) raggruppa oltre 800 soci, soprattutto nelle Marche e nella vicina Umbria, con appendici in Emilia Romagna, Abruzzo, Molise e Puglia.
Nei due gli stabilimenti di Senigallia e Rotella il Gruppo trasforma annualmente oltre 400.000 quintali di vegetali surgelati (piselli, fagioli, fagiolini, spinaci, cavolfiori, verza, bieta, ingredienti per minestrone, pomodoro, aromi, ecc.) provenienti direttamente dai propri produttori e destinati alle più importanti catene della GDO o del catering nazionali, con una significativa presenza anche all’estero (soprattutto negli Stati Uniti dopo viene esportato il 15% del prodotto realizzato).
Oggi il gruppo, che ha raggiunto un fatturato di oltre 50 milioni di euro, impiega più di 400 maestranze dirette, oltre all’indotto di fornitori di servizi, trasportatori, ecc. e rappresenta un’importante (in certi territori unica) occasione di occupazione.
Si può ben dire che il settore delle verdure surgelate rappresenta oggi una delle più importanti realtà agro-industriali di tutta la regione che, a sua volta, rappresenta un distretto del freddo tra i più importanti d’Italia, con ben tre stabilimenti di trasformazione (Senigallia, Rotella e Porto d’Ascoli).
La struttura consortile della OrtoVerde garantisce un filo diretto con il mondo agricolo, in grado di offrire prodotti coltivati direttamente dai soci, assistiti da agronomi e tecnici in tutte le fasi colturali. Gli ortaggi sono coltivati annualmente su una superficie impegnata di oltre 8.000 ettari e rappresentano oltre il 50% della produzione marchigiana di ortive destinate alla trasformazione industriale.
L’obiettivo è quello di concentrare sempre più la materia prima in un unico soggetto per una piena valorizzazione del percorso di filiera, fino alla vendita del prodotto confezionato al consumatore.
Tutte le produzioni sono tracciate lungo il percorso di filiera e certificate. Ciò ha permesso di espandere il raggio d’azione sul mercato acquisendo oltre ai tradizionali clienti operanti nel settore (C.S.I. Findus, Orogel, Nestlè, Binder, Birds Eye, ecc.), le più importanti catene della grande distribuzione e del catering nazionali e internazionali (Esselunga, Eurospin, Ce.Di.Marche, Bo Frost, Sapori di Mare, Metro Italia, Cir, Camst, ecc.).
OrtoVerde ha inoltre realizzato una linea di prodotti con il marchio “I freschi di campo”, con lo scopo di offrire ai clienti un prodotto di qualità ai prezzi del produttore. Ed attualmente la società senigalliese è proiettata verso un piano di espansione che parte dalla riorganizzazione interna del gruppo, fino alla realizzazione di importanti strutture in grado di supportare lo sviluppo. Nel tempo sono stati avviati e realizzati progetti nel campo della lavorazione e trasformazione industriale, oltre alla produzione di energie alternative (tetti fotovoltaici e trigeneratori), al risparmio idrico ed energetico.
Ed ora, anche attraverso le risorse messe in campo dal PNNR, la società ha intrapreso un progetto di sviluppo che poggia sul miglioramento e sulla dotazione di infrastrutture legate alla logistica. E, per questo, è risultata assegnataria, da parte del MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) di un contributo in conto capitale di 8.711.000 euro, a fronte di un investimento complessivo di circa 21. 736.000 euro per la realizzazione di una moderna cella frigorifera, completamente meccanizzata, in grado di azzerare i costi di trasporto e movimentazione, oltre che a migliorare le condizioni di lavoro degli addetti, non dovendo più operare all’interno di celle a -25 °C.
Per la sua specificità valoriale in termini ambientali e di sostenibiIità, l’investimento riveste alta valenza di pubblico interesse, e proprio per questo è risultata tra i primi, pochissimi, progetti ammessi in ambito nazionale.
La cella – come è stato ribadito questa mattina – verrà realizzata su un terreno di proprietà dell’azienda, a Cesano, ultimo frustolo dell’intera area industriale completamente edificata, tra l’autostrada e la strada della Bruciata.
E va detto chiaramente che la realizzazione della struttura diventa vitale per lo sviluppo dello stabilimento di Senigallia che, altrimenti, vedrebbe fortemente ridimensionati i programmi ed i livelli occupazionali. Fino al rischio di una possibile chiusura.
Quello che maggiormente preoccupa ad oggi sono i tempi dettati dalla burocrazia, in considerazione che il PNNR fissa date precise per la realizzazione degli investimenti (30 giugno 2026).
Ad oggi infatti, a distanza di 18 mesi dalla presentazione del progetto al Suap (6 ottobre 2022), si è avuta una prima conferenza dei servizi – in data 24 gennaio 2024 -, conclusasi soltanto con un preavviso di diniego da parte del Suap in seguito ai pareri negativi della Sovrintendenza e del Comune di Senigallia. Dinigo legato agli aspetti di compatibilità paesaggistica.
La società ha subito presentato le osservazioni, ai sensi dell’articolo 1 della Legge 241/90 che hanno consentito il prosieguo della trattazione della pratica, con una conferenza dei servizi convocata per il prossimo 28 marzo.
Il progetto presentato è pertanto tuttora all’esame degli Enti preposti a rilasciare i permessi a costruire e chiamati a superare i dissensi emersi, come prescritto dalla normativa. “Siamo convinti – ha detto questa mattina il presidente Giampaolo Pettinari – che è interesse della collettività promuovere la realizzazione di un’opera che darà futuro allo stabilimento ed alle centinaia di operatori impiegati”.