IN PRIMO PIANOL’INTERVENTOPOLITICASENIGALLIA

Mauro Rognoli: “La colpa di essere ponti… a Senigallia”

Mauro Rognoli: “La colpa di essere ponti… a Senigallia”

di MAURO ROGNOLI*

SENIGALLIA – E’ finito il tempo delle favole che vengono raccontate ai senigalliesi, anche se l’emergenza è stata prorogata  fino a settembre 2025. Nonostante ciò il sindaco ancora persevera, infatti in un’intervista ci fa sapere che la regione pensa a: ’’un concorso di idee per il nuovo ponte degli angeli’’. Mentre si apprende da fonte tecnica autorevole che:

nel caso in cui si verificasse nuovamente una piena analoga a quella del settembre 2022 si avrebbe il ripetersi dell’evento di esondazione già accaduto nella notte del 15 settembre 2022. E’ evidente la permanenza della situazione di pericolo.

Il pericolo riguarda il ponte Due Giugno di Senigallia e la fonte tecnica autorevole è il Prof. ing. Marco De Miranda, Consulente Tecnico della Procura della Repubblica de L’Aquila, competente dell’indagine sulla esondazione del Misa del 15 settembre 2022,inchiesta che riguarda, per l’appunto, anche i lavori di ricostruzione del ponte. In particolare il consulente ha espresso le sue valutazioni in merito alla seguente richiesta del P.M.: ovvero se l’operarispetta i parametri di sicurezza e compatibilità idraulica imposti dalle norme vigenti”.

Le conclusioni del professor De Miranda in risposta ai quesiti posti dalla Procura hanno stabilito in modo chiaro che:

Permane la situazione di pericolo in quanto nulla è cambiato dal 15 settembre 2022 anzi  è ulteriormente peggiorata stante l’abbattimento del ponte  che comunque agiva da ostacolo rallentando il  deflusso della piena. La costruzione del nuovo ponte non ha rispettato, cosa oramai a tutti nota, le normative vigenti in particolare il mancato rispetto del franco idraulico, tra l’altro dichiarato negli elaborati progettuali e di conseguenza noto a tutti i soggetti coinvolti. Al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è stato chiesto il previsto parere, che è stato negativo.

Concludendo si può senz’altro affermare l’esistenza di un nesso causale tra la presenza del ponte e l’allagamento del centro città.

E dunque, poiché da allora nulla è mutato, lo stato attuale continua a restare “di pericolo”. Si evidenzia inoltre il mancato rispetto di quanto previsto al punto C.5.1.2.3.(compatibilità idraulica) del D.M.2018 ossia: ‘’nel caso di corsi d’acqua arginati,la quota di sottotrave sarà comunque non inferiore alla quota della sommità arginale per l’intera luce.’’ Basta osservare il ponte, da monte o da valle si vede che la quota dell’intradosso della  soletta è all’interno delle arginature. Ciò è ulteriore conferma che il ponte è stato progettato e realizzato senza tenere in conto nessuna delle norme vigenti, praticamente’alla carlona’’ !! Per fare un esempio non era stata prevista la bonifica bellica preventiva, obbligatoria, che causò un fermo cantiere di circa 20 giorni.

In data 19 giugno 2024  è stato chiesto da parte del P.M. il rinvio a giudizio, con vari capi di accusa   tre tecnici di BONIFICA MARCHE ENGINEERING srl, società di proprietà al 100% del CONSORZIO DI BONIFICA DELLE MARCHE, ‘’braccio operativo’’ della Regione e un dirigente regionale. Essi sono:

-Ing. Saquer Nafez  Direttore tecnico di B.M.E, progettista architettonico e strutturale, direttore dei lavori.

-Ing. Cristiano Aliberti  R.U.P. del procedimento e  responsabile della validazione del progetto del nuovo ponte effettuata il 25 marzo 2020.

-Ing. Alessandro Apolloni  responsabile della verifica del progetto esecutivo del nuovo ponte che dichiarava il 24 marzo 2020 nel ‘’verbale di verifica del progetto esecutivo’’ la conformità del progetto alle normative vigenti in particolare alle NTC 2018.

-Ing.S.Stefoni Dirigente della P.F. tutela del territorio di Ancona e gestione del patrimonio,soggetto responsabile dell’approvazione del progetto esecutivo  del nuovo ponte ( Decrerto n° 100 del 27 marzo 2020) e del rilascio del nulla osta idraulico .Responsabile unico del procedimento per la Regione Marche.

