Dario Romano: “Il sindaco Olivetti si isola all’assemblea dell’Ata rifiuti”
Dario Romano: “Il sindaco Olivetti si isola all’assemblea dell’Ata rifiuti”
“Il ruolo di Senigallia sempre più marginale a livello provinciale e regionale”
di DARIO ROMANO*
SENIGALLIA – Nell’ultima Assemblea Ata dei rifiuti (27 settembre), Senigallia si è distinta in negativo come unico Comune, insieme a Morro d’Alba, a votare contro la gestione pubblica in house dei rifiuti urbani. Una decisione che suona più come una presa di posizione individuale che una valutazione strategica per la nostra comunità.
In seguito a una mia interpellanza nell’ultimo consiglio comunale, ho chiesto al sindaco Olivetti i motivi di questo voto, che ci pone in isolamento rispetto al resto del territorio provinciale. Olivetti ha risposto esprimendo perplessità su tre fronti: i numeri legati al valore di AnconAmbiente, la tariffa unificata e il percorso giuridico. Ora, la gestione unificata dei costi su tutta la provincia non è altro che il principio di equità e sostenibilità. Olivetti, però, sembra più preoccupato a confutare questo percorso guardando situazioni puntuali che possono essere trattate (esempio spiaggiamento rifiuti), dimenticando che l’obiettivo a medio termine è la tariffa puntuale: paga di più chi produce più rifiuti. Inoltre, la stessa AnconAmbiente, con un comunicato, ha dichiarato che i dubbi di Olivetti sono immotivati, snocciolando numeri e normative di riferimento.
Sul fronte assembleare, poi, vale la pena sottolineare che il 90% dei votanti tra i Comuni della provincia, compresi Ancona, Falconara e Osimo (tutti a guida centrodestra), hanno espresso voto favorevole. Olivetti, con la sua scelta, non solo mette Senigallia in una posizione di isolamento, ma entra anche in piena contraddizione con quasi tutto il resto dei comuni della provincia, compreso il capoluogo di regione Ancona.
Inoltre, da registrare come purtroppo Senigallia non stia nemmeno esercitando un ruolo di guida all’interno della nostra vallata, visto l’esito della votazione (qualcuno favorevole, Senigallia contraria, qualcuno astenuto e un Comune assente). Divisioni che, chiaramente, non fanno bene ai nostri territori. Un campanilismo che, nel 2024, ha davvero poco senso di esistere.
Sembra ormai chiaro che continuare su questa strada porterà Senigallia sempre più lontano da una visione condivisa, condannandoci a un ruolo di marginalità in ambito provinciale. Un fatto politicamente molto rilevante che, finora, si è evitato accuratamente di trattare e ora sta uscendo con tutta la sua importanza nel dibattito pubblico.
*Capogruppo Partito Democratico – Senigallia
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