“L’ambiente fluviale deve tornare ad essere un ecosistema vivo, non un deserto sterile e pericoloso”
“L’ambiente fluviale deve tornare ad essere un ecosistema vivo, non un deserto sterile e pericoloso”
Nuova presa di posizione di Partito Democratico, Diritti al Futuro, Vola Senigallia e Vivi Senigallia
SENIGALLIA – Da Partito Democratico, Diritti al Futuro, Vola Senigallia e Vivi Senigallia riceviamo:
“Ringraziamo la città e quanti hanno partecipato alla manifestazione di sensibilizzazione e pressione relative a tutte le problematiche riguardanti l’esito dell’alluvione del 15 settembre 2022.
“Ma ringraziamo in primis il sindaco che, negando l’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico, ci ha indotto a svolgere la manifestazione in modalità itinerante; ci hanno potuto così vedere molte più persone, tante si sono fermate e tante ci hanno fatto domande e hanno condiviso i nostri argomenti.
“La nostra richiesta non conteneva alcun riferimento o propaganda per le prossime elezioni europee ma il sindaco ha utilizzato questo pretesto per tentare di boicottare la nostra manifestazione; che è andata invece molto bene. Grazie signor sindaco!
“Tutti si sono resi conto che quello che è stato fatto finora è perfettamente inutile; non lo diciamo solo noi, basandoci su argomenti rigorosamente scientifici, ma anche lo ripetono, da subito, studiosi ed esperti, vedi Mario Tozzi che proprio nella nostra città ha detto che la profilazione degli argini è inutile, che ricreare gli argini ammucchiando terra e sabbia per rifare gli argini è inutile, che scavare l’alveo è inutile, che abbattere tutta la vegetazione che protegge gli argini è inutile.
“L’unico risultato è stato trasformare l’ambiente fluviale in un arido deserto preparato per sparare la prossima piena verso la città. Le uniche opere che sono state fatte finora, quelle cosiddette “di somma urgenza” sono state inutili se non dannose, costando tra l’altro una decina di milioni dei nostri soldi.
“Altre sarebbero state le opere urgenti e utili. Affrontare il problema dalla sorgente: gestire il territorio agrario con l’aiuto di chi ci lavora ogni giorno, realizzare le vasche di espansione (le principali città del Veneto sono state salvate dalle loro vasche di espansione), rifare in tutto il territorio i ponti, che continuano a dividere le comunità e le attività economiche, delocalizzare le famiglie e le attività che si trovano più a rischio a costo zero. Infine ristorare al 100% i danni subiti dalle attività economiche e dalle famiglie, subito! L’ambiente fluviale deve tornare ad essere un ecosistema vivo e fruibile, non un deserto sterile e pericoloso”.
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