Paolo Landi: “Il ponte Garibaldi sballottato tra burocrazia e rimpalli politici”
Paolo Landi: “Il ponte Garibaldi sballottato tra burocrazia e rimpalli politici”
di PAOLO LANDI*
SENIGALLIA – Dal punto di vista pratico non esisterebbe nessun problema per realizzare in sicurezza ponte Garibaldi nella sua sede originale con l’intradosso semplicemente appoggiato alle sponde.
Per l’ennesima volta cercherò ancora di dimostrare come questa ipotesi non è di intralcio a eventuali esondazioni del Misa nel centro storico. Allo stato attuale la portata massima di piena del tratto cittadino è condizionata dalla sezione più critica di ponte degli Angeli incassato tra le sponde alte 3 metri e costretta a transitare in pressione in una sezione di soli 70 mq. con 2 metri di distanza tra intradosso e fondo.
La stessa forma di sezione si ripresenta a 325 metri di distanza in corrispondenza del demolito ponte Garibaldi con identica quota di fondo ma con le sponde alte 5 metri e una sezione di transito di ben 175 mq. con un franco idraulico di sicurezza di 2 metri sopra il massimo livello di piena sostenibile da tutto il tratto urbano e determinato dalla quota di contenimento delle sponde più bassa.
E’ anche sorprendente che non si sia mai presa nessuna posizione alla proposta di approfondire la quota di fondo portandola a combaciare con quella del canale navigabile interno presente ai tempi della antica fiera franca con le proprie vecchie sponde probabilmente ancora staticamente funzionali e distanziate mediamente 4 metri dalle più recenti in muratura.
Questo porterebbe a un incremento delle superficie di circa 75 mq. su tutte le sezioni urbane con uno specifico raddoppio di portata su ponte degli Angeli altrimenti irraggiungibile in altro modo compreso quello di innalzare quest’ultimo sopra le sponde con un incremento di superficie ottenibile di soli 35 mq.
Non aiutano sicuramente le continue e reciproche attribuzioni di responsabilità tra opposizione e maggioranza. Non serve rinvangare il passato ne’ sparare soluzioni insensate, ma una tregua produttiva che porti nell’interesse comune e senza polemiche a trovare una soluzione ragionevole valida per tutti e che porti ad una soluzione di progetto accettabile per questa struttura indispensabile senza essere elemento di degrado.
Il maggior ostacolo è di natura burocratica ed è rappresentato dalle prescrizioni contenute nel decreto ministeriale del M.I.T. del 17 gennaio 2018 che fissa l’elemento statistico per la piena di progetto con un tempo di ritorno di 200 anni e il franco idraulico minimo a 1,5 metri come la distanza fra la quota liquida del progetto di piena immediatamente a monte e l’intradosso della struttura (non parla a mio avviso dell’ipotesi sopraelevazione di 1,5 metri sopra le sponde come inteso dalla regione.
E ci si chiede se è stato fatto lo studio di compatibilità idraulica con la relativa relazione idrologica?). Rimangono ancora dubbi sulla corretta interpretazione delle norme ma anche ammesso giusta quella adottata dalla regione non si giustifica assolutamente un progetto inaccettabile dal punto di vista estetico, funzionale e con un lievitamento di costi non indifferente. L’ostacolo va aggirato con una deroga alle prescrizioni, se è nel potere del vicecommissario all’emergenza, dimostrando quanto già sopra asserito o in seconda analisi richiedendo al M.I.T. di prevedere deroghe alla norma una volta accertate e dimostrate condizioni di non pericolo effettivo, rischiando altrimenti di mettere in ginocchio una moltitudine di situazioni afferenti a tanti centri urbani attraversati da fiumi.
Non si progredisce però con progetti di sistemazione di tratti parziali del fiume senza una seria visione generale d’insieme e senza associare alla difesa idraulica anche lo stoccaggio, le tematiche dell’agricoltura, la valorizzazione ambientale e la potenzialità turistica. Così si dilapidano solo ingenti risorse senza un ritorno di risultati apprezzabili, ma questa è un’altra storia.
(In alto le sezioni di ponte degli Angeli e ponte Garibaldi senza e con ampliamento)
*Ingegnere
ha ragione da vendere, dragando il fiume e facendo manutenzione periodica avremmo la soluzione definitiva, senza modificare il Ponte degli Angeli e senza dover fare opere ingombranti al posto del Garibaldi