I partiti dell’opposizione: “Lasciate in pace i fiumi”
I partiti dell’opposizione: “Lasciate in pace i fiumi”
SENIGALLIA – Dal Partito Democratico, Diritti al Futuro, Vivi Senigallia e Vola Senigallia riceviamo e pubblichiamo questo contributo al dibattito aperto sul futuro del fiume Misa:
“Il convegno di venerdì, svoltosi al “Gabbiano” e promosso dal Gruppo Imprenditori Senigalliesi e dalla Fondazione Caritas con forte partecipazione di cittadini e di imprese sul tema complesso “Rischi Imprese Prevenzione Sviluppo” è stato importante, anzi, secondo noi, molto importante.
“La presenza e l’intervento di Mario Tozzi, geologo, primo ricercatore CNR e divulgatore scientifico molto apprezzato, hanno portato finalmente anche qui da noi ossigeno culturale europeo e nazionale, certamente raro.
“Lo scenario è presto detto: saluto istituzionale del sindaco Olivetti, che comunica di doversi assentare brevemente per i soliti “improrogabili impegni ufficiali”. Invece non si è più visto! Un assessore o almeno un consigliere della maggioranza erano in sala? Forse che sì, forse che no. Faranno sapere: nel caso, si tratta comunque di inopportunità grave, secondo noi.
“Segue l’ingegner Babini, Regione Marche, il vero Commissario straordinario per il post-alluvione. Dopo parole in libertà su opere ciclopiche, che neanche i Faraoni d’Egitto avrebbero pensato, vengono descritti i procedimenti in atto, da cui possiamo estrarre per brevità una sola nuova informazione importante: il 16 maggio in Regione due Università e la Fondazione CIMA (soggetti tecnico-scientifici) illustreranno indagini e studi ed un sistema di proposte per la riduzione del rischio.
“Non è chiaro: idee – un piano organico – programmi – progetti o cosa? Comunque ci segniamo in agenda la data e chiederemo-valuteremo la documentazione finalmente in arrivo sul tavolo del Commissario. Per il resto, non una parola sui ponti a Senigallia e in tutta la valle, né sul cantiere quasi fermo della vasca di Bettolelle-Brugnetto!
“Poi Mario Tozzi. “Lasciate in pace i fiumi” questo il principio generale, scientificamente documentato, da cui partire per ridurre il rischio idrogeologico in zone molto e male urbanizzate come sono valli e versanti italiani; la valle del Misa-Nevola non fa eccezione, pur non arrivando agli estremi della pianura padana o di certe isole molto turistiche. Le vittime ed i danni anche recenti lo dimostrano, purtroppo.
“Qui, dopo oltre dieci milioni di euro spesi per interventi in “somma urgenza”, (se continua così , finirà chissà quando!) e grazie agli “scienziati da tastiera”, ma soprattutto al populismo senza freni di Regione Marche, Commissario Straordinario e Comune di Senigallia dobbiamo purtroppo dire che la sicurezza del territorio è diminuita, non aumentata! Di fumo negli occhi della gente per stupire e “far vedere di fare” ne è stato prodotto tanto.
“L’esito, per ora, è il seguente: alvei larghi e canalizzati, sfregio della biodiversità e dei paesaggi fluviali, sabbie e limi depositati come capita (vedi casello A14), aumento della velocità e della quantità delle acque di piena in arrivo in città, dove la capacità di deflusso è di circa 300mc/s a fronte di una portata massima di 590 mc/s nell’alluvione del 2014. Se poi disgraziatamente la crisi climatica recasse un’altra tempesta simile a quella del settembre 2022, la situazione sarebbe ancora più grave.
Che non accada mai più è un’umana speranza di tutti noi, ma non basta.
“Si dovrebbero quindi “rinaturalizzare i fiumi”, studiare e riprodurre gli esempi molto concreti e ben più complessi già realizzati in Germania, Francia e altrove. Si dovrebbero realizzare in pochi mesi – un anno le prime vasche di espansione; non “i cinque anni per dormire sonni tranquilli” di una famosa incredibile dichiarazione dell’ingegner Babini di qualche mese fa. Ripetiamo ancora una volta che il ponte San Giorgio di Genova è stato realizzato in 15 mesi, tutto compreso! Ogni riferimento non è affatto casuale”.
QS – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.quisenigallia.it
purtroppo sono d’accordo.
Ribadisco per l’ennesima volta che la soluzione è l’escavo di 3 metri dell’alveo nel tratto da borgo Bicchia alla foce per aumentare la portata e permettere il deflusso delle acque.