CULTURAIN PRIMO PIANOSENIGALLIA

Nell’ex pescheria del Foro Annonario la mostra Terra di Michele Sanna

Nell’ex pescheria del Foro Annonario la mostra Terra di Michele Sanna

SENIGALLIA – Il titolo della mostra TERRA si riferisce in particolare ad accadimenti recenti e drammatici che hanno colpito   la città di Senigallia  con l’alluvione del fiume Misa. Terra è il fango, materia informe, che pur essendo in questo caso manifestazione della forza distruttiva della natura, diventa quasi come per trasmutazione, lo strumento stesso che permette all’artista senigalliese di esprimere la propria creatività per mezzo della stessa sostanza che ha portato distruzione, il fango appunto ridefinito ed opportunamente rielaborato, quasi a significare che nel perenne svolgersi del ciclo naturale, l’uomo, contrapposto alla natura matrigna in senso leopardiano, è spinto a rialzarsi per dare vita a nuove prospettive e possibilità.

Le opere di Michele Sanna, già di primo acchito, si rivelano creazioni di grande impatto emotivo per una serie di scelte precipue come ad esempio per la scelta di colori vividi e accesi che, al di là di ogni intento descrittivo in senso naturalistico, sgorgano dalla potenza creatrice della poetica del Sanna con una forza irrefrenabile e quasi magmatica. Il dramma vissuto dalla città di Senigallia e dal suo entroterra viene perciò rappresentato in modo vivido ed efficace privo com’è di qualsivoglia intento di smussarne l’impatto. L’ immediatezza dei tocchi della pittura, il fatto di associare l’utilizzo di materiali di riciclo in associazione al fango alluvionale stesso magistralmente rielaborato fino a conferirgli nei dipinti capacità creativa da distruttiva che era, e anche le figure che emergono concorrono insieme all’efficacia espressiva perseguita dall’artista che rende palese l’irrompere improvviso delle ondate di fango emerse dal fiume impetuoso fino a stravolgere la quotidianità e la vita di un intero territorio.

Appare chiaro infine che esistono delle costanti nell’opera di Michele e in particolare per la tecnica di esecuzione di oggetti di scarto ai quali l’autore restituisce nuova vita ad indicare la necessità esistenziale di opporsi ad un modello consumistico e di omologazione che si sta dimostrando deleterio sotto molti aspetti.

 

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