Giovedì pomeriggio a Montignano l’ultimo saluto a Leonardo
Giovedì pomeriggio a Montignano l’ultimo saluto a Leonardo
Dopo le pesanti accuse al Panzini, la scuola frequentata dal ragazzo, indagano gli ispettori inviati dal ministro Valditara. I Carabinieri hanno ascoltato anche alcuni studenti dell’istituto. A Senigallia, durante i funerali, lutto cittadino per due ore
SENIGALLIA – Resta aperto il fascicolo della Procura della Repubblica di Ancona sulla morte dello studente senigalliese Leonardo Calcina che, l’altra notte, si è ucciso con la pistola del padre.
L’ipotesi di reato, al momento, secondo il pubblico ministero Irene Bilotta, è quella dell’istigazione al suicidio, anche se, almeno fino ad ora, non ci sarebbero indagati.
I carabinieri della Compagnia di Senigallia, in stretto contatto con la magistratura anconetana (su quanto accaduto è stata informata dettagliatamente anche la Procura dei Minori), stanno comunque svolgendo, con particolare attenzione, tutti gli accertamenti necessari. Amici e compagni di scuola di Leonardo, accompagnati dai loro genitori, sono stati a lungo ascoltati nella caserma di via Marchetti. Ed alcuni avrebbero confermato gli episodi di bullismo che avrebbero portato Leonardo a togliersi la vita a soli 15 anni.
C’è stato chi ha perfino affermato che “Leonardo veniva preso in giro frequentemente”. E lui stava sempre in silenzio. E, come conseguenza, alla mamma aveva annunciato l’intenzione di voler lasciare l’Istituto Panzini.
Per il momento la Procura della Repubblica di Ancona ha affidato all’analista forense Luca Russo il compito di effettuare una dettagliata perizia sul telefono, sul computer e sulla Playstation di Leonardo Calcina. Una decisione presa per verificare la presenza – o meno – di messaggi che possano confermare gli episodi di bullismo.
Ed anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sgomento per quanto accaduto, ha avviato immediatamente tutte le verifiche di sua competenza. “Al di là delle singole responsabilità, che saranno accertate nelle sedi opportune, non possiamo tollerare che il bullismo diventi un tratto di una certa gioventù”, ha affermato. “Dobbiamo eradicarlo dalla società, partendo dalla scuola ed in collaborazione con le famiglie. E’ importante ripristinare, proprio a partire dalla scuola, alcuni principi, quali il rispetto delle regole, il valore assoluto della persona umana, la responsabilità individuale. Perché la scuola deve essere sempre un luogo sereno di crescita per tutti i nostri ragazzi. Lavoreremo quindi per contrastare la violenza, la prepotenza, l’insulto e il dileggio”, ha poi aggiunto il ministro Giuseppe Valditara.
Frattanto gli ispettori inviati dal ministro all’Istituto Panzini si stanno concentrando soprattutto sulle misure che la dirigenza della scuola avrebbe dovuto adottare per prevenire una tragedia di questo genere. Anche perché non sarebbe questo l’unico caso di bullismo avvenuto, negli ultimi tempi, nell’Istituto scolastico senigalliese.
Per cui la tragica morte di Leonardo deve far riflettere tutti. Il ragazzo ha subito umiliazioni e violenze, ignorate da chi avrebbe dovuto tutelarlo e proteggerlo. Una tragedia che evidenzia, diciamolo chiaramente, anche l’inadeguatezza di molte delle nostre scuole.
E mentre “la comunità scolastica tutta – scrive il Panzini – con grande tristezza e commozione si unisce al cordoglio della famiglia di Leonardo per questa tragica scomparsa”, l’Istituto è messo sotto accusa. Pesanti alcuni dei tanti interventi apparsi, nelle ultime ore, sulla sua pagina Facebook. Ne stralciamo alcuni. O, meglio, alcune delle parti più significative.
“Dire “ho parlato con gli alunni e nessuno ha visto nulla” è inopportuno e insufficiente in un caso del genere”. “È con questi atteggiamenti della dirigenza che si crea terreno fertile per condotte pericolose”.
“La scuola dovrebbe essere un luogo di protezione e attenzione verso il prossimo”.
Ed ancora: “E’ impossibile che nessuno sapesse, che si faccia luce a 360 gradi!”.
“Purtroppo un giovane ragazzo non c’è più, ancora una volta per aver ignorato un gruppo di bulli e non aver aiutato chi viene offeso, umiliato”. “Chi deve cambiare atteggiamento non è chi viene aggredito ma chi aggredisce”.
“Come altri ragazzi sono stato bullizzato, sia alle medie, sia all’Alberghiero. Tutti sapevano ma nessuno faceva niente. I bulli non erano solo gli studenti, ma anche qualche insegnante. Basta con il bullismo”. “Fortunatamente sono scappato dall’Italia ed ho avuto un grandissimo successo, una bella rivincita. Ma non mi vergogno di dire di aver contemplato di fare un gesto estremo”.
“Mi auguro che i responsabili di questa tragedia prendano profondamente coscienza di quello che hanno provocato, che i loro genitori portino sulla pelle il dolore indirettamente provocato ad un altro papà e ad un’altra mamma, che i preposti non solo all’insegnamento ma anche al rispetto dell’ordine e della disciplina aprano gli occhi e le orecchie e che infine, tutti i “non vedenti” e “non udenti” (compreso il corpo docente), si astengano dal partecipare alle esequie, ci risparmino per favore i volti lacrimosi, gli applausi e il volo dei palloncini bianchi”.
“Chi si è voltato per non vedere, deve pagare come chi ha bullizzato”.
“E’ ora di farla finita, è ora di smetterla di coprire le scuole. La scuola non ha vigilato, da quanto leggo i reati sono stati fatti a scuola e se è così non ci sono scuse”.
“E’ l’indifferenza che rende le vittime ancora più vulnerabili, una tragedia insopportabile”.
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I funerali di Leonardo Calcina avranno luogo domani pomeriggio, giovedì, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Montignano. Seguirà il trasporto nel cimitero locale.
Addolorati per questa tragedia ne danno l’annuncio la mamma Viktoryia con Andrea, il babbo Francesco con Francesca, i nonni Lina, Giuliano, Maria e Alessandro, lo zio Maksim ed i parenti tutti.
Per l’occasione è stato anche proclamato, a Senigallia, il lutto cittadino, in vigore dalle ore 15 alle ore 17.
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Un preside che dice “non ci eravamo accorti di niente” e si premura di dire “non sparlate” quando poi vien detto da altri che durante le ore di lezione i bulli entravano in classe davanti a professori inermi, e picchivaano molestavano chi faceva il loro nome (cosi dicono i giornali) dovrebbe probabilmente pensare a trovarsi un occupazione piu consona al suo grado di intelligenza. Non esiste che in una scuola pubblica Preside e professori siano inermi e disinformati e soprattutto disinteressati su episodi di tale portata a quanto pare giornalieri CHE SI SVOLGONO ALL’INTERNO DELLE MURA DELL’EDIFICIO SCUOLA!