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Carlo Massacci: “Dopo le olive …ritorna l’Ulivo?”

Carlo Massacci: “Dopo le olive …ritorna l’Ulivo?”

di CARLO MASSACCI

SENIGALLIA – La memoria ritorna al 1996 alle elezioni politiche: a Senigallia, con 85% dei votanti, l’Ulivo raccolse il 62% dei consensi, contro il 35% del Polo delle Libertà a dimostrazione che la città, in sé ha o, meglio, aveva, valori che si rifanno alla tradizione del cattolicesimo democratico, di una sinistra riformista e di forze laiche. L’Ulivo rappresentava questo.

La fotografia dell’oggi è totalmente diversa: in città, in Regione, ed a Roma governa il centro destra: che cosa è successo e perché. Senza approfondire le ragioni su scala nazionale, altri lo possono e lo stanno già facendo meglio di me, potrebbe valere la pena discutere per grosse linee su scala locale, perché ogni rinascita politica nasce dal basso e si trasmette in un crescendo continuo ai livelli superiori. Parte dai Comuni, per salire in Regione ed arrivare a Roma.

Mi si perdonerà, data l’età, una analisi che necessariamente è parziale e strettamente personale. Tra i fattori che hanno contribuito alla perdita di consensi per il centrosinistra in città sono, a mio debole parere, da annoverare:

  1. La sicumera nel gestire l’Amministrazione comunale, come se il consenso elettorale fosse un bene acquisito per sempre. In questa direzione non si è ravvisata la necessità di coinvolgere attivamente la società civile ad esprimere il proprio contributo attraverso l’impegno, limitato nel tempo, delle forze migliori.
  2. Personalismi esasperati, ancora non sopiti, che hanno reso inaffidabile il progetto politico di fondo.
  3. Programmi elettorali aleatori ed indefiniti, che non hanno fatto presa sull’elettorato, allontanando peraltro il cittadino dalle istituzioni. Vanno prospettate soluzioni pratiche e realizzabili in tempi rapidi per le problematiche urgenti ma nell’ottica di un disegno che tenga conto della prospettiva di decenni.
  4. Condizionamento eccessivo della politica da parte delle forze economiche. Un governo forte si rapporta con il mondo economico in modo paritetico, contribuendo allo sviluppo dell’imprenditoria privata senza perdere di vista il bene pubblico e le necessità di chi è più in difficoltà.
  5. Sottovalutazione delle paure del cittadino medio. È inutile nascondersi: il cittadino medio avverte, anche se non sempre corrispondente alla realtà, la problematica relativa alla sicurezza ed all’immigrazione. Un governo cittadino lungimirante elabora una risposta misurata ed equilibrata che rassicura e che, dove può, sa trasformare il problema in opportunità.
  6. La mancata progettazione di una città per il futuro. Come rendere sicura la città dai fenomeni atmosferici, che tipo di turismo incentivare, come ridare vivibilità al centro storico, risparmiando territorio, sono tutte tematiche che andrebbero presentate agli elettori in modo chiaro e convincente: ci saranno favorevoli e contrari, ma il confronto ripartirebbe riavvicinando il cittadino alla politica.

Se queste sono problematiche che saranno affrontate, mi auguro, nella campagna elettorale per le elezioni comunali del 2025, già da oggi vedrei con favore che tutta l’opposizione che siede in consiglio comunale si raccordasse per parlare con una voce sola non solo per assumere posizioni critiche, ma prospettare, laddove ci fosse la necessità, anche soluzioni alternative credibili a fronte delle proposte formulate dalla maggioranza.

Una precisazione: parlo da cittadino, con opinioni personali, che si riconosce negli ideali del “vecchio” Ulivo e che darà sempre il proprio contributo, limitatamente a idee e progetti, alla causa di un centrosinistra nel quale possa riconoscersi.

 

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