Il 01 aprile 2019, (prot. 0397577) vi fu una richiesta di deroga al Consiglio Superiore Lavori Pubblici  per il franco idraulico per i ponti sui corsi d’acqua di III, IV e V categoria ai sensi del R.D. N°523 del 25 luglio 1904, deroga che, il 03 ottobre dello stesso anno, fu negata. Tale richiesta, avanzata dall’ing. Marzialetti dirigente regionale, non avrebbe comunque ricompreso il fiume Misa essendo questo dal ponte FF.SS. fino al ponte della Selva di Casine di Ostra di II categoria.

Ciò nonostante, il 19 dicembre dello stesso anno, il progetto fu approvato da Regione e Comune, che del ponte è proprietario.

A settembre 2020 cambiano le maggioranze politiche, sia in Regione che in Comune, via il centro sinistra arriva il centro destra, ma in Regione tutto rimane immutato. Ognuno rimane al  posto che occupava con la Giunta precedente.

Il 9 ottobre 2020 s’inizia la demolizione del ponte, il nuovo viene inaugurato il 2 luglio 2021 alla presenza di esponenti sia regionali che comunali.

L’autorizzazione regionale all’inizio dei lavori per la nuova  costruzione riguardante la realizzazione del  ponte II Giugno a singola campata,con impalcato in struttura mista acciaio calcestruzzo’’ venne rilasciata dall’ing. S. Stefoni in data 26/10/2020.L’ufficio regionale,  successivamente dopo aver  esaminato la ulteriore documentazione tecnica pervenuta in data 01/12/2020 e in data 10/12/2020 rilasciò l’autorizzazione alla  variante dei lavori in data 14/12/2020.

La domanda ovvia è: per quale motivo l’attuale amministrazione  comunale pur essendo proprietaria del ponte, e avendo avuto circa due mesi di tempo tra l’inizio delle attività e l’approvazione della variante non ha verificato quello che si stava facendo?

Perché non ha rivisto il progetto in modo da poterlo  bloccare in quanto non rispettoso delle norme vigenti sui ponti? Che  sono del 2008 e poi aggiornate nel 2018.

Solo, a due anni dall’evidenza degli errori fatali – di inutili tentativi,  dichiarazioni faraoniche e  immediate smentite, nonché insostenibili rimpalli di colpe e di prese in giro alla città colpita – il Sindaco Olivetti  dichiarava che “il ponte Due Giugno è una infrastruttura da ripensare’’ poi ‘’non è sicuro. Questo andrà recuperato sono stati spesi dei soldi e ora pensata geniale un concorso di idee per individuare soluzioni alternative”.  Insomma – mentre il vicecommissario regionale ingegner Babini continua, quasi teneramente, a perseguire l’ipotesi di martinetti per sollevare il ponte prevedendo a tal fine perfino un finanziamento di €550.000,00 – la Giunta comunale ancora pensa di dilazionare i tempi, e ovviamente anche le spese.

Nel frattempo, mentre il ponte (Due Giugno) colpevole dell’esondazione resta lì uguale, il ponte incolpevole (il povero Garibaldi) è stato, non si sa perché demolito,  lasciando i sacrifici ai cittadini senigalliesi.

In sintesi, il problema dei problemi della città, i ponti, a due anni dal settembre 2022,  uno l’ex 2 Giugno non si sa che fine farà, per il Garibaldi recentemente è stato partorito il progetto  subito battezzato ‘’ponte a brugola.’’ Più che un parto è stato un ‘’aborto’’che farà scempio di una parte della città. Il Presidente della regione giustamente ricorda che: ‘’alla comunità vanno garantite sicurezza e viabilità’’ ma allora perchè ciò non valeva per il ponte 2 Giugno realizzato ‘’alla carlona’’? L’attore principale (CONSORZIO DI BONIFICA) era lo stesso.

E perché Lei Presidente, allora, ha firmato il decreto di demolizione del ponte Garibaldi  senza sapere come e quando sarebbe stato ricostruito?  Il decreto di demolizione avrebbe dovuto  riguardare il ponte 2 Giugno in quanto causa diretta dell’allagamento cittadino.

A due anni dall’alluvione non si sa che fine farà il ponte 2 Giugno,  fonte di grande preoccupazione per la città, più del ponte Garibaldi.

Ecco: a tutto c’è un limite, anche nella umana pazienza. In che mani siamo

*Ingegnere

Nella foto (in alto): il vecchio ponte 2 Giugno (Archivio Baroncioni)

 

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