Il “Comitato del Cavallo” ha chiesto di abbattere l’antenna Tim/Inwit
Il “Comitato del Cavallo” ha chiesto di abbattere l’antenna Tim/Inwit
Presentato il ricorso al Tar. Sollecitata anche l’immediata sospensione dei lavori
SENIGALLIA – Il “Comitato del Cavallo” ha presentato il ricorso al TAR, chiedendo di abbattere l’antenna TIM/INWIT, con immediata sospensione dei lavori.
“A questo – si legge in una nota – ci ha obbligati il Comune di Senigallia, sordo alle istanze di oltre 150 cittadini (tanti sono gli attuali aderenti al comitato), con una Amministrazione Comunale totalmente incapace di ammettere i propri errori.
“Che vi siano errori, anzi palesi violazioni di legge, ci appare chiaro. A cominciare dal fatto che l’antenna sorge su un crinale collinare protetto (oltre che – aggiungiamo noi – tra i più belli della città), su cui le edificazioni sono pesantemente vincolate. In particolare esse non possono sorgere entro i 2 metri di dislivello dalla sommità del crinale (art. 34 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale), che significherebbe a diverse decine di metri di distanza dalla strada. Invece le società TIM e INWIT, con il permesso del Comune di Senigallia, hanno posizionato il palo adiacente alla strada, con soltanto pochi centimetri di dislivello dalla sommità del crinale.
“Che l’antenna sia abusiva lo stabilirà il TAR. Per ora siamo certi di una cosa: a Senigallia per ristabilire la verità, lo stato di diritto e tutelare un bene pubblico come il paesaggio, dei privati cittadini devono pagare di tasca propria. La prima istituzione preposta a farlo, cioè il Comune di Senigallia con a capo il Sindaco avv. Massimo Olivetti, si gira dall’altra parte: diserta le riunioni decisive, avalla un progetto incompleto e lacunoso (ci torneremo), non informa di nulla i residenti, si nasconde dietro argomentazioni legali deboli (lo vedremo al TAR), e ora ha l’atteggiamento strafottente del classico bullo: “e allora, che fai, mi meni?”.
“Al signor Sindaco, anzi all’avvocato Massimo Olivetti, ricordiamo che chi ha voluto lì quel mostro, ovvero la nostra controparte che fa semplicemente business, ha già una schiera di avvocati. La parte debole, in questa vicenda, siamo noi, sono i cittadini, è la città e il suo territorio”.
Il documento è firmato dal Comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio, presieduto dal dottor Giuseppe Bartoli.
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